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Prandelli: “Quando un presidente fa una squadra deve sentire molto di più l’allenatore”

Nella giornata di ieri l’ex tecnico rossoblu Cesare Prandelli è intervenuto ai microfoni di TMW Radio e, dopo aver parlato a tutto tondo della Serie A appena conclusa, gli è stato chiesto del suo passato a Genova. Parlando di dejavù, si è tornati a parlare della salvezza all’ultima giornata (quest’anno come l’anno scorso sotto la sua guida) e delle difficoltà trovate da Prandelli nell’esprimere il suo potenziale sotto la Lanterna, tracciando un parallelo con quelle che furono le difficoltà trovate anche da Juric a suo tempo.

Bisognerebbe intanto capire il perché, anche cambiando 7/8 allenatori, ci sono sempre queste situazioni esordisce riferendosi alla gestione societaria rossoblù l’ex Prandelli. “In poche parole è difficile dare un giudizio. Sono contento ovviamente per il Genoa, ma molto, molto dispiaciuto per il Lecce di Fabio Liverani perché non avrebbe meritato una retrocessione giocando un calcio molto propositivo, senza un terminale offensivo che potesse però garantirgli quei 15/20 gol per la salvezza. Per la qualità del gioco avrebbe meritato la salvezza”.

Prandelli è poi tornato, come da domanda, sulla sua esperienza all’ultimo turno della stagione 2018/2019. “Cercando di essere abbastanza chiari, precisi e brevi, perché non si possono fare molti discorsi: alla quartultima abbiamo sbagliato un rigore al 93′ con Sanabria contro la Roma. Avessimo vinto quella partita non ci sarebbero probabilmente stati gli ultimi secondi dell’ultima gara. Tante volte ci vuole un po’ di fortuna. Le difficoltà che ha trovato Juric, le ho trovate anch’io. Lui aveva in testa un calcio molto aggressivo, fisico, ma fatto anche di ripartenze collettive, ed è quello che ho trovato anch’io. Secondo la mia esperienza, quando un presidente vuole fare una squadra deve sentire molto più l’allenatore e non tutte quelle persone che gli girano e ruotano attorno. Il presidente diventa un tifoso e vede solo l’aspetto estetico. Se un allenatore decide di giocare in un certo modo e vorrebbe giocatori con quelle caratteristiche, devi assecondarlo, altrimenti non riesci a fare quel gioco. Le difficoltà che ha trovato Juric, le ho trovate anch’io. Molto semplice”.


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