Dieci anni dopo la vittoria della Champions League contro il Bayern Monaco, l’Inter è ritornata a disputare una finale: questa volta, però, in Europa League, e l’avversario era il Siviglia di Lopetegui. Il percorso della formazione allenata da Conte è stato un crescendo sia in termini di prestazioni che entusiasmo: dopo aver eliminato il Ludogorets ai sedicesimi, i nerazzurri si sono sbarazzati di Getafe, Bayer Leverkusen e Shakhtar Donetsk, quest’ultimo spazzato via con una manita.
Apre le marcature l’Inter con un calcio di rigore messo a segno da Lukaku (34esimo gol stagione per il belga, così come Ronaldo nella stagione 1997/1998), atterrato da Diego Carlos. Al 12esimo un colpo di testa in tuffo di de Jong, abile a beffare Young e i due centrali interisti, ristabilisce la parità. Il momentaneo pareggio fa da preludio al secondo gol degli spagnoli, che arriva sempre da una testata dell’attaccante olandese. Nemmeno 120 secondi dopo, ecco che Godin (anche lui di testa) fa 2-2: si chiude così la scoppiettante prima frazione. Ai nerazzurri manca un calcio di rigore, per fallo di mano ancora di Diego Carlos.
Nei secondi 45′ le due compagini appaiono più stanche e – soprattutto l’Inter – prive di grandi idee. E come spesso accade in queste occasioni, a decidere la gara è la prodezza di un singolo: è il minuto numero 74, e Diego Carlos firma il definitivo 3-2 con una rovesciata deviata leggermente da Lukaku. Al termine dei sei minuti di recupero concessi dal direttore di gara, la formazione di Lopetegui può festeggiare l’ennesima vittoria dell’Europa League (la sesta contando anche la Coppa Uefa alzata al cielo nel 2005/2006, ndr).
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