Questa mattina la rassegna stampa si concentra principalmente sui dettagli contenuti nel protocollo che la Federazione Italiana Giuoco Calcio ha trasmesso al Governo in attesa di approvazione. In questo senso, la settimana che si apre vivrà passaggi fondamentali: domani l’assemblea di Lega Serie A, mercoledì l’incontro tra il Ministro Spadafora e la Federazione. Giovedì sarà invece l’ora della UEFA, che incontrerà le 55 federazioni e proporrà anche le date per una possibile ripresa delle competizioni europee (non prima di agosto).
Le strutture dove le squadre si alleneranno dovranno ovviamente essere sanificate, dopodiché saranno i giocatori a sottoporsi a test e controlli. Una serie di tamponi a distanza ravvicinata coadiuvato da esami del sangue per verificare effettivamente la negatività al coronavirus. Una volta svolti questi test, i calciatori saranno divisi in tre gruppi: i giocatori che non hanno mai contratto il coronavirus, i guariti che hanno avuto sintomi lievi e i guariti.
Le squadre, come noto, dovranno rimanere in ritiro permanente all’interno dei centri sportivi (chi ne ha uno a disposizione con camere da letto e aree sufficientemente ampie e spaziose) e questo avverrà almeno per due settimane. Due settimane durante le quali si svilupperanno anche gli allenamenti. La prima settimana si lavorerà rigorosamente individualmente oppure a piccoli gruppi, rispettando la distanza di due metri. Soltanto in un secondo momento, dopo una prima fase di assestamento, si potrà progressivamente ampliare il lavoro tecnico, riducendo poco a poco le distanze tra giocatori e staff. Sarà un procedimento graduale e lento, che non si interromperà in caso di nuovi contagi: in quel caso verrebbe isolato chi contrae il coronavirus e sarebbero effettuati nuovamente i test.
Oggi questo protocollo verrà sottoposto all’AIC, che vede in una ripresa degli allenamenti non soltanto la possibilità di portare a termine la stagione, ma anche quella di facilitare la discussione tra società è tesserati per un taglio degli stipendi in aiuto, oltre che dei club, anche delle serie minori. Quanto viene ribadito sui giornali sportivi ancora stamattina è che tutto dipende dalla Serie A, destinata a ripartire in ogni modo per prima. Grande caos e forti polemiche, infatti, stanno investendo nelle ultime 48 ore le leghe minori, dalla Serie B alla Lega Nazionale Dilettanti. Ha fatto discutere, infatti, la lettera diffusa dalla Lega Serie C presieduta da Francesco Ghirelli nella quale si proponeva l’idea di sospendere i campionati, promuovere Reggina, Monza e Vicenza e sorteggiare la quarta neo-promossa in Serie B. Una decisione che non piacerebbe a Balata, presidente Serie B, e neppure a Cosimo Sibilia, presidente della LND.
I problemi delle serie calcistiche minori, specialmente sul fronte medico, sono ben descritti oggi da Enrico Castellacci, presidente dell’Associazione Italiana Medici di Calcio, che alla Gazzetta dello Sport spiega come “nelle serie minori parecchi medici, nemmeno inquadrati, finiranno per tirarsi indietro per impossibilità strutturale di attuare le linee guida sanitarie e anche in A ci sono problemi. Purtroppo non si sono sentiti i rappresentanti di chi è professionalmente nel territorio”.
C’è poi da registrare il “giallo” legato alla positività di Massimo Cellino al coronavirus. Negativo al tampone, si sarebbe anche sottoposto a test sierologici che avrebbero rilevato un grande numero di anticorpi. Oggi il presidente del Brescia si sottoporrà a decisivo tampone, ma intanto ribadisce attraverso il Corriere dello Sport quanto già detto nei giorni e nelle settimane passate. “Farò allenare i miei giocatori a maggio affinché non si atrofizzino i muscoli, poi li manderò in vacanza. Le prime dieci squadre del campionato vogliono riprendere per spartirsi 180 milioni. A Brescia la gente continua a morire e io per rispetto non voglio più giocare. Ripartire dalla B non sarà un problema, mi sto già organizzando”.
Rilanciate anche le parole del presidente della Fiorentina, Rocco Commisso, e quelle del presidente FIGC Gravina, intervenuti nella giornata di ieri. Il presidente viola ha concesso un’intervista al Corriere dello Sport nella quale specifica di non aver mai detto no alla ripresa del campionato. “Il calcio e l’Italia devono ripartire, non possono restare fermi ancora a lungo. Il Paese sta andando incontro a una forte recessione. La mia unica pregiudiziale era il timore che si potesse compromettere la stagione 2020/2021. Le cose sono cambiate. Fondamentale è la salute. Io ho due mani e si possono fare tante cose con due mani: con la destra la salute, con la sinistra il calcio“.
Rilancia il presidente Gravina attraverso le colonne del quotidiano Tuttosport, che ne riprende le dichiarazioni rilasciate in televisione nella serata di ieri. “Non ho mai preso in considerazione l’idea di chiudere la stagione: sono in ballo 5 miliardi di euro, grande sarà l’impatto negativo – ha ribadito il presidente FIGC usando poi un’immagine da stigmatizzare in un periodo di morte e drammi in tutta Italia – Io non posso essere il becchino del calcio italiano e quindi porto avanti l’idea di ricominciare. Tamponi alle squadre irrispettosi dei tanti contagiati che non hanno la stessa possibilità? Non facciamo falsa retorica. Per i tamponi ci sono cliniche private a disposizione”.
Chiude il quadro generale di giornata il Corriere dello Sport, che ritorna sul fronte arbitri. Nelle ultime ore il designatore della Serie A, Rizzoli, avrebbe abbozzato la data del 24 maggio come possibile giorno per il raduno degli arbitri. Primi tre giorni di test medici e successivi tre di natura atletica e fisica. Ritrovo a Coverciano oppure a Roma, all’Acqua Acetosa. Prende piede anche l’ipotesi che le designazioni arbitrali perdano il criterio della territorialità per consentire di terminare la stagione 2019/2020, il tutto per evitare rischiosi spostamenti con mezzi propri di arbitro e guardalinee. Altro capitolo quello legato al VAR: malgrado si possano sanificare le VAR Room e dotarle di presidi di sicurezza, tiene banco concretamente l’ipotesi che si riparta senza l’ausilio della tecnologia.
GLI APPROFONDIMENTI SUL GENOA
REPUBBLICA – L’edizione genovese di Repubblica parlare di Genoa e Sampdoria spiegando come la Serie A non sia stata mai così vicina ad una ripartenza e come le due genovesi, tra le società che sin dall’inizio avevano manifestato scetticismo nel tornare a giocare, risulteranno “costrette” a dire sì. Sul banco molti soldi dai diritti televisivi e un protocollo rigorosissimo di controlli e test. Più semplice l’approccio che avrà il Genoa coi test medici, non avendo avuto contagiati, mentre la Sampdoria avrà effettuarne di più approfonditi. Non certo secondaria la posizione dei tifosi rossoblu e blucerchiati, che già da tempo hanno fatto sapere di considerare chiusa la stagione. Stagione che, se ripartirà, lo farà a porte blindate.
SECOLO XIX – Il Decimonono, invece, questa mattina offre uno spaccato sulla questione del protocollo sanitario proposto dalla FIGC e in fase di approvazione da parte del Governo. Sul fronte Genoa, l’approfondimento è destinato ad un trafiletto dove si possono leggere le dichiarazioni di Perin e Favilli, due giorni fa impegnati in un allenamento via web coi preparatori atletici Pilati e Stoppino (clicca QUI per leggere le loro dichiarazioni).
LE PRIME PAGINE
Genoa, Perin e Favilli al lavoro via web sotto gli occhi di Pilati e Stoppino
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