Gabriele Gravina è intervenuto ai microfoni di Radio Radio nel giorno in cui Lega Serie A ed Associazione Italiana Calciatori si incontravano per cominciare a discutere del taglio degli ingaggi già annunciato dalla Juventus nella serata di sabato. Il presidente FIGC: ha rivolto pubblicamente un plauso alla società bianconera, ribadendo come anche in termine di salari e riduzioni si debba trovare quanto prima una linea comune. “Ho rivolto un plauso alla Juventus, a giocatori e uomini veri come Chiellini e Bonucci, veri trascinatori e leader di un gruppo che ha agito in maniera intelligente, responsabile e con grande lungimiranza. Rinunciare o sospendere a 4 mensilità rimettendole nelle mani della propria società come atto di fiducia per il futuro credo sia atto responsabile e dimostri quale sia il vero punto di forza di una realtà societaria come quella della Juventus”.
“Il mondo del calcio è stato colto alla sprovvista come ogni settore: abbiamo avvertito tutti un senso di smarrimento cominciando così un discorso dialettico molto aperto e acceso. Oggi si è ricompattato e questa compattezza ha fatto riscoprire il ruolo centrale della federazione, la ricerca di un oggetto istituzionale che potesse fare da interim fra tutte le componenti. Dopo un primo momento di tensioni e conflitti interni, quando tutti eravamo legati ad interessi personali e rischiavamo di perdere l’obiettivo comune, adesso mi sembra che si sia ritrovata questa unità. L’abbiamo ritrovata tramite un elemento essenziale: tutti siamo fiduciosi, speranzosi nella ricerca farmacologica ma abbiamo un antidoto fondamentale che stiamo riscoprendo, cioè quello della solidarietà”.
“Il calcio – ribadisce con fermezza Gravina – Non si è fermato in ritardo ma si è fermato quando si sono fermati i settori dell’economia del nostro paese. Quando si è giocato a porte aperte era consentito dalle ordinanze del nostro governo. Non dimentichiamo che mentre noi giocavamo a porte chiuse c’erano anche altre realtà a porte aperte, come manifestazioni pubbliche, bar, ristoranti, discoteche. Il senno del poi non ci aiuta a risolvere il problema. Per quanto riguarda la competizione sportiva, continuo a dire che il valore del campo è il solo al quale ci possiamo appellare per definire gli organici per la stagione 2020/2021, per cui fin quando qualcuno non mi ordinerà sotto un profilo politico, tecnico e scientifico che non ci sono più le condizioni per avanti io devo necessariamente sperare che il calcio italiano – e mi auguro quello internazionale – continui a cercare una soluzione. È di qualche minuto fa un’ipotesi che arriva dall’Inghilterra: trasferire con misure molto rigide in più luoghi sicuri, ma comunque protetti, una sorta di campionato europeo e chiudere tutti i campionati del mondo. Questo mi porta ad essere ottimista: sono fermamente convinto che il calcio dopo l’emergenza sarà un calcio nuovo, diverso. Credo che il calcio già in queste ore cominci a dimostrare una sua sensibilità, che l’anima del calcio, il senso di aggregazione, di tanti interessi di tante aspettative, di tanto entusiasmo che oggi manca molto al nostro paese. Mi auguro che questo possa tornare in tempi rapidi perché questo vorrebbe dire che siamo usciti dall’emergenza”. Deciderà il Consiglio Federale? “Si, dove sono rappresentate tutte le 13 componenti dello statuto. La Federazione ha la responsabilità di prendere decisioni di questo tipo. Per il tema di contratti, rinnovi e scadenze dobbiamo invece fare ricorso alle normative previste dalla FIFA. Io non abbandonerò l’idea di portare a termine il campionato”.
Donazioni allo Spallanzani e apertura del centro sportivo di Coverciano sono alcune fra le azioni di solidarietà sottolineate dal numero uno della FIGC: “Sotto il profilo della solidarietà la Federazione ha lavorato su un progetto importante e molto apprezzato, chiamato Le Regole del Gioco in cui abbiamo coinvolto tutti gli azzurri e le azzurre che hanno comunicato tutte le varie che ci sono state date da tutti gli organi del governo e da quelle scientifiche. Abbiamo poi dato un contributo all’Ospedale Spallanzani e il più importante è stato mettere a disposizione il tempio del calcio di Coverciano per tutta la Toscana. Da domani arriveranno i primi ospiti nella nostra struttura, nella quale abbiamo messo a disposizione i nostri medici federali, tutti quelli che hanno voluto aderire. C’è stato grande entusiasmo. Mi auguro che possa essere un riferimento, piccolo, d’aiuto per il nostro paese”.
Gravina è poi tornato sulla presentazione di un progetto per salvare il calcio: “Si sta lavorando a una ricerca di una struttura in un documento che possa mettere insieme tutte le componenti, dalla Serie A fino alla Lega Pro. Si sta lavorando e sembra che ci siano degli spiragli: c’è disponibilità e questo è un passo avanti. In tempi rapidi, al di là delle norme che arrivano dall’alto è importante la disponibilità dei singoli che arriva da ogni realtà. Spero che il progetto che stiamo portando avanti, compreso quello che ho lanciato e cioè di un fondo salva-calcio, possa dare qualche aiuto alle società. Sono fermamente convinto che come in tutti i settori economici del nostro paese anche in quello del calcio ci saranno delle criticità: il nostro settore ha sempre dato idea di sensibilità importante, ma non dimentichiamo che è rappresentato anche da presidenti che sono imprenditori, molti di questi messi in difficoltà da questa crisi. Perciò abbiamo chiesto al governo alcune norme per tutelarli e di facilitare alcuni processi di sviluppo, ai quali il calcio italiano tiene in modo particolare. Un fondo salva-calcio con risorse che arriveranno dalla federazione e mi auguro dagli enti internazionali, mi riferisco alla UEFA ma anche all’affidamento sulla disponibilità FIFA. Inoltre, anche da quella percentuale che aspettavamo da tempo e che deriva dal gioco delle scommesse, visto che il gioco si basa sui nostri eventi e credo sia giusto tutelare un un diritto d’autore”.
Il valore dei calciatori è calato drasticamente nel giro di un paio di settimane, e con lui scenderanno anche le pretese economiche delle società: “Sono convinto che ci sarà una rivisitazione importante di una delle voci più importante dei bilanci societari: mi riferisco al costo del lavoro. Oggi il Centro Studi Internazionali ha comunicato che il valore patrimoniale dei calciatori è stato ribassato del 28%, vuol dire che le società sono state colpite non solo nella parte della finanza ma anche e soprattutto nella parte patrimoniale. Tutto questo avrà un impatto sulle forze del bilancio che non appena ripartirà richiederà una rivisitazione, una programmazione. Così come sappiamo benissimo che quando ripartirà il paese non troveremo tutto proprio dove l’avevamo lasciato. Ci vorranno mesi per ritrovare equilibrio: non ripartiremo certo da dove l’abbiamo lasciata. Per essere più diretto: credo che anche per le società di calcio ci vorranno una o due stagioni sportive per ritrovare l’equilibrio. Per far fronte a un drastico crollo sotto il profilo dei ricavi, probabilmente bisognerà incidere moltissimo sulla leva dei costi“.
Questa mattina era stato Damiano Tommasi, presidente dell’Assocalciatori, a tornare sulla questione legata agli stipendi e sui rischi che l’AIC non farà prendere ai suoi associati: “In casa Juve hanno voluto affrontare la questione prima di altri e sono arrivati alla conclusione con piena soddisfazione di tutti – ha raccontato al Corriere dello Sport – L’accordo raggiunto chiude qui la stagione, rispetto a ciò che si deve percepire. Se anche si tornerà a giocare a giugno e oltre giugno, le spettanze rientreranno nel contratto successivo. La nostra posizione è chiara: stabilire condizioni per il futuro, in assenza della certezza di ricominciare, è difficile. C’è un tema delicato che riguarda il prolungamento della stagione a luglio. Senza un accordo tra le parti nessuno può prorogare un contratto oltre la sua scadenza. Bisognerà sedersi a tavolino e parlarne. Le parole del ministro Spadafora confermano che prima di riparare dobbiamo mettere al sicuro la salute del Paese. Vuol dire prepararsi all’eventualità che i campionati vengano decretati chiusi. In questo caso l’accordo raggiunto dalla Juve mi pare una base di partenza. Le immagini che arrivano dagli ospedali ci dicono che il nostro miglior contributo è quello di stare in casa. Chiedete ai tifosi di Brescia e Bergamo se non sono d’accordo con me. Prima di tornare in campo è necessario certificare l’idoneità fisica e verificare eventuali esiti. La polmonite interstiziale non è una barzelletta. Soprattutto per chi espone il proprio corpo a correre a cento all’ora”.