Su una cosa sono tutti d’accordo: la nostra vita dopo la pandemia sarà diversa da prima e chissà per quanto tempo. Forse per sempre. Come sarà, invece, nessuno sa immaginarlo.
La speranza dopo 35 giorni di clausura e altri 22 più difficili da consumarsi prossimamente tra le mura casalinghe – e dopo tre moduli di autocertificazione e decreti enciclopedici da decifrare – è che dentro l’Uovo di Pasqua si faccia chiarezza.
La distanza tra le persone è un metro, 2 metri, 1 metro ottanta per non essere colpiti dal Covid 19? Le mascherine servono o non servono? Una volta guariti non si contagia più? Sì o no? il virus si può ripresentare? Sì o no? Per il vaccino ci vuole tempo ma il virus muta? Le sperimentazioni e i farmaci usati fino ad oggi sono validi e utili oppure no? Il virus si trasmette solo per contatto? E anche all’aria aperta oppure no? Si trasmette anche da sotto le scarpe quando si entra in casa? È meglio il tampone o l’esame del sangue? Servono i test sierologici? I decessi diminuiscono ma crescono i contagi e aumentano i guariti oppure i decessi aumentano ma diminuiscono i contagi e aumentano i guariti o viceversa? Quando si uscirà dal tunnel, tra un mese oppure 6 mesi come ha detto Conte fissando la data di fine agosto oppure tra un mese torneremo alla normalità? Chissà…
Si faccia chiarezza: ogni giorno saltando da un canale TV o radiofonico ad un altro sempre la stessa storia tra scienziati, virologi, infettivologi, Ministri, Governatori. Solo parole che per loro fanno un effetto in bocca e uno per gli altri nelle orecchie. In sintesi, si capisce poco.
Si chiarissero prima di partecipare agli show-Covid19 perché non possono essere “talent show”. Si domandassero e spiegassero qualche volta di tutte quelle morti avvenute nelle RSA, di quelle morti di anziani, e capire di chi sono le responsabilità per non ripeterle. La soppressione di una vita umana di qualsiasi età è un reato di omicidio colposo per opera non di una persona in questo caso, ma di tante persone che lo hanno compiuto senza intenzionalità. L’omicidio dei nostri vecchi nelle RSA e della pandemia lombarda non è omicidio colposo, ma doloso.
Mancano ancora 22 giorni alla fine della seconda parte di carcerazione casalinga e per consolarci nell’affrontare la “fase 2” non ci resta che piangere. Ci raccontano che per entrare in negozi, bar, ristoranti con percorsi interni obbligatori bisognerà utilizzare delle app, specialmente per prenotare nelle trattorie e nei ristoranti che faranno tripli turni di lavoro. Dopo aver controllato l’autocertificazione con le app in cui si dichiara che i commensali non hanno contratto il Covid-19, quando e se è successo, per consentire la distanza di tavoli e persone. Nei negozi per comprare qualsiasi tipo di merce ci saranno semafori per regolare gli ingressi con numero di attesa.
Ogni settore della vita del lavoro cerca l’ipotetica “fase 2” col suo baule o pacco di insicurezze e paure, cercando non idee che potrebbero essere bocciate all ’ultimo minuto da qualche decreto, ma soluzioni, sperando di continuare la vita anche da lontano del passato scavalcando la crisi economica.
Le stesse considerazioni valgono anche per il mondo del calcio, che è inutile oggi commentare: che facciano chiarezza tra di loro tenendo conto anche di quelli che dovranno sedersi davanti a un TV, in piena estate, per di più da soli, calcolando quali e se ci sono i vantaggi economici e benefici in tale operazione.
Gli stadi senza tifosi sono cimiteri. Dopo averli visti moltiplicare per colpa del virus, tutti avrebbero voglia di assaporare, godere, divorare come ricomincerà la vita anche con il pallone che rotola.
La Buona Pasqua oggi può essere solamente data da Cristo risorto, che doni speranza, salute, pace a tutti, al mondo intero in guerra con il Coronavirus.
BUONA PASQUA