È tornato il calcio, ma non si è ripreso la scena con le semifinali di Coppa Italia. Partite che hanno fatto scatenare le solite dispute da Bar Sport e televisive sulla fortuna bianconera e la sfortuna rossonera nella semifinale di venerdì, e anche per l’altra semifinale tra Napoli e Inter il condimento finale è stata la discussione tra i normalizzatori del catenaccio e contropiede e i fautori del possesso pallone con densità, fase difensiva più curata e occupazione degli spazi.
La musica ad alto volume dell’Allianz Stadium copriva i commenti della RAI, unica a godere visti gli otto milioni di spettatori, numeri osannati ma pochi se vengono paragonati con i grandi numeri di tifosi bianconeri e rossoneri sparsi non solo sul territorio italiano. E sono stati ancora meno i teleutenti per Napoli-Inter. Dati che devono far riflettere la Lega Calcio, la FIGC e le televisioni confrontandoli con quelli degli anni precedenti e le stesse partite in programma chiedendosi il perché dopo tanta astinenza di calcio.
In Juventus-Milan hanno fatto breccia le maglie nere del Milan con la scritta “Black lives Matter” a caratteri bianchi e quelle della Signora con la scritta “no racism”.
Il calcio si è ricordato del Covid non solo con il minuto di silenzio per ricordare le migliaia di morti, ma anche con coloro che sono stati in prima linea abbassando le luci della Stadio della Juventus illuminando solo il centrocampo per ringraziare gli operatori sanitari. Stessa operazione al San Paolo.
Sulla gara Juventus-Milan poco da dire. Calcio arrugginito, nessuna sorpresa dopo quarantene e allenamenti sul terrazzo di casa. Il ritorno del calcio dopo 100 giorni non passerà alla storia delle semifinali di Coppa Italia per il gioco, ma per il Coronavirus. È stato più facile difendere in 10 da parte del Diavolo che attaccare da parte della Signora. Il ritmo è stato estivo, anche se a Torino la temperatura era intorno ai 16 gradi, partita da Trofeo Moretti agostano.
Sarri ha sbagliato il primo esperimento della ripartenza e dovrà tenere conto che CR7 non può giocare centravanti e terminale offensivo in mezzo ai centrali avversari. CR7 sbaglia il secondo rigore da quando è in Italia e non impegna mai Donnarumma. Il Milan ha fatto la sua figura anche in 10 e Mister Pioli, vedovo non solo di Theo Hernandez e Ibrahimovic, ha incartato Sarri con un 4-4-1 molto stretto in particolare nel cuore del gioco dove si sono persi i 6 centrocampisti con i cambi schierati dal banchiere calcistico, ma non ha mai tirato in porta. Orsato non ha visto tutto, ha deluso il rigore: era da concedere anche senza Var e il fallo da rosso di Rebic senza aiuto del quarto uomo.
Napoli-Inter è stata una partita più vera nonostante la condizione precaria, non se le sono mandate a dire anche non rispettando il protocollo con abbracci, faccia a faccia dopo falli al limite ma cattivi, sputi per terra, il tutto alla faccia del distanziamento sociale, una barzelletta con le marcature ad uomo di Conte allenatore sui palloni inattivi.
L’Inter ha subito monetizzato l’errore della difesa partenopea con Eriksen da calcio d’angolo, ma non ha saputo chiudere la pratica qualificazione dopo aver martellato il Ciuccio sulle corsie laterali con la scarsa partecipazione di Lukaku appesantito per incornare e Lautaro difficilmente smarcatosi nello spazio. Da Napoli, Conte può portare a casa solamente un ritrovato Eriksen: il danese aveva lasciato dubbi al suo arrivo.
Il tecnico del Biscione ha urlato per tutta la gara, ma essere uscito per un contropiede partito da un calcio d’angolo e lancio di 50 metri del portiere Ospina con la difesa schierata come il Roccapepe non lo farà dormire nuovamente dopo la disavventura in Champions in casa del Borussia Dortmund. Adesso a Conte e compagnia rimangono solo il campionato da rincorrere e l’Europa League giocando due gare di ottavi di finale col Getafe ad Agosto.
Al San Paolo sabato sera non ha ringhiato solamente Gattuso per una finale da giocare che voleva dedicare sorella scomparsa, ma tutta la squadra. Ritrovato Koulibaly, in coppia con Maskimovic non hanno dato un centimetro alle punte avversarie. Numero uno Ospina per niente abbattuto dal gol dopo 3′ di gioco, un San Gennaro nel respingere tiri importanti degli interisti.
Il gol di Mertens, il miglior marcatore di tutti i tempi sotto il Vesuvio, oltre al rinnovo del contratto farà firmare assegni al Presidente che aveva garantito il pagamento totale degli stipendi senza decurtazione se avessero passato il turno.
Il Napoli di Gattuso si è chiuso nel bunker e ha vinto. Per le pignolerie calcistiche è bene ricordare che con lo stesso atteggiamento tattico ha vinto con la Lazio in Coppa Italia, con la Juventus in campionato, con l’Inter a Milano (sempre in Coppa Italia) e pareggiato con il Barcellona in Champions League, pareggio dal sapore di mezza vittoria. Rocchi ha sbagliato non estraendo il secondo giallo a Young per le ripetute entrate su Politano non da Covid 19.
Il calcio non poteva non essere alterato dal punto di vista del gioco e del fiato dopo il lockdown, ma ha lasciato delusi che i 4 allenatori, Sarri, Pioli, Gattuso e Conte ci abbiano capito poco con le 5 sostituzioni anche con la squadra in apnea. Sostituzioni arrivate in ritardo senza nessun vantaggio sul piano dell’intensità e della corsa.
Adesso importante che non si faccia il calcio copia-incolla dagli altri con il sonoro fasullo usando i suoni d’archivio dei club dei tifosi per non farlo assomigliare sempre più ad una playstation e neanche una sit-com pallonara con spalti cartonati o bambole gonfiabili che cantano i cori per non lasciare soli i calciatori.
Occorre pudore per coloro che da sempre sono stati investiti del ruolo di dodicesimo uomo in campo che non vogliono la ripresa del calcio, figurarsi quello artificiale. Si è capito che il circo calcio deve andare avanti per i diritti Tv, i debiti delle società, ma importante che si studi più il futuro e non si continui la prossima stagione con lo stesso ritornello. Importante fare le riforme e non “passata la festa, gabbato il calcio“.
L’importante era ricominciare, fondamentale che le gare di Coppa Italia siano da insegnamento al campionato che sta per iniziare che finirà sicuramente senza playoff e playout e algoritmi grazie alla revisione della quarantena nel caso di qualche positivo in una squadra o società: operazione che si poteva fare e annunciare prima per non scatenare inutili polemiche.
Venerdì scorso doveva essere l’inizio del Campionati Europei, invece è stato l’inizio della agognata ripresa del pallone italiano ancora con troppi pesi da smaltire prima del prossimo weekend.