Sopra la panca l’allenatore campa. Non sappiamo se è merito del Covid o dei tempi ristretti prima della partenza della prossima stagione, ma su 20 panchine solamente tre saranno occupate da nuovi tecnici: Juventus con Pirlo, Cagliari con Di Francesco, Torino con Giampaolo. Resta in bilico solamente quella del Genoa aspettando comunicazioni. Bisogna aggiungere quella dell’Inter di Conte, che potrebbe salutare se farà flop in Europa League non tanto per il risultato, ma per le parole dure al termine del campionato nei confronti della società e di Marotta. Allegri è sull’uscio.
La Nouvelle Vague degli allenatori italiani arriva dal Mondiale 2006 vinto d Marcello Lippi: Pirlo, Nesta, Cannavaro, Gattuso, Grosso, Inzaghi Pippo, personaggi non solo calciatori che in campo vedevano il calcio da tecnici prima di aver fatto il Supercorso di Coverciano.
Lippi, il maestro, in una intervista sui Mister Mundial è stato chiaro: “non c’era bisogna di allenarli, lo facevano da soli perché bisognava solo motivarli, alzare e abbassare la soglia della tensione nervosa”. Il NYT, il quotidiano americano, ha affrontato il quesito dei nuovi allenatori ed è giunto alla conclusione: “addio gavetta, i top club scelgono i grandi nomi di Top calciatori, anche senza esperienza“.
Tutto confermato da Pirlo alla Juventus. Lampard, Arteta, Solskjaer in Premier League col Chelsea, Manchester, Arsenal, non potendo arrivare a Guardiola e Klopp. Anche Mourinho viene considerato “vecchio” e all’età di 57 anni, dopo aver girato tutte le massime squadre del calcio, ha firmato nel 2019 e fino al 2023 col Tottenham assicurandosi la pensione.
A Torino la dirigenza bianconera dopo la baccata presa in borsa (quasi -10%) spera che Pirlo possa rinverdire Zidane al Real Madrid. Si ha l’impressione che tutti i giovani in carriera da Mister, avendo un curriculum internazionale da calciatore, abbiano un approccio diverso dentro uno spogliatoio dove un semplice consiglio, non una lavagna di tattica, che viene considerata dalle stelle quasi una offesa o mancanza di rispetto: quello che non ha capito – o non è riuscito a far capire – Sarri negli spogliatoi di Chelsea e Juventus.
Tutto ciò potrebbe far preoccupare l’Associazione Allenatori visto e considerato che non sarà la gavetta a far fare carriera. Non servendo la strada della gavetta difficilmente arriveranno a sedersi su panchine che contano giocandosi l’Europa tutti quelli che frequentano il Supercorso.
Solo una divisione più equa di tutti i proventi gestiti da Lega e FIGC e utilizzati meglio dai Presidenti potrebbero far rinverdire i tempi del Cagliari di Scopigno, del Verona di Bagnoli, della Sampdoria di Boskov. Sulle 19 panchine assegnate in serie A la sola che lascia perplessi è quella della Fiorentina con la conferma di Iachini, poco consona con le speranze da Disneyland del Presidente americano.
Di Francesco si rimette in gioco a 2 milioni di euro di ingaggio dopo il flop doriano. Dopo il benservito a Zenga, ennesima occasione sprecata in panchina, a Di Francesco si chiede di riportare i sardi in zona europea dopo che nello scorso campionato l’avevano raggiunta nel girone di andata con Maran, poi esonerato.
Cairo, il Presidente del Torino, dopo aver bruciato tanti allenatori ci prova con Giampaolo. Occasione di rilancio per il tecnico che predica calcio e non può farlo dentro spogliatoi di presunti artisti del calcio come quello del Milan. Se lo lasceranno lavorare potrebbe ripetere il periodo Doria non solo in classifica, ma per le tante plusvalenze che hanno salvato Ferrero.
In bilico fino a che non avremo notizie ufficiali c’è Nicola al Genoa, anche dopo aver salvato il Grifone. Da nono posto il suo lavoro in classifica da quando è subentrato, con rinnovo automatico in caso di salvezza in tasca. Se sarà allontanato Nicola le motivazioni non le conosceremo mai.
La genoanità o il poco ascendente sui calciatori appaiono scuse poco credibili, considerato che a gennaio era stata fatta una squadra improntata sul DNA Genoa e il poco ascendente ancor di meno considerato che nello spogliatoio rossoblu a quarti erano pochi quelli che potevano vantare di essere campioni conclamati. Se sarà allontanato Nicola potrebbe essere frutto di un nuovo ragionamento che speriamo di conoscere se saranno presentati Faggiano e il nuovo gruppo.
Anche Nicola sarebbe in grado di fare un passo in avanti, tradito dal post Covid dove si è smarrito il gioco migliorato dal suo arrivo non con colpe specifiche visti gli infortuni e visto il recupero di troppi calciatori ai box dall’inizio della stagione, che hanno fatto fatica a recuperare fisicamente dopo lo stop giocando ogni tre giorni.
Faggiano punta su Italiano, che ha fatto vedere un gioco offensivo, apprezzato dal nuovo general manager dell’area tecnica, se sono veritiere tutte le deleghe ricevute dal Patron per non essere un semplice Direttore sportivo. Punta su Italiano dalla lunga esperienza comune con il tecnico dello Spezia.
Preziosi ha detto: “la prossima settimana sarà sciolto il nodo allenatore“. Italiano ha portato lo Spezia alle soglie della serie A e ieri sera, al termine della gara con il Chievo, ha fatto trapelare che con gli Aquilotti in Serie A ci penserà. Chi si siederà sulla panchina del Vecchio Balordo sarà compito della società supportarlo non solo a chiacchere, ma dandogli una squadra con ognuno al proprio posto per fare il gioco del tecnico.
Tutte le scelte degli allenatori, anche quelle coraggiose, ad inizio campionato meritano rispetto. Importante dare loro una squadra con la spina dorsale giusta e non abbandonarli alle prime difficoltà alla luce dei risultati e non del gioco.
Sotto la panca la vendita del Genoa, con un’altra estate alla Piero Focaccia: “per quest’anno non cambiare stessa…….”. Difficile dire cosa succederà, tra le interviste di Preziosi e gli immaginabili acquirenti.
La domanda che dovrebbero porsi tutti, non solo i genoani, anche per cabala, è perché non venga mai fatta una conferenza stampa seria da chi ambisce al Vecchio Balordo e si passi tramite canali non secondari per le firme che riportano giustamente le notizie, che mettono in onda film già visti pur cambiando gli attori protagonisti, quegli stessi che non hanno lasciato il segno nel periodo funesto del Parma.
La domanda è se ci sarà un regista in questo teatrino genoano. Il teatrino sulla vendita del Genoa diventa così intenso che si arrivato a far condividere dal pubblico le angosce del Vecchio Balordo chiuso in una prigione, mentre mancando la quarta parete (la verità), gli sarebbe così facile scappare. Aspettiamo gli eventi che cominciano ad essere tanti sulla possibile vendita o acquisizione del Genoa al punto che si potrebbe scrivere un libro che non sarebbe da Premio Strega.
Oggi è importante che il Genoa venga iscritto entro la fine della prossima settimana al Campionato 2020/2021 con le stesse modalità per accedere alla Licenza Uefa.