L’emergenza coronavirus è tutto tranne che debellata, ma al di qua della prima linea dei medici e degli operatori sanitari, tengono banco molti tavoli di discussione. Sembrano diventati un passatempo per arginare una quotidianità ristretta tra le mura casalinghe, quando in realtà sono lo specchio di realtà che, nel momento delle decisioni perentorie, continuano a dividersi in fazioni tra una proposta e l’altra, tra un interesse e un altro. Dimenticandosi, nostro malgrado, che l’unico giudice sarà il coronavirus.

Il calcio è una di queste realtà: un po’ come tra addetti ai lavori della sanità che battibeccano in televisione sull’efficacia o meno di un farmaco che sta salvando vite, si ravvisano ogni giorno prese di posizione differenti rispetto a 24 ore prima. Sgomberando il campo da ogni equivoco, è bene dire che oggi, di calcio, neppure se ne dovrebbe parlare. Per usare una metafora scolastica e studentesca, il calcio sarebbe da “rimandare a settembre” sfruttando l’estate per una profonda riflessione. Sulle tantissime parole dette e i pochissimi fatti concreti. Nulla, al ritorno, sarà come prima. Calcio compreso.

La sintesi più consona, come stiamo cercando di fare da inizio emergenza su Buoncalcioatutti, sarebbe parlarne unendo il mondo del calcio alle iniziative benefiche e solidali a sostegno dei sistemi sanitari nazionali o degli ospedali che fanno barricate contro questa pandemia. Per fortuna, di queste pagine ne abbiamo potute scrivere già diverse.

Non mancano infatti le iniziative di sostegno, sia da parte delle federazioni sia da parte dei singoli sportivi, ed è il risvolto più bello della medaglia. Poi c’è l’altro risvolto, quello di come tenere in vita questo ed altri sport. Ogni mattina il calcio italiano si scopre volàno di nuove proposte. In realtà continua a girare intorno al baluardo di UEFA e FIFA senza avere ancora capito che se davvero volesse fare scelte popolari e costruttive, dal taglio degli stipendi alla rinuncia a qualche indennizzo, potrebbe farlo di sua spontanea volontà. Basta gettare un occhio ad altri esempi virtuosi fuori dall’Italia, che sono già parecchi e pronti ad aumentare nelle prossime ore: Leeds, Bayern Monaco, Borussia Möenchengladbach, Lipsia, Bayer Leverkusen, Borussia Dortmund.

Ieri sera è emersa la punta dell’iceberg di questo siparietto messo in piedi dal calcio italiano e da chi dovrebbe essere il suo interlocutore nel Governo: la presenza del ministro dello Sport a “Chi L’Ha Visto?. Tutto sommato coerente nella scelta della trasmissione visto che nessuno l’aveva più visto fino a ieri sera in televisione. Una volta entrato a gamba tesa – e in ritardo – sul campionato di Serie A complici due settimane di tira e molla a cavallo tra febbraio e marzo (fatali nella diffusione del virus), è tornato a parlare centellinando le sue comparse.

Almeno sino a ieri sera, quando pur di ribattere a Gravina e alle sue 3/4 interviste nel giro di ventiquattro ore, durante le quali si ribadiva di non voler “mortificare” il campionato e cercare di assegnare comunque lo Scudetto, il ministro Spadafora ha nuovamente toccato l’argomento delle date. “Difficile ripartire a maggio“. Ancora date, ancora numeri, ancora previsioni e forzature per tenere in vita una discussione che gira intorno alla questione da ormai troppo tempo e in maniera anacronistica.

Meno date si danno oggi, meglio è. Su questo punto sono d’accordo in tanti, dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) al vice presidente della UEFA, Michele Uva, passando per larga parte dei presidenti di Serie A, specialmente quelli dell’ormai corposo fronte del “fermiamoci qua per questa stagione“.

Anche nel calcio una nuova normalità rinascerà da sé, col tempo. Difficile che accada in breve tempo, di sicuro non oggi. Oggi piuttosto emerge – e purtroppo non è una novità – come il sistema calcistico italiano – e in larga parte europeo – dipenda in maniera vitale dai diritti televisivi. Fa storcere il naso sentire parlare oggi di calciomercato o di piani tecnici e tattici per l’estate, specialmente perché d’estate si potrebbe ancora giocare. Uno scenario surreale che aprirebbe a nuove domande: quando si finirebbe? E quando si ricomincerebbe la stagione 2020/2021 con l’Europeo a giugno? Si riparte ad agosto? Oppure a settembre od ottobre?

Quello che trapela è che finire i campionati possa essere diventata la scialuppa di salvataggio per il mondo del calcio: eviterebbe contenziosi con le televisioni e probabilmente arginerebbe le perdite, che oggi sono di circa 780 milioni di euro. Se società come Atletico Madrid e Barcellona sono pronte a mandare i loro tesserati in disimpegno lavorativo temporaneo (una sorta di “cassa integrazione” alla spagnola, il cosiddetto ERTE), è la cifra di un sistema dove parevano soltanto girare tantissimi soldi. In realtà così non era. Tutto immagine e poca sostanza.

Oggi la gente, anche quella molto appassionata di calcio, apprezzerebbe una decisione univoca da parte di tutti gli attori in scena. Una rinuncia, un sacrificio sicuramente pesante, ma pur sempre un gesto semplice. Tanto semplice che non può prescindere da una decisione sul fronte economico: si rischierebbe il collasso. Lo si legge e scrive da più parti, ma nell’immediato il collasso lo rischiano le terapie intensive di tutta Italia e del mondo, impreparate (e spolpate a dovere negli ultimi anni, soprattutto in Italia) per una diffusione così larga del coronavirus, i cui contagiati sono oltre 548mila in tutto il Pianeta.

Poi, a voler toccare nuovamente lo sport, lo rischiano soprattutto le serie minori, specialmente quelle dilettantistiche. In Italia lo scenario preoccupa: a rischio ci sarebbe oltre un milione di tesserati. In Inghilterra, nelle ultime ore, è stata data notizia dell’annullamento di tutti i campionati dalla sesta categoria in giù: prima decisione di questo tenore in Europa e nel mondo del calcio. Non senza prese di posizione da parte di alcune società, ma a come tutelare il merito sportivo ci si potrà pensare più avanti. Servirebbe una riposta univoca.

Viviamo però nell’epoca delle risposte multiple, triple, quadruple e, ahinoi, delle fake news e delle risposte non richieste. Ogni giorno, ad un’ora canonica, ci vengono forniti contemporaneamente da più canali consigli su cosa sia meglio fare e non fare. Su cosa sia meglio indossare o non indossare. Se mascherina sì o mascherina no. L’unica convergenza è stata sulla sintomatologia di questo coronavirus, così subdolo e latente da far paura. Ogni nuova indicazione, ogni nuova sfumatura leggermente diversa confonde la gente e non aiuta affatto chi è in guerra, negli ospedali e nelle attività che ancora devono tenere aperto.

Questa è una guerra vera contro un nemico comune, forse la prima della storia dell’umanità. E il calcio, se davvero volesse fermarsi e limitare i danni, avrebbe potuto benissimo già farlo. Anche senza rilanciare dannose guerre d’immagine. 


VI LASCIAMO CON ALCUNI PUNTI FORNITI DALL’UNIVERSITÀ “JOHN HOPKINS”

Il virus non è un organismo vivente, ma una molecola proteica (DNA) coperta da uno strato protettivo di lipidi (grassi) che, se assorbito dalle cellule della mucosa oculare, nasale o della bocca, modifica il loro codice genetico. (mutazione) e li converte in cellule di moltiplicatori e aggressori.

  • Poiché il virus non è un organismo vivente ma una molecola proteica, non viene ucciso, ma decade da solo. Il tempo di disintegrazione dipende dalla temperatura, dall’umidità e dal tipo di materiale in cui si trova.
  • Il virus è molto fragile; l’unica cosa che lo protegge è un sottile strato esterno di grasso. Ecco perché qualsiasi sapone o detergente è il miglior rimedio, perché la schiuma ROMPE IL GRASSO (ecco perché devi strofinare così tanto: per almeno 20 secondi o più, e fare molta schiuma). Dissolvendo lo strato di grasso, la molecola proteica si disperde e si scompone da sola.
  • Il CALORE scioglie il grasso; quindi usare acqua a temperatura superiore ai 25 gradi per lavarsi le mani, i vestiti e tutto il resto. Inoltre, l’acqua calda produce più schiuma e ciò la rende ancora più utile.
  • L’alcool o qualsiasi miscela con alcool superiore al 65% DISSOLVE QUALSIASI GRASSO, in particolare lo strato lipidico esterno del virus.
  • Qualsiasi miscela con 1 parte di candeggina e 5 parti di acqua dissolve direttamente la proteina, la scompone dall’interno.
  • L’acqua ossigenata aiuta molto dopo sapone, alcool e cloro, perché il perossido dissolve le proteine ​​del virus, ma devi usarlo puro e fa male alla pelle.
  • NIENTE BATTERICIDI. Il virus non è un organismo vivente come i batteri; non si può uccidere con gli antibiotici ciò che non è vivo, ma disintegrare rapidamente la sua struttura con tutto ciò che è stato detto.
  • NON scuotere MAI abiti, lenzuola o indumenti usati o inutilizzati. Mentre è incollato su una superficie porosa, è molto inerte e si disintegra solo tra 3 ore (tessuto e poroso), 4 ore (rame, perché è naturalmente antisettico; e il legno, perché rimuove tutta l’umidità e non la lascia staccare e si disintegra), 24 ore (cartone), 42 ore (metallo) e 72 ore (plastica). Ma se lo scuoti o usi uno spolverino, le molecole del virus galleggiano nell’aria per un massimo di 3 ore e possono depositarsi nel tuo naso.
  • Le molecole virali rimangono molto stabili nel freddo esterno o artificiale come i condizionatori d’aria nelle case e nelle automobili. Hanno anche bisogno di umidità per rimanere stabili e soprattutto l’oscurità. Pertanto, ambienti deumidificati, asciutti, caldi e luminosi lo degraderanno più rapidamente.
  • LA LUCE UV su qualsiasi oggetto che può contenerlo rompe la proteina del virus. Ad esempio, per disinfettare e riutilizzare una maschera è perfetto. Fai attenzione, scompone anche il collagene (che è una proteina) nella pelle, causando infine rughe e cancro della pelle.
  • Il virus NON può passare attraverso la pelle sana.
  • L’aceto NON è utile perché non rompe lo strato protettivo di grasso.
  • NIENTE ALCOL o VODKA. La vodka più forte è il 40% di alcol e hai bisogno del 65%.
  • LISTERINA (è un collutorio americano) SE SERVE! È il 65% di alcol.
  • Più lo spazio è limitato, maggiore sarà la concentrazione del virus. Più aperto o ventilato naturalmente, meno.
  • Questo è super detto, ma devi lavarti le mani prima e dopo aver toccato mucosa, cibo, serrature, manopole, interruttori, telecomando, telefono cellulare, orologi, computer, scrivanie, TV, ecc. E quando si usa il bagno.
  • Devi UMIDIFICARE LE MANI SECCHE ad esempio lavarle tanto, perché le molecole possono nascondersi nelle microrughe o tagli. Più densa è la crema idratante, meglio è.
  • Conserva anche le UNGHIE CORTE in modo che il virus non si nasconda lì