Tutti contro tutti in politica e nel calcio. Non solo da oggi, 4 maggio, giorno in cui dovrebbe iniziare la Fase 2 del Coronavirus.
Si aspettano giornalmente decreti, circolari, ordinanze del Governo, delle Regioni, dei Comuni ai quali si sono aggiunte anche quelle delle Prefetture tutte da decrittare e scoprire. Molto difficile assimilarle per i cittadini che dovrebbero rivolgersi a studi legali per poter capire cosa fare con le risposte da “azzeccagarbugli” alle domande dei cittadini al Governo.
Politica e calcio sono una Fiera non per comprare, ma per vendere. L’ultima è quella di sabato in tarda serata dei Governatori regionali appartenenti al PD sugli allenamenti individuali da svolgersi dentro i centri sportivi. Considerata la circolare del Ministero degli Interni di ieri, domenica di prima mattina tramite i Prefetti che autorizzavano la riapertura dei Centri sportivi, la presa di posizione dei Governatori di Lazio, Campania, Emilia-Romagna, Sardegna è stata una pressione sul Governo oppure essendo a conoscenza facendone parte è stato un anticipo politico in questa guerra tra maggioranza e opposizione come ai tempi di Don Camillo e Peppone.
Ogni dichiarazione politica fatta bisogna compararla alla canzone di Branduardi: “Alla Fiera dell’est: … il topolino che viene mangiato dal gatto, il cane che morde il gatto, il bastone che picchia il cane e il fuoco che brucio il bastone”.
Tutti questi personaggi politici, primo Ministro, Ministri, Presidenti e assessori regionali e comunali, non tralasciando dirigenti di calcio e degli altri sport a parole affermano che le regole si decidono tutti insieme, ma nei fatti ognuno vorrebbe far prevalere le sue idee che non sono dettate a favore della gente e dei tifosi, ma tutto con uno sfondo politico/economico.
Per finire a questa “pandemia” è arrivato il momento di controllare solamente chi non rispetta le norme di sicurezza per strada, nei negozi (le mascherine sul collo o sui caschi in ambienti chiusi) e non proibire di fare passeggiate, rispettando la distanza, nei limiti delle proprie regioni o nei confini vicini o per raggiungere le seconde case e tornare immediatamente indietro.
Sono stati assurdi i divieti, la paura, e da oggi 4 maggio la gente impazzirà ed evaderà dal carcere casalingo non solo per andare a lavorare. L’unica via d’uscita è continuare a responsabilizzare il popolo italiano che ha dimostrato che se parte la Fase 2 il merito è solamente il suo rispettando le regole, quelle chiare.
Parte la Fase 2 con poche certezze, anche perché la scienza non aiuta per la sua caratteristica vita connessa solo all’ apprendimento e alla scoperta. Attualmente si è impappinata per colpa del fiume di dichiarazioni troppo spesso opposte tra di loro rese da sovrabbondanze di scienziati di malattie infettive troppo utilizzati dai media per mettere in piedi show dove mancano solo le ballerine da prima fila con le domande – sempre le stesse – come le risposte evasive.
L’unica medicina alla fine di ogni discorso è il distanziamento sociale, il lavaggio delle mani con l’unica speranza, non certezza, che ad oggi potrebbe funzionare considerato che sono misure che non sono mai state messe in discussione.
Per qualche scienziato il caldo potrebbe essere il vero nemico del Coronavirus, come tutte le influenze, anche se il Covid 19 è stato più attivo e cattivo. Per sua colpa o errori umani? La soluzione del caldo omicida non sembra piacere ai virologi nostrani, non avendo la sicurezza e la paura che possa legare con quella di una ricaduta.
Parte la fase 2, ma non sappiamo a che punto è l’epidemia. Grafici e curve del picco che lasciano il tempo che trovano con l’unica certezza il numero dei morti giornalieri: meno male che diminuiscono. L’aspettativa che si studi e si aumenti il monitoraggio delle infezioni e del livello di immunità con test sierologici e virologici, pronti ad aprire ma anche chiudere in caso di focolai anche a livello regionale e non solo nazionale.
Da oggi, da parte di tutti, per non rovinarsi futuro e vacanze non serve una libertà abusiva, senza condizioni, ma una libertà responsabile, non alla carlona, per combattere l’epidemia che alla fine (chissà quando) deve dare una risposta alla crisi sanitaria, economica e sociale. Intanto Spadafora cerca di tagliare le gambe al calcio e la palla passa direttamente a Conte.