In quarantena ho rivisto gli highlights delle gare di recupero giocate l’ultima domenica prima di chiudere il calcio. Dopo i calciatori positivi al Covid-19 della scorsa che hanno messo in quarantena non solo i compagni, ma anche gli avversari, ho ripensato alla rabbia dei tifosi perché non avevano messo in pratica le disposizioni del Governo dopo aver consultato autorità scientifiche per cercare di ridimensionare il Coronavirus e giocare a porte chiuse.
Sul web, sui social hanno subito cambiato il nome all’epidemia dopo aver visto i calciatori abbracciarsi, spingersi, tirarsi su ad ogni contatto, in “co….ne-virus”.
In parecchi che hanno riempito pagine di social per l’atteggiamento dei calciatori hanno però fatto spallucce o finta di niente rispetto a quello che è successo nella stessa domenica su tante spiagge italiane, nelle code per prendere gli impianti di risalita, davanti ai bar per l’Happy Hour o la Movida, senza dimenticarsi che dopo la messa in zona protetta di tutta l’Italia, chissà perché non chiamata zona rossa, mercati rionali non solo di alimentari e supermercati sono stati presi d’assalto.
A tutti questi assembramenti bisogna associare un “cogli….zzo” alla Fantozzi. Il futuro ad oggi non è incoraggiante perché non c’è più neanche la certezza che il caldo possa sconfiggere il Covid 19.
Lo scenario mondiale giorno dopo giorno sta cambiano rapidamente e i dati dell’epidemia sono significativi come successe la scorsa settimana per Borse mondiali, e non solo per il bene rifugio per eccellenze: le quotazioni dell’oro.
Ora la paura è davvero globalizzata: corre attraverso la rete, i social, i media arrivano ovunque, soprattutto non sono governabili né veritieri, anche se bisogna dare al web uno spicciolo di verità girando per le strade deserte e potrebbe contribuire a qualche risultato in più per sconfiggere il virus.
Anzi, la paura non è globalizzata perché i “coglionazzi” (scusate per la parola scritta per intero) in Europa sono tanti, in particolare in Francia con i loro “puffi” adesso travolti dal Virus. Oppure in Inghilterra, viste le assurde teorie del suo leader Boris Johnson che dopo la Brexit pensa di vivere sull’Isola di Peter Pan. A Cardiff nell’ultimo weekend in due giorni ci sono stati due concerti degli Stereophonics con 30.000 persone presenti, a Londra quello di Morrissey con un bagno di folla che prendeva per il culo non solo gli inglesi e il Coronavirus, ma le restrizioni negli altri paesi cantando le prime due canzoni: “The end of the World” e altro brano che recitava: “Panic on the streets of London”.
Leggendo queste notizie il pensiero va a quelle notizie dei TG, che annunciano le chiusura delle frontiere, in particolare con l’Italia, dei leader saltimbanchi anche contro le malattie con la politica del “gregge”: invece di farsi sbattere le porte in faccia, chiudiamo quelle italiane: Il web è più ascoltato del Governo ed è riuscito la scorsa settimana – e nel weekend – a non far scattare il riflesso anarcoide degli italiani, la ribellione perenne contro un Stato visto come nemico, l’insofferenza per le norme condita da menefreghismo e furbizia.
La terra dei cachi e dei cocktail è andata in quarantena con i bar sottoposti al coprifuoco. Si dovrebbe aver capito che non saranno gli oroscopi a vincere il Coronavirus. Tanta pazienza perché le cialtronerie non finiranno. Bisogna stare in casa contro il Covid-19, perché giorno dopo giorno non sembra fare molto rumore per nulla: anche nostra è la campagna “io resto a casa”. Scritte queste considerazioni, tra una partita e un’altra riviste dopo l’arrivo di Nicola aspetto, anche se non con ansia, quello che succederà nella riunione dell’Uefa iniziata alle 10 (seguite Buoncalcioatutti per gli aggiornamenti) che deciderà prima delle Federazioni calcistiche europee e delle Leghe il destino dei campionati 2019/2020.