Riceviamo e pubblichiamo l’approfondimento a cura di Diego Tarì, esperto in materia e fondatore del sito www.tifosobilanciato.it.
L’Assemblea degli azionisti del Genoa ha approvato il Bilancio dell’anno 2019, che copre due diverse stagioni sportive: il secondo semestre della stagione 2018/19 e il primo di quella in corso. La Società ha chiuso l’anno con un utile di esercizio di 10,2 milioni di Euro (20,5 prima delle tasse). Questa l’evoluzione dei numeri negli ultimi cinque anni (i valori sono espressi in migliaia di euro).
L’EBITDA riclassificato: misuriamo la performance “reale”
Spesso si discute se sia o meno corretto non tenere conto degli effetti del calciomercato per misurare la performance di un club, considerato che il calciomercato è ormai diventato a tutti gli effetti una delle basi sulle quali si appoggia il business del calcio.
Osservare l’EBITDA riclassificato (indicatore che tiene conto dell’attività operativa del club prima degli effetti del calciomercato, ndr) ha però il vantaggio di verificare la capacità (o l’incapacità) del Club di pagare le proprie spese di gestione (stipendi e spese generali) attraverso le fonti di ricavo tradizionali (biglietteria, diritti tv, sponsor, ecc.). Vista da un’altra prospettiva, misura il grado di dipendenza economica del club dal calciomercato al crescere della quale aumentano i rischi.
Come visto in occasione dell’analisi dei precedenti bilanci, il Genoa presenta già qui un problema. Nel corso degli ultimi cinque anni ha accumulato un deficit di 42 milioni di euro, derivante dalla differenza fra il fatturato operativo ed i costi di gestione della struttura. Abbiamo anche già osservato che questa situazione è comune alla maggior parte delle squadre di Serie A e che deriva dall’incapacità di contenere i costi del personale entro un livello sostenibile. La situazione in casa Genoa non sembra però andare nella direzione giusta da questo punto di vista, perché il costo del personale tesserato continua a crescere: dal 2015 ad oggi ed è passato dai 43 milioni di allora ai 57,6 milioni dello scorso esercizio.
Se una parte del costo è dovuto agli innumerevoli cambi sulla guida tecnica (negli ultimi tre anni i compensi per allenatori sono stati 16,3 milioni pari ad una media di 5,4 milioni di euro all’anno), il grosso dell’aumento è sugli stipendi di calciatori, passati da 40 a 52 milioni di euro nell’arco del quinquennio.
Il problema del costo della rosa, come già osservato negli anni passati, dovrebbe essere affrontato e risolto perché, da solo, assorbe quasi la totalità dei ricavi. Purtroppo questo è un obiettivo ribadito nel tempo che però non viene raggiunto, mentre invece sarebbe determinante per un maggiore equilibrio dei costi. Anche in questo caso si tratta di un male comune alla maggior parte delle squadre di Serie A, cosa che però non consola.
Il Risultato operativo
Scendendo di un livello si giunge al Risultato operativo, che invece tiene conto della gestione del parco calciatori: vengono cioè aggiunti i proventi e gli oneri delle vendite (plusvalenze e minusvalenze) ma anche i costi degli ammortamenti dei calciatori ed il costo di osservatori ed intermediari.
Questa è l’ancora di salvezza di quasi tutte le squadre di calcio, che – nell’impossibilità (o incapacità) di mantenere una struttura di costi gestibile con i ricavi normali (stadio, televisioni, commerciali) – sono obbligati a sfruttare al massimo la leva del calciomercato (= plusvalenze) per poter pareggiare i costi.
Negli ultimi cinque anni il Genoa ha prodotto con questa voce oltre 87 milioni di euro, dei quali 45 mln nel solo 2019. Evento eccezionale, dovuto in particolare alle cessioni di Piątek e Romero, che hanno consentito di raggiungere un risultato positivo di esercizio dopo tanti anni. Non a caso la differenza nel risultato della gestione del parco calciatori rispetto al 2018 (22,9 mln) è grosso modo quella che troviamo riflessa, in positivo, sul risultato prima delle tasse, migliorato di 20 milioni.
Aspetti patrimoniali
Per quanto riguarda gli aspetti patrimoniali, il debito netto del Genoa si è mantenuto costante, dopo il forte incremento del 2018. In questa tabella abbiamo esposto le voci considerate nel calcolo, rivedendo quanto fatto in passato, perché ci sono sembrate maggiormente rappresentative del dato.
Analizzando la composizione delle voci, è possibile osservare come vi sia stata una significativa riduzione dei crediti a breve termine (probabilmente per effetto delle tempistiche di incasso della cessione di Piątek al Milan e della contestuale riduzione del credito verso la controllante per il consolidato fiscale), ma anche dei debiti finanziari (verso banche e factor), scesi di quasi il 30% (17 milioni).
Per quanto attiene al debito fiscale rateizzato, che pesa per circa 31 milioni sui 53 totali, la Società sta saldando i piani concordati ma non è ancora riuscita ad invertire completamente la rotta pagando tutto il debito corrente che si genera: nel corso del 2019 ha infatti siglato dei piani di rateizzazione relativi all’IVA dei primi tre trimestri dell’anno. Ciononostante, e questo è comunque positivo, la riduzione complessiva è stata di 6,5 milioni di euro, quindi il recupero – sebbene più lento di quanto ci si potesse auspicare – è in corso.
Rispetto ad altri anni, il 2019 ha visto una ripresa degli investimenti da parte del Genoa soprattutto sul Centro Sportivo Pio XII, oggetto di un’importante restyling con la realizzazione di due nuovi campi da gioco e di una nuova palestra (con un costo di circa 3,5 milioni di Euro) e che, secondo quanto riporta la Relazione sulla Gestione, proseguirà anche nel 2020.
A fronte di questa situazione debitoria il Genoa ha nel suo bilancio immobilizzazioni (cioè investimenti fatti nel tempo) per un totale di 94 milioni di euro, rappresentati per il 75% dal parco calciatori (che hanno un valore netto contabile di 70 milioni).
Allo stato attuale non è facile capire che impatti potranno esserci sul calciomercato a seguito dell’emergenza COVID-19, ma spesso la società è riuscita ad ottenere significative plusvalenze, quindi è ragionevole ipotizzare che questo importo sia una base di riferimento sufficientemente solida.
Pur nella positività del risultato del 2019 (erano 8 anni che il Genoa non chiudeva un esercizio in utile) permangono ancora aspetti sui quali occorre lavorare. Come già osservato l’anno scorso, una maggiore stabilità della guida tecnica e una diversa gestione della rosa dei calciatori, oltre a portare un beneficio anche sul risultato sportivo (che, oltre a rendere felici i tifosi, produce impatti economici positivi), sono necessarie per riuscire a tenere maggiormente sotto controllo i costi fissi, operazione necessaria visto che sul versante dei ricavi i margini sono abbastanza ridotti.
Per quanto riguarda la Licenza Nazionale, basandoci sul bilancio 2019 e sugli indicatori attualmente esistenti, il Genoa non dovrebbe avere problemi nell’ottenimento in quanto rispetta, come gli anni passati, i tre indicatori di bilancio che sono previsti dalle norme federali.
Come si è letto sui quotidiani nei giorni scorsi, invece, la pratica per la Licenza UEFA non è stata portata a termine e il Genoa non ha quindi ottenuto la medesima licenza, che obbligatoriamente deve essere richiesta da tutte le squadre di Serie A.
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