Il campionato più strano della storia è andato in archivio. I pensieri sono lo stomaco su cui germoglia un campionato voluto ad inizio ripresa solo da Lega, FIGC e dalle squadre, ma solo per problemi economici. Grazie all’estate si è ripopolato alla fine dentro bar, circoli, stabilimenti balneari con televisioni
Lo stomaco non ha digerito di vedere il calcio senza pubblico. Uno spettacolo da urla nel silenzio solo per la gioia di chi trasmetteva le partite. Il calcio con gli spalti vuoti non può esistere. Non c’è uomo, donna o bambino che non sia più felice dentro uno stadio di calcio.
La full-immersion dopo il lockdown ha premiato il Presidente della FIGC Gravina, da sempre il più fiducioso di portarlo al termine, e alcune squadre in difficoltà prima, mentre ha penalizzato altre che si stavano riprendendo.
Neanche il tempo di fare una giornata al mare, che subito è arrivato il calciomercato. La data ufficiale del 1° settembre serve solo a depositare i contratti e si concluderà il 5 di ottobre, 15 giorni dopo l’inizio della stagione programmata per il 19 settembre.
Perciò il calciomercato, come sempre, sarà last minute continuando a levare le castagne dal fuoco alle società che si accorgeranno degli errori e agli allenatori non in grado di risolvere i difetti riscontrati nelle prime due gare giocate, cercando soluzioni casalinghe con i giovani oppure con la duttilità del giocatore decantata solo a parole ma vista poco.
Campionato finito con le polemiche e con lo sfogo poco apprezzato di Conte nei confronti della società. La verità, per il mondo del calcio, è una menzogna che resiste. Conte è ricorso alla verità perché era a corto di bugie.
Se tutti gli allenatori e i dirigenti adottassero il metodo Conte qualcosa nel calcio potrebbe cambiare. Invece licenziati, sbattuti fuori dalla porta, tutti in silenzio per non perdere il contratto in essere anche in vacanza. Il mondo del calcio difficilmente capirà che il silenzio non è padre della meditazione, ma madre della critica e patrigno del pessimismo.
La Juventus ha vinto il nono scudetto consecutivo, non meritato per il gioco. Inesistente il sarrismo, è arrivata la vittoria perché nessuno ha saputo servirsi e avvalersi dell’annata storta della Signora. Juventus campione d’Italia per nove volte di fila, come nei paesi non sottosviluppati, ma quasi, dove vince sempre la stessa squadra.
Vince la Juventus perché al calcio italiano interessa poco ritornare al Top dei campionati Europei come negli anni 90’ per un solo e semplice motivo la suddivisione degli introiti di Lega, UEFA e FIGC. La forbice non è equa, troppo ampia, perciò la Juventus per la gioia solo dei propri tifosi vincerà anche il decimo. Però è solo bastato che i ricavi di squadre come Atalanta o Lazio, reduci da premi e introiti investiti da Champions, per spaventare le quattro sorelle, che non sono più sette come nel passato.
Finito il campionato sono iniziate le rivoluzioni in molte squadre con cambi di allenatori, direttori sportivi, dirigenti e mal di pancia di calciatori: CR7 ha il mal di pancia da Juventus, notizia che arriva da Parigi. Complimenti a Immobile per la Scarpa D’oro: il gol non è una chimera, un’illusione. Quattordici i rigori realizzati. Complimenti anche a Caputo per i 21 gol messi a segno con soli due rigori, primo tra gli italiani dopo Ciro in mezzo alla Top dei 10 bomber del campionato. Complimenti a Pioli allenatore del Milan: ha vinto il Campionato del post-Covid.
Biasimo per la solita indolenza di coloro del mondo del calcio e dei media – che così le hanno dolcificate ancor di più – che vedevano “torte” come sempre alla fine di ogni campionato. Non ci sono più dolci.
I ricavi di piazzamento in classifica della stagione 2019/2020 sono importanti con differenze di 3/4 milioni in cima alla classifica e di 2 milioni e più da una posizione in classifica a quella successiva. Lasciando fuori i posti di quelli che andranno in Europa, la discrepanza dall’ottavo al dodicesimo posto è di 5 milioni euro, considerato il rosso in bilancio preventivato da molte squadre e solamente i 5 punti dall’ottavo posto del Sassuolo al 12° del Bologna c’era poco spazio per gli appassionati dell’inciucio o truffa.
Per quanto riguarda gli arbitri, la solita uscita del Presidente Nicchi non lascia spazio alla positività: “il clima negli stadi era surreale ed era difficile trovare il giusto equilibrio dal punto di vista delle Regole”. Invece il contrario. Il campionato ha fatto segnare record di rigori che non sarebbero stati accettati a porte aperte. Nicchi deve capire della deficienza arbitrale o di chi lo ordinava, che non si può correre senza muovere le braccia.
La campagna elettorale per la sua elezione per il quarto mandato consecutivo è da fanta-Aia: “si riuniranno arbitri di Can A e B”, la promessa elettorale alle sezioni arbitrali che non hanno un arbitro in A o in B. Complimenti: ci ha messo 10 anni a capire che i guai della classe arbitrale sono derivati solamente dall’assurda decisione del 2010 – in compagnia di Collina – che portò a dividere gli arbitri tra Can A e B, che hanno arricchito i protagonisti del massimo campionato in campo ogni giornata di campionato come quarto uomo, VAR o AVAR, ma non hanno cresciuto direttori di gara.
Decisione di non far crescere gli arbitri per la bravura ma solo per raccomandazioni. Adesso con le punte di diamante tutte in pensione chi gestirà la prossima stagione 2020/2021, sulla carta campionato non facile, con solamente 3/4 arbitri in grado di dirigere partite non solo di livello?
Il campionato diventerà tra i più belli dell’Europa se finirà la fragilità della Serie A di non essere movimento, con le liti continue (e non per colpa del Covid) su qualsiasi argomento.
Prossimamente una sintesi del Campionato squadra per squadra, senza fare pagelle, anche se ormai è nel dimenticatoio con le Coppe Europee in svolgimento: altro intruglio o immaginazione di calcio mentale con squadre che hanno finito da una settimana, chi da 20 giorni, chi da dieci e da chi ha interrotto il campionato per Covid. I risultati lasceranno vittime non solo sul campo o sulle panchine, ma anche tra i vertici UEFA.