Walter Ricciardi, membro del consiglio esecutivo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e consigliere del ministro Speranza, è intervenuto questo pomeriggio ai microfoni di Radio Punto Nuovo ribadendo l’impossibilità alla riduzione della quarantena obbligatoria di squadra in caso di nuovo contagio da Coronavirus per un tesserato di Serie A: “Non si può accorciare la quarantena, ma stiamo lavorando ad un’altra via per salvare il campionato – dichiara Ricciardi – L’accorciamento non è possibile. Il periodo di allontanamento non può essere inferiore, ma una strada alternativa si può trovare, ci stiamo lavorando. Ci sono casi in cui l’incubazione dura anche oltre i 14 giorni. Man mano che le cose andranno meglio, si può ricominciare a pensare di allentare la guardia per il pubblico. Una cosa sono i dati scientifici ed altri le decisioni politiche. Decisioni così forte mettono poi in gioco l’unità Nazionale, sono soluzioni pragmatiche, le persone sono un po’ più libere. La Lombardia ha avuto un numero di casi più alto, quindi dal punto di vista scientifico, la proposta ha un senso. Ovviamente andrebbero rispettate tutte le misure di sicurezza, in ogni Regione”.
Sulla riapertura parziale degli stadi, ipotesi accolta con gradimento da gran parte dei presidenti di A: “Il problema del calcio è che gli spettatori sono tanti e bisogna essere in grado di garantire tutte le misure. Credo possibile sia possibile far entrare un numero ridotto di spettatori: non saprei le tempistiche, ma credo che in quasi tutta Italia si possano cominciare a fare questi discorsi”.
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