Questa mattina il Corriere della Sera (clicca QUI) ha rilanciato e diffuso una lettera inviata dal Professor Nicola Mumoli, direttore del reparto di Medicina Interna dell’ospedale di Magenta, che ha rilanciato un quesito che nelle ultime settimane ha avuto risonanza soprattutto attraverso i social network: perché tamponi a calciatori e vip mentre ai collaboratori ospedalieri con sintomi riconducibili al coronavirus vengono negati?
La lettera prosegue con la spiegazione del fatto che una sua collaboratrice ospedaliera, a contatto con molti pazienti affetti da Covid-19, si è ammalata e adesso manifesta tutti i sintomi riconducibili alla patologia virale. Ma non è stato possibile eseguire il tampone.
“Contattati più volte i numeri di emergenza nazionale, le è stato negato il tampone – spiega il dottor Mumoli – Invece oggi le pagine delle cronache riportano le buone condizioni di calciatori, attori e politici che esattamente come la mia collaboratrice hanno avuto “contatto con persone positive e sintomi da virosi” ma cui, a differenza della dottoressa, è stato eseguito il tampone e quindi formulato un corretto programma sanitario di controllo”. Un programma a cui la collaboratrice non potrà sottporsi considerato che quella di “coronavirus”, senza un tampone che lo confermi, resta solo un’ipotesi. E in quanto ipotesi non permette di stilare il giusto percorso per guarire dalla malattia e, poi, poter tornare in prima linea in ospedale. Qui arriva la presa di posizione del dottore dell’ospedale “Fornaroli” di Magenta.
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