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Conte firma nuovo decreto: “400 miliardi per le imprese”. Varato anche il piano scuola

All’ora di cena il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è intervenuto in conferenza stampa da Palazzo Chigi per illustrare le misure del decreto appena firmato. Accompagnato dai ministri Azzolina, Gualtieri e Patuanelli ha anticipato misure in chiave economica, finanziaria e scolastica.

Col decreto appena approvato diamo liquidità immediata per 400 miliardi di euro alle nostre imprese: che siano piccole, medie o grandiVi saranno 200 miliardi saranno destinati al mercato interno. Altri 200 miliardi per potenziare il mercato dell’export. È una potenza di fuoco, una cifra enorme: non ricordo un intervento così poderoso per il finanziamento delle imprese. Andrà a beneficio del mercato interno e dell’export (attraverso SACE, società per azioni facente parte gruppo italiano Cassa Depositi e Prestiti). Saranno prestiti sui quali il Governo offrirà una garanzia (fino al 90%, come spiegato dal ministro dell’Economia Gualtieri) affinché tutto proceda in maniera celere, spedito e sicuro. In particolare potenzieremo lo strumento del Fondo Centrale di Garanzia per le piccole e medie imprese. 

Abbiamo varato anche varie misure fiscali, comprese le sospensioni di ritenute e contributi anche per i mesi di aprile e maggio. E abbiamo adottato uno strumento molto efficace per tutelare tutte le imprese che svolgono una qualche attività di minimo rilievo strategico per il Paese introducendo obblighi di trasparenza anche finanziaria. Attraverso il cosiddetto “Golden Power” potremo controllare operazioni societarie e scalate eventualmente ostili ed estenderemo il raggio dei controlli. Abbiamo anche approvato un Decreto per la scuola.

Posso dire che in questi giorni mi sono confrontato con tanti leader europei: tutti esprimono solidarietà e sostegno al nostro Paese. Tutti esprimono ammirazione per forza e resilienza del nostro Paese. Ci chiedono spesso del modello Italia e agli Italiani tutti che stanno ascoltando voglio dire che stanno dando un contributo fondamentale a combattere il coronavirus. Presto raccoglieremo i frutti di questi sacrifici e quando tutto sarà stato superato vivremo una nuova Primavera. Essere Italiani lo stiamo imparando ancor più in questo momento di necessità: significa essere generosi, solidali, coesi. Significa servire lo Stato con dedizione e sacrificio”.

IL DECRETO SCUOLA: LE PAROLE DELLA MINISTRA AZZOLINA – “Voglio ringraziare l’intera comunità scolastica per la capacità di reazione avuta delle ultime settimane. Questo decreto ci permetterà di terminare quest’anno scolastico traghettandoci verso il prossimo anno. La didattica a distanza non è più da considerare opzionale, perché ci sta permettendo di concludere l’anno. Renderla obbligatoria significa dare dignità al lavoro fatto in queste settimane. Questo decreto ha trasformato gli esami di stato e quelli di maturità affinché nessuno fosse lasciato indietro. Le opzioni sono due, secondo i reali apprendimenti degli studenti. Non si può parlare del “sei politico”: la valutazione dello studente non è un freddo voto numerico, ma deve guardare a crescita e maturazione dello studente sulla base dei cinque anni. Se ci saranno apprendimenti da recuperare, gli studenti lo faranno a settembre dell’anno scolastico successivo. Una nota dolente, e chiedo scusa a nome del Ministro dell’Istruzione: non riusciamo ad aggiornare le graduatorie d’istituto. Ciò è dovuto a tecnologie vetuste nella digitalizzazione del Paese. Non riusciamo a portare avanti un milione di domande cartacee: le graduatorie le raggiorneremo l’anno prossimo in via telematica. Una buona notizia arriva invece sui posti liberati da Quota 100″. 

SULL’IPOTESI DI UNA FASE DUE: LA RISPOSTA DI CONTE – “In questi giorni ci riserviamo di valutare la curva epidemiologica. Saremmo i più felici se potessimo allentare qualche misura prima possibile, ma anticiparlo oggi non avrebbe senso e sarebbe privo di fondamento. Non è il nostro metodo. Dovremo continuare a fare sacrifici ancora per un po’. Quando ci saranno queste misure di allentamento verrano fuori con maggiore evidenza protocolli di sicurezza sia per camminare per strada, prendere un mezzo di trasporto, spostarsi sui luoghi di lavoro. Sono convinto che la storia è con noi e vedremo quale piega prenderà”. 

SULLA MANCATA CHIUSURA DI ALZANO E NEMBRO – Durante la conferenza, a precisa domanda, il Presidente del Consiglio ha fatto anche una importante precisazione in merito alle misure di contenimento che non sono state avanzate in Val Seriana, nei comuni di Alzano Lombardo e Nembro, che nel periodo a cavallo tra febbraio e marzo hanno registrato, secondo l’Istat, un tasso di mortalità vicino al +2000%. “Di fronte alla richiesta di chiarimento, ho articolato una nota con la quale go ricostruito quei giorni. Mi sono fermato perché giustamente i quesiti posti sono delicati e complessi. Ho ricostruito la vicenda dal punto di vista del Governo. Non appena vi è stata comunicazione dal comitato scientifico, il giorno 3 marzo, noi abbiamo già emesso un ‘ordinanza restrittiva che avrebbe riguardato anche la Lombardia. Di fronte a questa richiesta, il giorno 5 marzo, ho chiesto di articolare meglio le ragioni a supporto di questa richiesta. In Lombardia, infatti, avevamo una situazione che testimoniava già un contagio. Bergamo, Cremona e tante altre aree. Da qui la richiesta al Comitato tecnico-scientifico di precisare le ragioni di una specifica cintura sanitaria visto che ci stavamo già orientando rispetto misure restrittive ancor più rigorose, ovvero sia una cintura rossa per l’intera Lombardia. Il giorno 7 marzo l’intera Lombardia è diventata zona rossa. La ragione della differenza di trattamento rispetto a Codogno o Vo’ Euganeo è che eravamo in una prospettiva temporale diversa.

Codogno e Vo’ Euganeo sono i primi focali che abbiamo individuato. Di fronte alla situazione che si è prospettata poco dopo abbiamo ritenuto che la zona rossa si imponesse per l’intera regione Lombardia e le province collegate. Questa decisione riteniamo di averla presa in scienza e coscienza, consultando sempre gli scienziati. Ci sarà tutto il tempo per giudicare e chaiamrci a responsabilità e io per primo non mi sottrarrò. Oggi è ancora il momento della massima determinazione, del coraggio e della massima concentrazione nell’uscire da questa emergenza. Vorrei poi precisare che, nella nota, precisavo che il governatore territoriale della Lombardia avrebbe potuto disporre diversamente, imponendo misure più restrittive da quelle da noi assunte. Non gli è stato impedito. Non volevo fare polemica, mi sono sempre attenuto a uno spirito di collaborazione. Mi assumo le mie responsabilità e non vado a cercarne in altri: ho bisogno della collaborazione di governatori e sindaci“.  


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