Continuano a susseguirsi le voci sul campionato di Serie A e su una eventuale ripresa. Oltre alla posizione nettissima presa di posizione del presidente del Brescia, Massimo Cellino, in giornata si è registrata anche l’intervista radiofonica alla trasmissione “Maracanà” da parte del presidente della Sampdoria, Massimo Ferrero.
“Stanno tutti bene” è stata la risposta relativamente alla condizione dei giocatori della Sampdoria che eran stati colpiti da coronavirus. La risposta forse più importante di una lunga intervista presto arrivata a parlare di cosa ne sarà della stagione 2019/2020.
“Chi è sovrano in questo momento? Il presidente Ferrero o le èquipe di medici che curano la salute?” è stato l’esordio del presidente blucerchiato, al quale è stato poi domandato della riunione in Federazione tenutasi oggi. “Non so di quale incontro stiate parlando. Ci possiamo solo augurare sia stato un buon incontro”. A questo punto, Ferrero è tornato a ribadire la sua posizione sul campionato di Serie A.
“Dovesse arrivare un parere positivo cosa ne penserei? Intanto direi attenzione, che Ferrero non è contro al finire il campionato perché il calcio è una cosa meravigliosa. Sono incantato dal calcio, come lo siete tutti voi, e ognuno di noi capisce l’emozione che possono darci questi ragazzi che vanno in campo. Dico però un’altra cosa: noi, che siamo squadre come Lamborghini o Ferrari, non possiamo fare “pronti e via”. Dobbiamo fare una bella revisione al motore ad una macchina che è stata ferma due mesi. E bisogna fare attenzione agli infortuni.
E poi dico ancora un’altra cosa. Ripartiamo e se un giocatore si ammala che si fa? Va in quarantena tutta la squadra o lo si considera come se si fosse infortunato al ginocchio? Siamo di fronte a un nemico che non sappiamo chi sia. Sgombriamo il campo da equivoci: Ferrero vuole finire il campionato, ma nella sicurezza di tutti quanti i miei calciatori e di quelli delle altre squadre. Chi dice “giochiamo, giochiamo, giochiamo” fa solo demagogia. Domattina esce un signore che vuole una cavia? La vado a fare io se c’è un vaccino e ricominciamo il campionato. Oggi però di che parliamo: solo di demagogia spicciola. Solo propaganda, quando a stare zitti faremmo solo più bella figura.
Importante finire questo campionato? Importante è sconfiggere il coronavirus. Se esce domani un vaccino, faccio io la cavia: questo è importante. Altrimenti è propaganda e vogliamo fare tutti quelli che vanno a parlare in televisione. Ma di che parliamo? Parliamo di un campionato giocato di sera, senza avere la certezza che per questo acerrimo nemico che ci penetra dentro e ci distrugge si sia trovata una soluzione. Parliamo di un campionato a luglio, alle ore 21, senza pubblico. Ma che senso ha? La cosa più bella di una partita sono i tifosi. Il tifo è la cosa più bella del mondo. Così non si gioca nemmeno a settembre oppure ottobre? Infatti sono stato il primo a dire “non giochiamo”. Bisognerebbe prendere delle precauzioni serie, che oggi non ci sono. Vorrei giocare tutta la vita, ma giocare in sicurezza. Il mondo sta cambiando, dobbiamo rendercene conto. Quando ci diranno di uscire, secondo voi usciremo tutti? Se ci vogliamo prendere in giro, prendiamoci in giro…”
Il presidente della Sampdoria, incalzato sulle possibili modalità di una ripresa e sulla possibilità di fare una parte atletica prima che di contatto, si è mostrato nuovamente scettico. “Quali precauzioni? Stare più lontani di quattro metri e un allenatore ad allenare dal balcone col megafono? Penso che siamo umani e prima di un vaccino il mondo resterà terrorizzato. Non è che non c’è possibilità di ripresa, ma dico che le cose eccezionali non esistono. Una cosa eccezionale per me è quando nasce un bambino sano, che sta bene, o quando alziamo una coppa in campo col pubblico che ci incanta a guardarlo e sentirlo. La cosa eccezionale potrebbe essere che domani mattina esce seriamente un vaccino e usciamo da questo incubo. Qui non si tratta di avere torto o ragione: qui si tratta di essere davanti a un fenomeno che nessuno si sarebbe mai aspettato. Torniamo a parlarne quando lo avremo vinto. Tutti vogliamo ricominciare perché significherebbe ricominciare la vita. Ripartendo il calcio, riparte il mondo“.