Dopo giornate di grande pessimismo relativamente alla ripresa del campionato, sembra evidente come in assenza di aiuti dal Governo il mondo del calcio dovrà provare a terminare la stagione per poter incassare i restanti 233 milioni di diritti televisivi provenienti da Sky Sport e DAZN, alle quali sarebbe stato chiesto anche un anticipo sulla tranches di settembre, quella del prossimo campionato di calcio.
Il cosiddetto “piano 45” studiato da ECA e UEFA, ovvero sia quello che prevederebbe le restanti partite dei campionati nazionali tra giugno e metà luglio, “viene ora ritenuto salvifico“, anche se “nessuno esclude che gli ultimi turni possano anche disputarsi più avanti”. È quanto scrive il Corriere dello Sport, che parla anche della proposta di cassa integrazione per i giocatori che percepiscono meno di 50mila euro lordi l’anno e del possibile ritorno alle scommesse per sostenere, come sponsorizzazione sulle maglie delle squadre, le formazioni di Serie A. Spadafora, ministro dello Sport, resta comunque scettico su una possibile ripresa degli allenamenti a maggio prossimo.
La Gazzetta dello Sport a sua volta rilancia della disponibilità FIFA a giocare oltre 30 giugno con proroga dei contratti dei calciatori (senza costi aggiuntivi per le società). Tiene botta però il fronte guidato da Cairo, a cui farebbero capo sedici squadre, che non vorrebbe più riprendere la stagione ritenendolo un “accanimento”. Addirittura da Bergamo sono gli stessi ultras nerazzurri a fare sapere direttamente al presidente Percassi che non si ricomincerà: serve rispetto per le vittime del coronavirus nella bergamasca e in tutta Italia. Si chiede all’Atalanta di ritirarsi dal campionato come esempio per tutto il Paese.
“Caro presidente, mi viene normale e spontaneo di poter pensare che sia possibile che per l’Atalanta il campionato finisca qua. Magari non sarà fattibile ma io voglio pensare che la nostra Atalanta, per quanto la amiamo, sia un esempio per tutti in questa guerra, indipendentemente da cosa decideranno i vertici del calcio. Bergamo e la sua gente vengono prima della nostra squadra”.
Da segnalare anche le lacrime di Cesare Prandelli, ex tecnico del Genoa, che non vuole più parlare di calcio dopo che il coronavirus ha colpito duramente anche il suo paese d’origine, Orzinuovi (in provincia di Brescia). “In questo momento il calcio deve passare in secondo piano, per quanto mi riguarda è l’ultimo dei miei pensieri. Ogni giorno piangiamo tanti, troppi morti, cosa volete che interessi alla gente del calcio. Con questo dramma mondiale siamo a una svolta epocale, cambierà la scala di valori. Mia mamma sta bene per fortuna, ma in paese ho già perso tanti amici e altri, tra cui anche alcuni parenti, sono ricoverati negli ospedali bresciani perchè positivi al Covid-19. I miei pensieri e il mio incitamento sono per loro”. Prandelli, nella medesima intervista, saluta anche il compaesano Danfio Bianchessi, ex responsabile del centro sportivo del Parma a Collecchio, vittima del coronavirus.
GLI APPROFONDIMENTI SUL GENOA
REPUBBLICA – L’edizione genovese di Repubblica riprende oggi le dichiarazioni di Davide Nicola a Sky Sport rilasciate nel tardo pomeriggio di ieri, a ridosso dell’ora di cena. “Voglio essere la persona giusta per questa avventura – ha ribadito a chi gli chiedesse della sua sfida col Genoa – Non dobbiamo fare altro che continuare quanto stiamo facendo”, malgrado sia un momento sportivamente e globalmente “terribile”. “Dico sempre ai miei ragazzi che dobbiamo pensare come se domani ci chiamassero per dirci “si riparte”. Con questa idea portiamo avanti la nostra normalità. Nonostante ciò siamo realisti”. Da segnalare anche le parole di Stephan El Shaarawy, rimasto in Cina durante tutto il periodo dell’emergenza e della quarantena. “Qui c’è stato un forte senso di responsabilità generale, c’è stata serietà, collaborazione e rispetto di tutti. È un grande insegnamento e un messaggio di speranza per tutto il mondo”.
SECOLO XIX – Il Decimonono questa mattina tratta del Genoa spiegando come 10 su 28 giocatori della rosa siano in prestito. Laddove si andasse oltre il 30 giugno a giocare andrebbero chiaramente prorogati i prestiti di questi giocatori, da Perin a Soumaoro passando per Sanabria, Romero, Falque, Barreca, Goldaniga, Pajac e Destro. Per Soumaoro, nello specifico, si legge che un eventuale riscatto dal Lille potrà avvenire solamente con la sinergia di una grande squadra vista la cifra da 10 milioni di euro che richiede il club francese. Su Perin discussioni in corso per una sua permanenza: ad oggi è in prestito secco. Attenzione anche a Sanabria: riscatto obbligatorio a 18 gol segnati. Se è difficile che possa raggiungere quel traguardo, sono comunque in corso valutazioni sull’attaccante paraguaiano.
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Genoa, Nicola: “Avanti con normalità, ma siamo realisti. Rispettiamo tutti le disposizioni” – AUDIO