Cristian Zapata è intervenuto questa sera ai microfoni di Radio Caracol raccontando come ha trascorso i giorni di quarantena, cosa si aspetti in caso di ripresa del campionato di Serie A e ribadendo un’ambizione: non perdere la maglia della nazionale della Colombia fino al prossimo Mondiale in Qatar. “Sono stato a casa – racconta Zapata – Ho imparato un pochino a cucinare, cosa che non ero molto bravo fare. Questa quarantena mi è toccato farla da solo, è stato un po’ complicato ma ho approfittato del tempo per imparare cose che non sapevo fare e sono cresciuto. Cosa so cucinare? Il nostro arroz con huevos, quello non può mai mancare. Di solito non leggo, ma in questa quarantena ho provato ‘I Quattro Accordi’ di Don Miguel Ruiz e mi è piaciuto molto. Forse è stato il primo libro che ho letto in vita mia (sorride, ndr)”.
Ancora Zapata, sull’eventuale ripresa del campionato e sui test da effettuare prima di riprendere gli allenamenti al centro sportivo Signorini: “Qui in Italia siamo nella Fase 2, dove già si comincia a riaprire qualche locale. Noi siamo in attesa di vedere e capire se il campionato possa essere terminato. Ci sono già squadre che hanno aperto i loro campi di allenamento; noi speriamo che si possa terminare il campionato, ovviamente con tutta la sicurezza, le misure e le precauzioni necessarie. Con il Genoa ho un contratto fino al 2021, mi trovo molto bene in una squadra con una grande storia nel calcio italiano e in una bella città. Ho recuperato dalla lesione e sto aspettando che ricomincino gli allenamenti con la squadra. Per me è stato un periodo un po’ negativo, cominciato con una lesione al flessore destro, da cui ho recuperato. Dopo ho sovraccaricato il gemello e ho avuto altri due stop di nuovo, ma ora li ho superati e sto bene”.
La soluzione dei 5 cambi? “In questo momento mi piace. Sono passati due mesi senza calcio e di conseguenza sarà molto complicato quando riprenderemo le partite, anche per il fisico. Bisognerà stare attenti a non infortunarsi, perché alla fine sono stati due mesi di inattività. Il lavoro individuale che facciamo lo facciamo a casa nostra, perché il Genoa purtroppo non ha potuto aprire il centro sportivo. Ognuno fa i suoi esercizi e il suo programma di allenamento come può: io mi alleno qui a casa e ogni tanto vado a correre nella zona dove vivo. Noi tutti i giorni misuriamo la temperatura corporea e la diciamo allo staff medico; lunedì il medico ci ha detto che faremo i test per il virus. Sarà complicato, perché il virus non è facile da controllare e andare al campo, giocare normalmente dopo quasi 2 mesi di stop per poi giocare ogni 3 giorni non sarà facile. Sarà uno sforzo imponente per noi, ma speriamo che prendano la decisione migliore. Al Genoa sto bene, sono molto tranquillo: sono venuto qui perché volevo un po’ più spazio, cosa che non trovavo al Milan anche se avevo ancora un anno ancora di contratto. Ora sto bene, sono molto contento anche per per la nazionale e con il Genoa ho trovato spazio: Genova è una bella piazza”.