Un Genoa brutto, ma fortunato, è uscito vittorioso dallo scontro diretto per la salvezza contro il Lecce ed ora ha 4 punti in più in classifica nei confronti della squadra salentina, terzultima. È stato il solito Genoa post covid, squadra organizzata e bella a vedersi per una mezz’ora circa e poi arrendevole, timorosa e fisicamente inadeguata. Tutto questo probabilmente è dovuto alla paura che attanaglia i giocatori genoani. Per i rossoblu oggi c’è il derby contro la Sampdoria, una stracittadina anomala e diversa a causa di questo finale di campionato a dir poco grottesco e surreale. Si giocherà senza pubblico, senza cori, senza bandiere, e il fascino del derby della Lanterna sarà ridotto a zero.

Uno sguardo sulla Samp.

A differenza del Genoa, la Sampdoria post covid è cambiata in positivo, ha ottenuto vittorie importanti ed ha già conquistato la salvezza, cosa che prima dello stop appariva difficile. La squadra blucerchiata è allenata ora da Claudio Ranieri, subentrato all’esonerato Di Francesco. Il tecnico romano ha compiuto un autentico miracolo ed ora la Sampdoria è squadra rigenerata nel gioco e nell’atteggiamento in campo. Da navigato condottiero ha ridato fiducia ed entusiasmo a tutto l’ambiente ed i risultati ottenuti ne sono l’ovvia conseguenza. Ranieri è allenatore esperto da anni sulla breccia ed ha allenato anche squadre d’elite, è un fedelissimo del 4- 4-2, in alcune partite ha optato anche per il 4-3-1 -2, ma più che l’aspetto tattico ciò che colpisce della Sampdoria è la stupenda condizione fisica messa in mostra in quest’ ultimo periodo. La Sampdoria non fa molto possesso palla, quando lo fanno si appoggiano molto su Ekdal, che poi fa lavorare gli esterni. Sia Audero sia  i due  difensori centrali con il lancio lungo cercano spesso Thorsby, che si sposta su una delle due fasce per la spizzata di testa: schema elementare, ma molto redditizio, e quella vecchia volpe di Ranieri lo sa bene.

L’analisi reparto per reparto. Partiamo dalla difesa.

Il portiere Audero dopo un periodo di crisi è ritornato su buoni livelli. Nonostante la giovane età ha già disputato da protagonista alcuni campionati, è affidabile, con buone doti tecniche e fisiche, eccelle in reattività. I quattro difensori in linea sono Bereszynski, Yoshida, Colley e Augello. Un reparto tra i più forti del campionato. Bereszynski, “basso” a destra è giocatore di gamba e propositivo, anche se ogni tanto incappa in qualche topica. Yoshida e Colley, i  centrali, sono forti fisicamente e abili nel gioco aereo. Il giapponese, arrivato a gennaio dal Southampton, non si è ancora calato del tutto nel calcio italiano, ma è il suo rendimento è in costante progresso. Colley, gambiano che proviene dal campionato belga, ha un fisico statuario: forte di testa e con un piede sinistro educato, può avere problemi se attaccato dalla sua parte destra. Augello, l’esterno “basso” a sinistra, arrivato tardi nel calcio che conta, ha una buona corsa ed è abile nei cross: migliora di partita in partita, ma deve crescere nei movimenti difensivi.

Il centrocampo.

Depaoli, Thorsby, Ekdal e Jankto formano il reparto. Depaoli e Jankto sono gli esterni, entrambi  hanno corsa, gamba forte e rigore tattico. Depaoli abitualmente fa l’esterno più arretratp, mentre Jankto si inserisce molto senza palla. I due centrali  sono il norvegese Thorsby e lo svedese Ekdal, il primo più portato al recupero palla ed alla lotta, il secondo più dedito alla costruzione del gioco ed alla cucitura della manovra. Thorsby, fisicamente prestante e forte nel gioco aereo, è entrato prepotentemente nei giocatori preferiti di Ranieri. Ekdal è il giocatore che io personalmente invidio ai blucerchiati.

L’attacco.

Gabbiadini e Quagliarella sono i due attaccanti. Gabbiadini con il suo sinistro diabolico crea spesso problemi ai portieri avversari, anche da lunga distanza, però non mi sembra un cuor di leone e difficilmente entra dentro l’area di rigore, cosa che invece fa Quagliarella. Lì c’è l’habitat naturale di “Quaglia”, con lui ogni palla vagante può diventare letale. L’ex juventino però sa giocare anche fuori dai 16 metri, perché calcia da posizioni inusuali e sempre in maniera egregia, in più è bravo in acrobazia. Nelle ultime partite è salito alla ribalta il giovane Bonazzoli, con prestazioni convincenti, condite da gol molto belli: è un mancino ed è veloce, possiamo parlare di un titolare aggiunto. Inoltre c’è Gaston Ramirez, un trequartista o seconda punta forte fisicamente, che con il suo mancino può creare problemi sia nei calci da fermo sia negli inserimenti.

Come si comportano sulle palle inattive?

Su quelle a sfavore difendono a zona, importanti sono Thorsby e Colley che vanno a caccia del pallone. In fase offensiva Yoshida e Colley si aggiungono a Ekdal, Depaoli, Thorsby in più Quagliarella va a caccia delle palle sporche sul secondo palo. Dal limite dell’area le punizioni vengono calciate da Gabbiadini, Quagliarella e Ramirez.

In conclusione?

Servirà un’altra partita da Grifo, ma questo derby, oltre al valore che può avere la stracittadina con la Samp, ha per noi una valenza di classifica importantissima. I “cugini” non vedono l’ora di vendicare il gol subito da “San Mauro” Boselli, mentre noi vorremmo ritornare a gioire per la vittoria in un derby, e finalmente godere per una nostra vittoria e non per una sconfitta degli antagonisti nella lotta salvezza.


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Mario Ponti
Sono nato a Genova il 10 gennaio 1964. Ho fatto tutto il settore giovanile nel Genoa: 3 anni di primavera, esordio in serie A in Genoa -Napoli nel 1983. Poi esperienze nel Carbonia, Omegna, Casale e Mondovì in Serie C2; poi Dilettante in squadre della provincia di Genova. Un grave infortunio al ginocchio destro mi ha condizionato per tutta la carriera. Quattro operazioni. Una volta terminato di giocare ho iniziato a fare l’allenatore, prima nelle giovanili rossoblu e successivamente per 10 stagioni sulle panchine di Arenzano (il mio paese d’origine), Cogoleto, Lagaccio, Molassana e Pegliese. Infine, la sclerosi multipla è avanzata e ho dovuto abbandonare la panchina motivo per cui ho fatto per tre anni il direttore sportivo. Ora voglio fare solo lo spettatore e il tifoso. Nel 2014 la T.O mi ha premiato come tifoso rossoblu dell’anno, cosa di cui vado molto, molto orgoglioso.