Il Ministro della Salute Roberto Speranza è intervenuto questa mattina ai microfoni di Radio Capital, confermando l’arrivo di una app per tracciare con più facilità i casi positivi di Coronavirus e le persone con cui questi abbiano stretto rapporti nei confini nazionali, nei giorni e nelle settimane precedenti. Speranza, nel giorno in cui il presidente della FIGC Gravina affermava di non voler diventare “il becchino del calcio” (clicca qui), gela i vertici del pallone sottolineando come oggi la ripresa dei campionati sia “l’ultimo problema di cui occuparsi” all’interno del paese.
Un comitato tecnico-scientifico della Federcalcio ha consegnato in questi giorni a Spadafora e allo stesso Speranza un protocollo di sicurezza per riprendere gli allenamenti già a partire dal 4 maggio. Così il Ministro della Salute: “Sono un grande appassionato di calcio ma mi permetto di dire che con più di 400 morti al giorno e con una situazione sanitaria di questo tipo, con sincerità, il calcio è l’ultimo problema di cui possiamo occuparci. Le priorità del paese oggi sono altre: credo che dobbiamo mettere al centro ancora la questione sanitaria e la vita. Certamente lavoreremo per cercare di fare in modo che a un certo punto si possa riprendere, che si torni alla vita normale, ma la priorità in questo momento rimane quella di salvare le vite delle persone. Lo dico con massimo rispetto e da grande appassionato, però viene prima la vita delle persone”.
L’app “Immuni” è ormai prossima alla diffusione: “È stato già firmato un contratto, mi auguro che si possa accelerare. Ci permetterà di essere più veloci a tracciare i casi positivi, che vanno immediatamente individuati così come le relazioni strette di questi casi vanno messe in quarantena. Potrà servire per collegare la struttura sanitaria o il medico alla persona, che è meglio se resti a casa ma dovrà comunque avere un rapporto costante con i medici. Uso razionale dei test e dei tamponi: in tutto il paese stiamo facendo partire un test sierologico che ci permetta di avere un quadro più chiaro della situazione. Questa app ci aiuterà anche a recuperare un ritardo nazionale sulla sanità digitale. Non ci sono miracoli: non è che con l’app abbiamo risolto i problemi, solo il vaccino sarà la vera salvezza. La battaglia non è vinta. Riceviamo numeri incoraggianti e c’è una riduzione dei posti occupati in terapia intensiva occupati da Covid-19, che sono scesi da più di 4000 a 2600 nel giro di due settimane, ma guai a pensare che sia tutto finito. Siamo di fronte a uno scenario drammatico: vedere le fosse comuni in America ne dà il senso. L’Italia è stato il primo paese a pagare un prezzo enorme, ma come ormai chiaro si tratta di un problema globale. Non pensiamo che sia finita, altrimenti finiremmo perfino per vanificare i sacrifici enormi che i cittadini hanno fatto. Sacrifici che non sono stati inutili: bloccare iniziative imprenditoriali, aziendali, restare a casa ed evitare i contatti hanno consentito di salvare la vita a migliaia e migliaia di persone”