Le favole di Ferragosto nel calcio sono “fantasie”, inventive che volano libere, fantasie che a volte fan ridere, fantasie che credono alle favole. Nel calcio invece ci sono anche favole, quando solo i miracoli sono reali, solo le favole sono vere.
Le favole di questo Ferragosto 2020 potrebbero essere biseste come tutto quello accaduto fino ad oggi quest’anno, eccetto quella della Dea di Gasperini.
La favola più bella del calcio è l’Atalanta, da sorpresa a splendida realtà. La Dea ha sconfitto anche il Virus della città più colpita riprendendo la stagione come l’aveva conclusa a Marzo: vincendo a suon di gol.
Gli orobici sono volati sia in campionato che in Champions, replicando quello fatto di buono nel passato campionato, incantando per la qualità del gioco espresso e per l’efficienza offensiva al di là di numeri e moduli tattici. Non è una favola il feeling tra presidenza, dirigenza e allenatore, bravi nel creare le condizioni ideali per fare calcio, di quello buono.
Gasperini era ed è il migliore tecnico italiano sul campo. Scaricato da obblighi di fare il Ferguson come nel passato genoano ha dimostrato che il G&G (gioco, gol godimento) si può fare in qualsiasi società purché tutti sappiano fare bene il proprio mestiere, compresi i calciatori, perché c’è la cognizione di far parte di un progetto che in tutta Europa è unico e dove nessuno è riuscito a fare ciò che è riuscito alla Dea.
L’Atalanta è un modello da seguire, non solamente perché è stata l’unica squadra italiana a giocarsi gli ottavi di Champions, ma per il duro lavoro svolto con organizzazione maniacale dei settori giovanili.
Cantere, come nello scimmiottato Ajax, che ti permettono di fare calcio ad alti livelli senza spendere una fortuna, chiudendo i bilanci in attivo con utili vicini ai 200 milioni di euro. Numeri che fanno impallidire non solo il calcio italiano, ma anche i top club europei.
L’Atalanta, Gasperini, Gritti, il secondo del Gaspe, sono splendide realtà e l’augurio di chi vuole bene al calcio italico è che possa prendere esempio dal lavoro fatto in quel di Bergamo.
Altra favola del Ferragosto bisesto è stato Andreazzoli. Licenziato per radio dal Genoa al termine di Cagliari-Genoa, gara persa non per il gioco ma per errori singoli, è stato individuato come il vice ideale per fare la chioccia a Pirlo, tecnico debuttante della Juventus. Andreazzoli conosce il calcio come pochi e non solo dentro uno staff come vogliono far apparire coloro che lo avevano scaricato dopo l’avventura al Genoa per scarso gioco.
Chi vuol diminuire il ruolo di Vice di Andreazzoli sbaglia. I risultati di Spalletti e Luis Enrique, che ha vinto tutto con il Barcellona a seguire, sono arrivati per l’aspetto tecnico e umano di Andreazzoli, una sicurezza assoluta a quel livello dentro uno spogliatoio, lasciando ottimi ricordi in tutti i big del calcio con cui ha lavorato, in primis Totti e De Rossi.
Anche per “nonno“ Andreazzoli si aspettano le firme sul contratto, anche se solo averlo nominato da parte della Vecchia Signora dovrebbe far pensare di carica e scarica le persone sul cavallo bianco del campionato
Tutte favole scritte passate sotto la Lanterna a Ponente, ma bisogna aggiungere quella di Nicola con la salvezza raggiunta nel Campionato Covid. Nicola le favole le crea come a Crotone e al Genoa, con il gioco ma anche con l’aspetto umano, doti che a Pegli vengono poco riconosciute pentendosene negli anni successivi, come è successo per altri allenatori e giocatori. Date a Nicola i giocatori giusti, al posto giusto, e anche lui farà divertire con il gioco offensivo.
Altra favola perché nelle cronache è sulla panchina del Genoa è Vincenzo Italiano che sta cercando di portare lo Spezia in Serie A. Starà ragionando se gli aquilotti faranno il grande salto: meglio giocarsi le carte a Spezia con un Presidente che è a caccia della Serie A e facoltoso da lungo tempo, sapendo che qualsiasi risultato non inficerebbe sulla sua carriera, o andare a Pegli dopo i due anni difficoltosi, sapendo che tutti si aspettano non solo risultati ma miracoli (e forse non solo in zona salvezza)?
Nel calcio la falsità, anche nelle favole, spesso è la verità deformata allo scopo di farne una trappola per i gonzi, non da chi vuol vendere o comprare. La frase calza a pennello su altra favola, questa si bisesta, relativa alla vendita del Genoa, dove negli ultimi anni ogni mese estivo è diventata telenovela.
Si scriveva nel 2017/ 2018: “finisce l’era Preziosi: Genoa venduto. Presto l’annuncio della nuova proprietà, l’imprenditore dovrebbe restare, ma non come presidente, la svolta è dietro l’angolo. Ancora pochi giorni e probabilmente Enrico Preziosi non sarà più il presidente del Genoa. È arrivata ad una fase decisiva, infatti, la trattativa per la cessione della società o, quantomeno, di una parte importante delle quote azionarie rossoblù”.
Una sorpresa per tutti coloro che gravitano intorno al club genovese, visto che lo stesso Preziosi è stato impegnato con Faggiano nei giorni scorsi in una lunga serie di incontri per allestire la squadra da affidare al prossimo allenatore.
Preziosi con Faggiano sta cercando di costruire il Genoa del futuro, operazione che dopo gli ultimi due anni con finale al cardiopalma non si potrà più sbagliare. Loro, se sono veritiere le notizie di calciomercato, avranno già in mano l’allenatore del futuro; altrimenti fare un’altra squadra non impostata sui dettami tattici dell’allenatore potrebbe essere deleterio come nel passato. Oltretutto la prossima stagione sarà nuovamente sui generis, sempre per colpa del Virus.
Aver giocato fino al 2 di agosto avrà ripercussioni non tanto per le poche ferie smaltite dai calciatori, ma per il nuovo lavoro che dovranno fare i preparatori atletici, i quali dovranno rielaborare come lo scorso maggio i tradizionali lavori dei ritiri estivi passati. Senza fondo atletico come durante il finale della stagione giocata a luglio si potrebbero verificare problemi muscolari e inattese fasi di rendimento.
L’attuale proprietario lavora e lavorerà attivamente per il Genoa anche in futuro. Ad oggi solo con un assetto tecnico diverso, ma le cronache degli acquirenti affermano che il Patron lavorerà anche con un assetto societario differente nei prossimi 4 mesi. La differenza rispetto alle altre trattative estive degli scorsi anni, quando si conosceva solo da dove arrivavano le richieste di acquisto tramite i mediatori, è che in quella attuale si conoscono nomi e cognomi.
Preziosi afferma di lavorare in silenzio e ripete in continuazione che le trattative non si fanno pubbliche. Perciò avendone udite di tutti i colori da molti anni aspettiamo non solo le firme ma il bonifico, operazione difficile anche per Spinelli nella vendita del Livorno, prima di dire il Genoa è stato venduto.
Solo in quel momento si potrà giudicare la mancata vendita del Joker e il non riuscito acquisto. Fino a quel giorno non parteciperemo al gioco sotto gli ombrelloni, in mezzo al mare o sotto i pini in montagna per il bene del Vecchio Balordo.
Ad oggi l’unica certezza è che il Genoa, il giorno 12 agosto, è stato iscritto al campionato con le modalità descritte dalla licenza Uefa.
Altra certezza è che Faggiano domenica sera è arrivato a Genova, negli ultimi due giorni è stato in sede: anche per lui sarebbe bello che convocasse una conferenza stampa anche all’aperto con distanziamento anti-Covid per chiarire la sua posizione, e come è intenzionato a far volare il Grifone, anche se come sempre sarà il campo a dire la verità.
Buoncalcioatutti segue le trattative, eccetto negli ultimi giorni perché non siamo stati in grado di raccontare e scrivere per problemi al server. Sarebbe bello per una volta che il popolo genoano non avesse coesistito altra estate con un’altra speranza, una cambiale sull’avvenire.
Aspettiamo gli eventi non facendo i cronisti come le talpe, pensando di essere profondi mentre siamo vicini alla superficie. Tranquilli: la favola sul Genoa continuerà sul versante compravendita .
Il desiderio poter raccontare la favola calcistica del campionato che dovrebbe iniziare, virus permettendo, il 19 settembre.