Nel corso della trasmissione “Domenica Sport” in onda su Radio Rai è intervenuto il presidente del Genoa, Enrico Preziosi. Molti i temi sul tavolo, dal Consiglio Federale in programma domani alle dichiarazioni sull’inchiesta che ha riguardato da vicino la società rossoblu negli ultimi giorni passando per il calciomercato e i nomi di Pantic e Cacciabue.
“Prevedo che la nostra richiesta non venga presa totalmente in considerazione – ha esordito Preziosi rispondendo alla domanda sulle indicazioni che la Lega Serie A ha fornito alla FIGC in merito ad algoritmo e retrocessioni – La nostra era una proposta, un’indicazione, ma la FIGC ha tutta l’autonomia sufficiente per decidere: il nostro punto di vista si basa sul fatto che ci possa essere un altro stop. Noi abbiamo intenzione di concludere il campionato, ma il nocciolo della questione è che vorremmo cambiare quella legge che si applica al solo mondo del calcio: riscontrare in qualunque società un positivo al Covid-19 obbligherebbe alla quarantena di quindici giorni. Ciò complicherebbe ovviamente il prosieguo del campionato.
Non si capisce perché se una grande azienda trova un positivo, non è che tutta l’azienda si blocca. Nel calcio c’è questo aspetto che complica e crea timori, quei timori che ci hanno portato a esprimerci in questo modo. Noi siamo intenzionati a ricominciare e il campionato dobbiamo finirlo. Ci sarebbe utile una modifica di legge: oltretutto nelle fabbriche lo si applica come infortunio sul lavoro, mentre nel calcio c’è la quarantena a tutto il team e a tutta la squadra. Lo trovo sbagliato: si risolvesse questo problema, noi avremo risolto tutto e il campionato si concluderebbe al 99,9 per cento. La FIGC ha i numeri per una maggioranza? Noi abbiamo chiesto una limitazione delle retrocessioni, abbiamo dato delle indicazioni, ma l’autonomia della Federazione la porterà ad una conclusione definitiva alla quale dovremo attenerci“.
Cosa temo di questo campionato che ricomincerà? Temo proprio questa possibilità, non remota, che qualche giocatore possa anche risultare positivo: questo mi assilla e proprio per questo credo che la legge vada modificata. La ripartenza è comunque un’incognita perché tre mesi di stop, in ogni caso, cambiano le situazioni soprattutto quando una squadra aveva trovato una quadra. Adesso deve ritornare e affrontare anche le partite senza lo stimolo del pubblico. Tutto può succedere: e questo vale per tutti, non solo per il Genoa. Noi eravamo già pronti perché gli ultimi risultati ci avevano confortato. Ricominciare è un’incognita, però siamo convinti dei nostri mezzi e della nostra rosa: non temiamo. Nel calcio succede di tutto e di più, ma siamo convinti che possiamo portare in porto una tranquilla salvezza”.
Sugli stadi parzialmente aperti e un possibile rincaro dei biglietti. “Rincari? No, assolutamente no. Agevoleremo piuttosto chi vuole entrare. Andrebbe però data la precedenza a chi ha già pagato l’abbonamento e l’intero campionato: una parte oppure a rotazione si potrà entrare. Se il distanziamento è necessario, in uno stadio dove ci sono 30mila posti farne entrare uno ogni sei posti garantirebbe tutte le sicurezze del caso. Lo dico perché il calcio vive proprio degli spettatori, tra chi ti dà emozioni, chi ti disapprova o incoraggia”.
“Non ho le carte dell’inchiesta – ha dichiarato invece Preziosi sull’inchiesta di cui è trapelata negli ultimi giorni la notizia – ma questa indagine parte dal 2005: francamente bisognerebbe leggere quanto scritto e a quali conclusioni siano arrivati. Non possiamo entrarci: lasciamo che la giustizia faccia il suo corso e poi diremo la nostra. Questa cosa ci ha sorpreso: nel senso che è evidente che ci possano essere contrapposizioni tra dirigenza e una certa parte della tifoseria, ma a quale livello o grado questi signori siano usciti non lo riesco a decifrare. Non ho contezza e conoscenza di quella che è l’inchiesta. In settimana cercherò di capire meglio quali siano gli atti e dirò il mio pensiero: per adesso non ho nessun tipo di riscontro e non ho assolutamente contatti con la giustizia né la giustizia ci ha chiesto qualcosa. Aspetteremo per dire qualcosa a smentita o conferma di quelli che sono gli atti d’inchiesta“.
“In questo momento qui il mercato è l’ultimo dei nostri pensieri – spiega invece il presidente del Genoa a chi gli chiede di Cacciabue e Pantic, due nomi usciti suoi quotidiani nelle ultime ore e accostati al Genoa. “Evidentemente il calciomercato comincerà nel momento in cui uno ha la consapevolezza di appartenere ad una categoria anziché ad un’altra. Aspettiamo e, come sempre, faremo gli interventi necessari per rinforzare la rosa. Parlare di mercato oggi è azzardato. Lapadula in scadenza al 30 giugno col Lecce, avversaria per la lotta salvezza col Genoa? La Federazione dovrà intervenire per allungare la stagione da 12 a 14 mesi e si risolverebbe il problema.
Il giocatore prestato deve concludere la stagione nella società a cui è stato prestato, non ci sono altre storie: altrimenti sarebbe un campionato totalmente anomalo e falsato. La Federazione dovrebbe dare il via libera ai 14 mesi per quanto riguarda il discorso contrattuale e in questo senso credo si stia muovendo. Perché spesso ho ridisegnato il Genoa in corso d’opera? Noi abbiamo questa tendenza a stravolgere in corsa, ma è una tendenza che dovremo limitare nel tempo visto anche quanto può accadere a livello economico e sportivo. Siamo molto attenti sui giocatori, ma questa tendenza dovremo limitarla al fatto che c’è bisogno di una rosa stabile con qualche innesto da inserire di stagione in stagione. Gli errori si fanno, ma agli errori bisogna rispondere con rimedi”.
Infine, c’è spazio anche per parlare delle due genovesi: rischieranno la retrocessione, almeno una delle due? “I numeri dicono quello, ma considerando le due rose, per quanto mi riguarda, sono molto sereno. Anche in merito alla rosa della Sampdoria, in considerazione delle altre squadre che lottano alla stessa maniera. Mi sento di poter dire che entrambe porteranno in porto la salvezza”.