Oltre il Coronavirus continua il Circo degli uomini che dovrebbero governare lo Sport in Italia: Ministero dello Sport, Dirigenti di Lega calcio, FIGC e rappresentanti di
società di calcio.
Ormai le riunioni o presunte riunioni sono diventate un luogo dove gli animali, meglio precisare cavalli, Elefanti ed altri, hanno il modo di vedere gli uomini che dovrebbero governare il calcio che fanno gli imbecilli, e a chiacchiere e davanti alle interviste fanno finta di occuparsi della salute degli italiani, invece sono venti società, Lega e FIGC in lite tra di loro.
Non si rendono conto che l’emergenza Virus sarà la tormenta perfetta se non riusciranno a rimettere sulla strada giusta, difficile, il campionato, sballottato tra rinvii, sospensioni ma soprattutto dispetti e rivalse. Vengono i brividi, anche se qualcuno precisa che si sono sentiti varie volte in conferenze telefoniche tra sciamani poco ispirati e carismatici senza decidere nulla; e l’operazione salva-calcio con la programmazione della riunione di Lega in programma ieri a Roma è saltata per mancanza di numero legale.
Dopo il tiramolla di ieri al quale ha partecipato anche il Ministro dello Sport, dopo che la scorsa settimana aveva lasciato tutto nelle mani della Lega, ancora stamattina non si sa la programmazione delle partite da recuperare, quelle del turno ventiseiesimo. L’unica certezza saranno gli arbitri che non sono cambiati.
Tutto è in dubbio e l’incertezza è dovuta a come sarà divisa la torta dei recuperi da parte delle TV, anche se Lega e FIGC, come sempre alla Ponzio Pilato, continuano a nascondersi per non decidere e aspettano il nuovo Dpcm che dovrà ribadire le linee del Governo affinché il Coronavirus non infetti il mondo del pallone. Tutto già chiaro con le porte chiuse, ma soprattutto con l’obbligo delle società di controlli su tutti i tecnici e dirigenti, dimenticandosi che una società professionista di calcio è composta anche da altri uomini: magazzinieri, staff tecnici e fisici (abbondanti), addetti stampa, giardinieri e altri, procuratori, agenti che frequentano i centri sportivi.
Bottigliette oppure microfoni da disinfettare dopo un colloquio non utilizzando quelli degli addetti ai lavori, cibo (mangiare negli spogliatoi), asciugamani da scambiarsi con i compagni, mettere nelle borse il proprio materiale (quando mai lo fanno) evitando di lasciarli esposti negli spogliatoi, buttare i fazzolettini di carta negli appositi contenitori (si dovrebbe fare sempre), ma principalmente evitare contatti con i tifosi, sono regole anti-contagio che appaiono banali e ordinarie.
Probabilmente questi della task-force di Conte che hanno deciso questi consigli – attenzione non sono norme o leggi – non sono mai entrati dentro uno spogliatoio alla fine di un allenamento o di una partita dove gli addetti ai lavori si trovano in mezzo ad una Waterloo da ripulire.
L’unica certezza che avrebbero dovuto confermare non vedere panchine con trenta persone e rispettare il Regolamento che vuole solo dirigenti che sono scritti sulla distinta consegnata all’arbitro.
A questo punto bisognerà incominciare a chiedersi: basteranno questi consigli e vedere solo le gare in TV? Pensiamo di no perché i principi anti-virus annunciati dovrebbero far parte non del calcio, ma di tutta la popolazione anche fuori dagli stadi.
Meglio sarebbe stato chiudere il campionato per trenta giorni o anche meno, per non correre il rischio come è stato detto negli articoli precedenti di mettere e fare ancora più casino. Perchè “casino” è parola giusta. Se dovesse infettarsi qualche partecipante, non solo calciatori ma un componente di una società, cosa succederebbe? Si mette in quarantena la società o si sospende totalmente il campionato. Tutto già scritto in precedenti pezzi per sollecitare le società a chiedere a Lega e FIGC un piano con regole chiare, se tutto ciò dovesse succedere, per non avere brutte sorprese come stop al campionato con blocco della classifica in quel momento o altro.
Le decisioni importanti arriveranno dall’Uefa per garantire lo svolgimento delle manifestazioni importanti che portano euro come la Champions e il campionato europeo, anche senza spettatori. In Svizzera, sede dell’Uefa, stanno decidendo che non sarà più itinerante l’Europeo e potrebbe giocarsi in una unica nazione, ad esempio la Russia come il campionato mondiale, considerato che ad oggi è la nazione meno attaccata dal Coronavirus, oppure sospendere tutti i campionati europei facendoli riprendere a settembre affinché non ci rimettesse nessuno, in particolare i tifosi, e fare giocare l’Europeo e concentrando le gare europee, nazionali, Coppe a tutti i livelli alla fine di tutte le giornate de campionato 2019/2020, con una Coppa Italia da giocarsi con altre Regole auspicate da tanto tempo.
Si potrebbe andare avanti: basta leggere i quotidiani politici e sportivi per non rallegrarsi sul futuro del campionato. Per adesso la decisione giusta, come già anticipato, è giocarsi la Coppa Italia prima dell’inizio del prossimo campionato.
Operazioni da fantacalcio tante ne circolano e tutte contribuiscono con l’avallo di quelli che dovrebbero decidere le sorti del campionato e del calcio italiano a fare diventare l’amante del pallone agnostico: uno che non crede a niente e pretende che gli altri credano come lui. La foto perfetta di Ministero dello Sport, Lega e FIGC e società di calcio.