Torino-Genoa partita da “Psyco”, partita da Hitchcock per il Toro e il Grifone. Ma Torino-Genoa sarà anche la partita delle grandi deluse. Prima dell’inizio della stagione entrambe godevano del pronostico degli addetti ai lavori come le possibili rivelazioni della stagione con Andreazzoli e Mazzarri in panchina.
L’operazione qualità del Genoa e del Torino continua a fare fatica alla 33° giornata di campionato e le colpe non sono solo dei tecnici. Ad Andreazzoli era stato chiesto di dare identità e gioco dopo il finale di annata precedente con l’Empoli, a Mazzarri di migliorare il piazzamento della stagione precedente.
Il primo è stato allontanato dopo 8 giornate di campionato con 5 punti in classifica e la motivazione di troppi gol incassati, anche se le prestazioni si intravedevano sul piano del gioco. Durante la sua operazione qualità, Mazzarri ha pagato un caro prezzo dall’eliminazione in Europa League sotto la Mole ad opera del Wolverhampton, la squadra inglese di Nuno Espirito Santo che l’ex tecnico granata non dimenticherà facilmente.
L’Europa League ha fatto un’altra illustre vittima del campionato italiano come tutte le altre che erano arrivate settime in classifica negli anni precedenti. Il Torino ha iniziato ha lavorare il primo luglio, la prima gara di qualificazione l’ha giocata il 25 luglio e le conseguenze le ha pagate fino alla sosta per il Covid.
Mazzarri è stato licenziato dopo 22 giornate di campionato, dopo aver perso quattro gare consecutive incassando 17 reti e realizzandone 3. Tra quelle incassate, 7 dall’Atalanta e 4 dal Lecce.
I Presidenti di Torino e Genoa hanno fatto l’errore – e anche per questo sono accomunati nella stagione storta – di aver sbagliato il ribaltone in panchina, fatto più per piacere alla piazza che per utilità alla causa: Longo per il suo cuore granata e Thiago Motta per il suo modo di vedere il calcio ampiamente spiegato al suo ingaggio (non era in linea con il 3-5-2 ambito e cercato dalla società dal primo giorno di allenamento in Austria) non potevano far fare la differenza.
Solo una partita per Longo prima della sosta Covid persa con la Samp, mentre nel post-Covid dove tutti pensavano che la squadra avrebbe potuto recuperare energie grazie al lockdown nulla è cambiato: perse altre cinque gare pareggiando con il Parma e vincendo con Udinese e Brescia.
La partita di domani sera sotto la Mole è da fare punti per entrambe le squadre, per ambire ad una salvezza sul filo di lana considerati i 34 punti del Toro e i 30 del Grifone, con altro pensiero vista la conoscenza del risultato di Lecce Fiorentina.
Torino e Genoa affrontano questa partita con un tabellino dei gol fatti e subiti alla pari, foto sbiadita da colorare in queste ultime sei giornate: Torino 37 gol fatti e 60 subiti, il Genoa 40 gol fatti e 60 incassati.
Tatticamente il Torino di Longo, che ha raccolto una squadra in grande difficoltà, non è riuscito a mutare le abitudini tattiche della squadra dopo la cura Mazzarri per due anni.
Longo da quando è arrivato al Filadelfia ha cercato di portare le caratteristiche di quando allenava il Frosinone, ma la troppa poca esperienza lo ha frenato con i risultati che non arrivano.
I moduli utilizzati sono stati in particolare il 3-4-1-2, ma senza l’iperverticalità voluta da Mazzarri. Ha cercato di consolidare il possesso coi tre della difesa per farli partecipare alla manovra di costruzione: operazione non riuscita perché i difensori del Toro prediligono accorciare in avanti (la foto dei due gol dell’Inter a rimorchio di lunedì sera) mentre i laterali abituati a dare più ampiezza che partecipare al palleggio da dietro.
Il Torino, anche con Longo, è Belotti dipendente, autore di 15 reti e 6 reti consecutive. Senza i “chicchirichì” del Gallo i tifosi del Torino, inferociti, preparano manifestazione per giovedì sera e si chiedono quale sarebbe la classifica del contestato Presidente Cairo.
Con qualsiasi strategia tattica prima si dava la colpa alla frenesia di Mazzarri, che voleva il pressing alto a uomo, adesso la si dà ad una difesa più di posizione in cui si aspetta l’avversario cercando di coprire al meglio gli spazi. Operazione che non riesce visti i 13 gol incassati in 6 gare dopo la ripresa della stagione.
Nicola starà pensando se ripartire con il “tridente” del giudizio visto contro la Spal provando ad integrarlo con una tattica difensiva funzionale, scegliendo la strada del pressing e del possesso e tenendo conto, in particolare e in ottica Lecce, della diffida di Pandev.
L’atteggiamento visto contro gli estensi, anche se qualcuno continua a dire che era la Spal, un sistema per attaccare e uno per difendere codificato sui principi del tecnico, ha fatto centro.
I moduli sono numeri e disegnini sulla lavagna e anche contro il Torino la differenza la dovranno fare l’atteggiamento in campo e la voglia/capacità di giocare al calcio, proporre calcio, con la grinta e il cuore cercato e voluto dal tecnico che inseguirà con la sua visione strategica l’obiettivo di occupare al meglio il campo.
La partita contro la Spal ha fatto vedere che il passaggio da un calcio più “rigido” a uno più fluido nel quale il sistema, inteso come disposizione “statica” in campo di calciatori, non ha perso importanza rispetto al comportamento che la squadra ha nelle due fasi di gioco ed è nelle corde della rosa a disposizione di Nicola.
Strategia tattica che riprende e “rimescola” concezioni del passato già viste con Nicola in panchina: erano state messe nel frullatore del Grifone dopo essere passati in svantaggio. Tutto quanto è stato creato ad hoc per Pandev, un “tridente del giudizio” con Falque e Pinamonti più offensivo supportati meglio da Schöne visti i movimenti senza pallone, che rinverdisce per il macedone i tempi del Triplete di Mourinho, con tutte le differenze di quando giocava con Eto’o e Sneijder alle spalle di Milito.
Il cambio tattico di Mourinho portò al Biscione la Champions League, la speranza che quello di Nicola porti la salvezza con meno patemi.
Il nuovo modulo di Nicola posto su quattro linee a differenza di quello giocato nelle prime 5 partite post-Covid in precedenza aveva dato risultati, potrebbe avere la caratteristica giusta – oltre facilitare lo scaglionamento offensivo – anche in fase difensiva, con più linee di marcamento che creerebbero maggior difficoltà agli avversari nel penetrare verso Perin.
All’Olimpico di Torino di Torino oltre la grinta, la concentrazione, conterà già dentro lo spogliatoio non avere la scimmia della paura sulla spalla. La formazione del Torino e del Genoa è in attesa della rifinitura di oggi.
Longo potrebbe riproporre Zaza vicino a Belotti con un trequartista alle spalle, mentre dovrà monitorare bene con lo staff medico le condizioni di Ansaldi che gioca, ma non sembra aver recuperato dall’infortunio muscolare ed è uscito con molto anticipo contro l’Inter.
La formazione del Genoa potrebbe avere un Criscito in più in panchina, mentre per Sturaro si rimanderà con il Lecce. Sarà monitorato il recupero di Cassata, uscito con qualche acciacco muscolare domenica scorsa.
Sarà Gianluca Rocchi della sezione di Firenze ad arbitrare la sfida Torino-Genoa, in programma giovedì 16 luglio allo Stadio Grande Torino dalle ore 19.30. Il fischietto toscano ha diretto i rossoblu per 27 volte in carriera, l’ultima nella trasferta a Lecce datata 8 dicembre. Assistenti Bindoni di Venezia e Lo Cicero di Brescia, Mariani di Aprilia designato come quarto ufficiale. VAR ed AVAR saranno rispettivamente Paolo Silvio Mazzoleni(stesso ruolo anche in Genoa-SPAL) e Giacomo Paganesi, entrambi della sezione di Bergamo.
Diffidati Torino: Lukic, Meitè, Sirigu. Diffidati Genoa: Cassata, Favilli, Pandev, Ghiglione, Zapata.