Trentacinque interventi del VAR in queste prime 25 giornate di campionato. È questo il dato che ereditiamo dalla nostra rubrica settimanale “Moviola al VAR Sport“. Un elenco dal quale escludiamo le reti annullate per fuorigioco visto che la tecnologia sugli offside è quella che funziona con maggiore equità e precisione, senza lasciare spazio a critiche.
È tutto il restante universo che si presta ad interpretazioni varie, spesso discutibili, tant’è vero che questi 35 interventi dovrebbero presentare numeri più alti, se tutte le scelte fossero state congrue e lineari. In questo calcolo, infatti, non sono considerate le on field review mancate. O, ancora peggio, le OFR accettate senza poi tornare sui propri passi. Ad esempio potremmo citare l’esempio del fallo di mano di Klavan in Parma-Cagliari (2° giornata); oppure del rigore non concesso dall’arbitro Giua a Belotti in Torino-Lecce (3° giornata); o ancora del gol convalidato alla 15esima giornata dall’arbitro Pairetto a Berardi dopo aver fallito un rigore e averlo ribadito in gol. Senza dimenticarsi il rigore non dato al Napoli nella recente sfida contro il Lecce e le numerose situazioni in cui un fallo negligente e imprudente è stato valutato da cartellino giallo, ma in realtà sarebbe stato da rosso.
Cosa emerge da queste trentacinque revisioni VAR? Emerge innanzitutto che quasi un terzo delle on field review (10) riguarda rigori non visti e poi assegnati dopo l’intervento della tecnologia. Il dato si allarga e si può parlare di 16 rigori post-VAR se aggiungiamo le sei situazioni in cui un fallo di mano in area di rigore, precedentemente non valutato falloso, è diventato poi un tiro dagli undici metri.
Sinora in 7 occasioni il VAR è intervenuto per annullare una rete: 4 volte per un fallo precedente nello sviluppo dell’azione, 3 volte per fallo di mano (ultimo episodio in ordine di tempo il gol di Ibrahimovic a Firenze). Già 5 volte un giallo è stato tramutato in rosso (a questa voce mancano almeno altri 3/4 episodi), ma solamente una volta lo si è estratto per un gesto scorretto non visto dall’arbitro (lo schiaffo di De Paul a Candreva durante Inter-Udinese, costato all’argentino ben tre turni di squalifica). In una sola occasione in 25 turni si è infine deciso di fare ribattere un calcio di rigore: è accaduto in Lecce-Napoli.
E la tecnologia sin qui ha reso giustizia alla classifica? A dire il vero la risposta è “no”, perché come detto gli episodi che non rientrano fra questi 35 in diversi casi lasciano spazio a dubbi. Un rosso mancato, un rosso generoso (Cassata in Juventus-Genia) oppure un rigore fatto ribattere non ci dicono nell’immediato quanto e come sarebbe potuta cambiare una partita. Possono dircelo situazioni immediatamente decisive sul risultato, come rigori concessi o revocati.
A leggere qua e là, fra quotidiani cartacei e web, si possono trovare svariate classifica senza gli errori arbitrali, ognuna con qualche piccola modifica rispetto alle altre. C’è chi porta una squadra sul palmo della mano, chi un’altra, e diventa un fattore condizionante a cui preferiamo non andare dietro. Piuttosto, preferiamo attenerci ai fatti del campionato.
Vi è senza ombra di dubbio una squadra a recitare un ruolo da protagonista in un’eventuale graduatoria degli errori arbitrali ed è il Napoli, complici soprattutto le sfide al “San Paolo” contro Atalanta e Lecce. Si è trattato di due sfide dalle quali è uscito senza punti, ma anche senza due rigori solari (Kjaer su Llorente prima, Donati su Milik poi). Qualche punto per strada lo ha lasciato anche l’Atalanta, che può recriminare per la gara contro l’Inter a San Siro (rigore ai danni di Toloi a fine primo tempo), mentre un leggero vantaggi ha potuto trarlo l’Udinese dall’errore di Irrati in Udinese-Roma: l’espulsione ingiustificata di Fazio per fallo da ultimo uomo su Okaka è uno degli errori arbitrali di cui Rizzoli non ha fatto mistero.
Non sorride troppo neanche il Grifone, che sinora ha nel rigore con espulsione di Biraschi in Genoa-Milan un errore costatogli caro: il pallone lo sfiora prima Leao, poi colpisce il braccio del difensore rossoblu. Dal penalty sarebbe arrivata la rete del definitivo 2-1 rossonero firmata Kessiè.
LA TIPOLOGIA DELLA VAR REVIEW
- rigori assegnati: 10
- rigori tolti: 5
- rigori fatti ribattere: 1
- falli di mano da rigore: 6
- gialli tramutati in rossi: 5
- rossi diretti per gesti scorretti: 1
- gol annullati per falli precedenti: 4
- gol annullati per fallo di mano: 3
Europa League, Inter-Ludogorets senza giornalisti. Milan-Genoa verso lo stesso destino