Il calcio è in maschera non per il Carnevale, ma per l’emergenza sanitaria che ha colpito il Nord Italia.
Dopo che la venticinquesima giornata di campionato è stata dimezzata è subito iniziata da parte della dirigenza di CONI, FIGC e Lega calcio la corsa a chi interpretava meglio il ruolo di Ponzio Pilato, non lavandosi le mani ma passandosi il bubbone del calendario cercando di lasciare tutto nelle mani delle decisioni del Governo per potersi giustificare con tifosi e società di calcio.
La decisione del Governo sarà semplice: si giocheranno a porte chiuse le due prossime giornate di campionato, ma dopo ci sarà il nodo più importante da risolvere da parte di FIGC e Lega sul recupero delle gare non giocate. In particolare Inter-Sampdoria visto il calendario dei nerazzurri impegnati su tre fronti, delle amichevoli e della sosta per la nazionale (vedere il calendario pubblicato ieri). L’unica data per qualcuno sarebbe il mercoledì prima della fine del campionato: una buffonata che potrebbe decidere una stagione in testa e in fondo alla classifica.
Al Venerdì il Napoli esce dalla quarantena lombarda vincendo per 1 a 0 a Brescia. Continua la rimonta del Ciuccio: 6 vittorie nelle ultime sette gare compresa la Coppa Italia, giocando solo un tempo, ovvero il secondo. Sono i gol che hanno fatto la differenza quelli realizzati dai napoletani e quelli sbagliati dai bresciani, Balotelli compreso. Il Brescia vede la B sempre più vicina. Paradossale che i tifosi bresciani abbiano intonato cori “napoletani coronavirus” per buona parte della gara e il giorno dopo siano andati tutti in quarantena nei paesi vicini.
Al sabato grazie a Palacio il Bologna recupera al limite del gong finale l’Udinese di Gotti, che si mangia nuovamente le mani per i gol mancati.
Il Milan spreca una vittoria dopo essere stato in vantaggio con il solito Rebic e un uomo in più. La Fiorentina pareggia con un rigore su Cutrone. Un brodino per Iachini dopo le tante amnesie difensive graziate dai rossoneri. Del pareggio il meno dispiaciuto sarà stato il tecnico rossonero Pioli accolto come uno della curva Fiesole. Il più incazzato invece è Maldini che non le ha mandate a dire sotto metafora all’arbitro Calvarese per il rigore fischiato all’ex Cutrone.
Spal-Juventus: vince CR7 e non la Juventus, realizza gol per undici partite consecutive e festeggia il suo record di mille gare da professionista. Tante le assenze per la Signora con testa agli ottavi di Champions contro il Lione. Pur essendo pigra la sua partita non è stata complicata contro l’ultima in classifica, solamente un pizzico di apprensione all’inizio visti i risultati precedenti al Mazza: un pareggio e un Ko. Di Biagio non alla Semplici continua con il 4-3-3 tanto caro al tecnico, ma difficile da ottimizzare in fondo alla classifica.
Alla domenica il Coronavirus blocca tutte le gare al Nord, in campo solo Genoa-Lazio e Roma-Lecce.
Genoa-Lazio. Il Grifone tiene vivo il sogno salvezza, l’Aquila quello scudetto. Il Genoa non è mai stato domo, la Lazio per superarlo ha dovuto fare ricorso a tutti i mezzucci illeciti di perdita di tempo, non tenuti conto dall’arbitro Maresca, come una provinciale che si gioca la salvezza, per superarlo.
Grande battaglia al Ferraris gradita dal pubblico di fede genoana e laziale. Il Vecchio Balordo ha tenuto per 90’ e avrebbe continuato oltre i 5’ minuti di recupero non congrui. Nessuno si aspettava che il Genoa giocasse a viso aperto contro la qualità degli uomini sfarzosi del centrocampo biancoceleste. Uno solo errore dei difensori genoani dopo un minuto di gioco è costato caro.
La Roma dopo l’asprina in Coppa prende un Viagra corroborante travolgendo il Lecce con 4 gol e restando attaccata alla speranza della zona Champions. Il Lecce sotto il Cupolone non ha confermato il ranking delle tre vittorie consecutive, l’insufficienza vista nella prima parte di campionato è venuta nuovamente a galla. Col 70% di possesso di pallone giallorosso, gol creati a raffica senza nessuna pressione a centrocampo dei salentini. Lupa ringalluzzita che dovrà tenere conto della gara degli avversari, i salentini sperano di archiviarla alla svelta anche se sono tornati a galla pensieri negro-amari.
Nessuna meraviglia leggendo i commenti agli arbitri di Genoa-Lazio e Fiorentina-Milan, ampiamente giustificati e promossi da parte degli specialisti della carta sportiva nazionale.
Le partite davanti alla Tv o tanti monitor hanno altro aspetto che giudicarle sugli spalti. La formulazione di un giudizio complessivo su un direttore di gara deve basarsi su criteri fondamentali: F.E.A.T.(fisico, estetico, atletico, tattico), tecnici, disciplinari, comportamentali. I due direttori di Gara Maresca e Calvarese sopracitati negli “aspetti” da visionare non appaiono all’altezza. Giudicarli positivamente sugli episodi rimarcati dai replay e dopo con il giudizio finale che lascia a desiderare perché non lucidi non cambia i risultati. Meno male che c’è il VAR. Affermazione detta con dispiacere, con speranza, a questo punto, che l’Ifab ampli il protocollo non solo dentro le aree di rigore e gli arbitri diventino robot in carne e ossa.