Il presidente spagnolo Pedro Sánchez ha annunciato una ripresa graduale, suddivisa su più fasi, anche per gli sport professionistici del paese. “Se saremo bravi a controllare l’epidemia, a fine giugno potremo ripartire” sostiene Sanchez, che in una conferenza stampa ha confermato la riapertura degli allenamenti individuali dal 4 maggio e di quelli collettivi una settimana dopo, ovvero dall’11 maggio. “Permetteremo la riapertura parziale di determinate attività nei centri sportivi, come gli allenamenti delle squadre professionistiche”. Insomma, il calcio in Spagna vuole ripartire e per il momento ha ancora l’appoggio del Governo.
Non mancano, ormai da settimane, posizioni in contrasto rispetto alla volontà della Liga e del suo presidente Tebas. Ieri vi abbiamo riportato il comunicato della tifoseria organizzata dell’Espanyol, che preferisce vedere la sua squadra “retrocedere con onore” piuttosto che ripartire a porte chiuse e chiede anche alla società stessa di seguire la stessa strada. Dal canto suo, Tebas è stato diretto già nei giorni scorsi: “Appena la Federazione ci darà il via libera, se alcune società si rifiutassero di giocare verrebbero punite – è l’avvertimento del presidente di Lega – Sarebbero tolti tre punti o anche di più, andrebbero a casa. Non si possono prendere queste decisioni in maniera individuale, anche perché la decisione di un club danneggerebbe anche gli altri e i danni sarebbero superiori ai benefici”.
Serie A, Spadafora: “Fossi nei presidenti, mi organizzerei per ripartire dal prossimo campionato”