I calendari della Serie A hanno ratificato la ripresa della stagione 2019/2020 e qualche giornale questa mattina paragonava la ripresa del calcio in Italia al Mondiale di Italia ’90, con tante partite vissute durante l’estate. In realtà c’è tutto tranne che un clima di festa intorno al pallone. Cambieranno molte cose, a partire dall’assenza dei tifosi sino ad arrivare alla data di fine campionato e al quando giocare. L’attuale stagione si sarebbe infatti dovuta concludere lo scorso 24 maggio, mentre chiuderà i battenti, se non ci saranno ulteriori stop, il prossimo 2 agosto.
Cambieranno dunque le date e, contestualmente, si modificheranno anche gli orari. Considerato che si proseguirà a giocare sino ad inizio agosto e la variabile della colonnina di mercurio non sarà trascurabile giocando una partita ogni tre giorni, è stato necessario valutare fasce orarie privilegiate nelle quali distribuire le partite: 17.15, 19.30 e 21.45. Si parla di fasce orarie nuove, figlie di un calcio e di un mondo fermati dalla pandemia, ma ancora “devoti” ai broadcaster televisivi dai quali dovrà arrivare il pagamento dell’ultima tranche. Tant’è vero che ancora tutto tace sul fronte della possibile visione in chiaro del calcio, a prescindere dalla Coppa Italia.
In linea teorica, sulla base di questi tre orari, sono previste solamente dieci partite nella fascia delle 17.15, scelta motivata essenzialmente dal caldo. Escluse da questo orario dovrebbero essere le società del Sud Italia: sicuramente Lecce e Napoli, ma è presumibile che si considererà in questo quadro anche il Cagliari. Potrebbe essere una variabile “impazzita” di un finale di stagione che di “pazzo” ha già moltissimo. Di sicuro non sarà assicurato di giocare tutti nello stesso momento e non ci saranno i tifosi, la cui assenza sarà pesante e potrà attenuare anche la concretissima variabile casa e trasferta.
Tendenzialmente, ogni giornata dovrebbe avere, spalmate su tre giorni, cinque gare alle 19.30 e altrettante alle ore 21.45. Sicuramente questa suddivisione ci sarà nei turni infrasettimanali, dove non sarà possibile giocare nella fascia pomeridiana. Le gare alle 17.15 spunteranno fuori soltanto nei weekend, quando le partite saranno nuovamente distribuite nell’arco di tre giorni. Si giocherà dopo le “diciassette e quindici” alla 28esima, 30esima, 32esima, 34esima e 36esima giornata. Per ogni turno saranno due le partite pomeridiane.
E chi giocherà dunque queste dieci gare alle 17.15? Per adesso sono state rese note otto di queste dieci giornate, considerato che dal 36esimo al 38esimo turno andranno ancora comunicati giorni e orari in base agli sviluppi di classifica e ad esigenze di contemporaneità.
Ad oggi vi è solo una certezza: l’unica squadra che giocherà due volte alle 17.15 è il Genoa. Nel giro di quindici giorni affronterà due delicate sfide salvezza contro Brescia (27 giugno al “Rigamonti”) e Spal (12 luglio al “Ferraris”). Giocheranno una sola volta dopo le diciassette altri quattordici club: Brescia, Milan, Roma, Juventus, Torino, Inter, Bologna, Lazio, Sassuolo, Spal, Hellas Verona, Atalanta, Parma e Sampdoria. Restano per ora fuori da questa lista Fiorentina e Udinese, che è presumibile credere che giocheranno in questo orario almeno una delle ultime tre partite, se non altro per cercare di garantire una minima par condicio. Napoli, Cagliari e Lecce non sono state dimenticate: semplicemente, in ragione di quanto scritto sopra, non dovrebbero poter ospitare gare al pomeriggio.
Un’altra variabile di non poco conto potrebbero essere gli esiti dei recuperi della 25° giornata. Partire bene o col piede sbagliato può fare la differenza, non tanto nel fisico, quanto nella psicologia. Si ricomincerà sabato 20 giugno da Torino-Parma, coi granata a soli due punti dalla zona retrocessione e i crociati che hanno messo nel mirino il settimo posto. Non di minore peso per la zona Europa League la gara tra Hellas Verona e Cagliari. Domenica 21 giugno si proseguirà con Atalanta-Sassuolo, la prima a Bergamo dallo scoppio della pandemia, e Inter-Sampdoria, coi nerazzurri chiamati subito ad accorciare su Lazio e Juventus e i blucerchiati, a loro volta, chiamati a staccare la zona salvezza.
In tutto questo scenario, c’è una fitta rete di sfide importanti da giocare. Difficile tracciare un calendario con le fasi più decisive della stagione per ognuna delle venti squadre, anche perché potrebbero livellarsi o accrescersi i divari tecnici tra le squadre. Questo lo dirà il campo.
Soffermandoci sul Genoa, dall’8 luglio al weekend del 25/26 luglio la squadra di mister Nicola giocherà sei partite in quindici giorni. Cinque partite al Ferraris (derby compreso, chissà se con qualche apertura per i tifosi) e una sola trasferta, a Torino. Prima si comincerà con Parma e Juventus in casa, Brescia e Udinese in trasferta. Dopo l’atipica stracittadina di ritorno si proseguirà con la sfida all’Inter, con l’ultima trasferta di Reggio Emilia col Sassuolo e, in chiusura, con la gara interna con l’Hellas Verona di Juric.
La cifra di cosa significherà tornare a giocare rincorrendo le scadenze UEFA è tutta in un dato: dal ritorno della Serie A in campo con Torino-Parma all’ultima partita del 35esimo turno (Lazio-Cagliari del 23 luglio), escludendo le ultime tre giornate di cui non si conoscono anticipi e posticipi, ci sono all’orizzonte trentatrè giorni di calcio. Solamente sette saranno quelli senza un pallone che rotola: 22, 25 e 29 giugno; 3, 6, 10 e 17 luglio.
Serie A, il calendario sino alla 35° giornata: date e orari per il Genoa