La ripartenza del calcio italiano ha giocato d’anticipo nei campionati dilettantistici, in attesa che anche i ragazzi e le scuole calcio possano poco a poco ripartire. In sicurezza. Per questo motivo, per conoscere la situazione del calcio dilettantistico a Genova e in Liguria, abbiamo raggiunto Giulio Ivaldi, presidente della Lega Nazionale Dilettanti Liguria.
Ci racconta che sta succedendo nel mondo dilettantistico? Abbiamo visto che la FIGC ha già iniziato a svolgere alcune partite
“Siamo felici perché siamo all’indomani di una ripartenza che avevamo sognato dal 29 febbraio. Era un giorno che aspettavamo da tanto tempo, e finalmente sabato e domenica siamo ripartiti con manifestazioni ufficiali, ciò significa che dopo ferragosto le squadre si erano già attrezzate per allenarsi. Siamo ripartiti con la Coppa Italia, la Coppa specifica per l’Eccellenza e per la Promozione, e con la Coppa Liguria, che è riservata alla prima categoria. Abbiamo fatto circa 47/48 partite, in programma erano di più ma alla venerdì sera è uscita l’ordinanza del governatore che prendeva atto della situazione di La Spezia, quindi abbiamo dovuto rinviare le partite di quella zona. Dalle altre parti abbiamo giocato regolarmente, c’è stata molta presenza di pubblico. Auspichiamo a brevissimo di far tornare in campo anche i ragazzi, che ne hanno tanto bisogno”.
Voi dovete rifarvi al Dpcm a cui sono sottoposti i professionisti o c’è qualcosa di diverso?
“C’è un protocollo dedicato per le attività dilettantistiche, emesso dalla FIGC il 10 agosto con una piccola, successiva modifica il 28 di agosto. Ovviamente prende in considerazione tutti i Dpcm precedenti, con l’ultimo del 7 agosto. Ci sono delle indicazioni particolari da seguire; abbiamo fatto dieci riunioni in tutte le delegazioni – due per delegazione – per spiegare i dettagli, le incombenze. Ovviamente ci sono delle normative di carattere generale che seguiamo noi tutti, poi ci sono alcune situazioni particolari che riguardano la gestione degli spogliatoi e delle tribune. Fortunatamente il governatore della Liguria ha permesso gli sport a contatto, per cui possiamo giocare a calcio. È cambiata la vita di tutti perché ci comportiamo diversamente rispetto a prima, ma quando l’arbitro fischia poi è tutto uguale”.
Siete costretti a fare i tamponi nello stessa frequenza in cui li fanno i professionisti?
“Il protocollo è completamente diverso, anche in tema di santificazione e igienizzazione: sanificazione e pulizia si fanno sempre, l’igienizzazione soprattutto prima delle gare. La società ospitante deve consegnare all’arbitro e alla squadra avversaria una certificazione che attesta l’esecuzione della sanificazione e documenti nuovi che prima del Covid non c’erano. All’interno degli spogliatoi non possono entrare più di 140 persone, ma noi non abbiamo questi numeri: le tribune, se sono capienti, possono ospitare fino a 1000 persone. Misuriamo la febbre, registriamo la presenza della persona per aggiornare il registro giornaliero. Nel momento in cui dovessimo rilevare temperature da 37.5 in su dobbiamo segnalare tutto all’ASL. La prossima settimana spero di avere un incontro con i vertici di Alisa per cercare di avere un incontro sulle situazioni che si creerebbero con il settore giovanile, ora stiamo aspettando a far ripartire ragazzine e ragazzini per vedere la scuola. Io però sono ottimista, dobbiamo imparare a convivere: finché non avremo il vaccino nessuno potrà essere sicuro, credo sia molto meglio cercare di avere come caposaldo la salute, credo però sia importante anche quella psicologica, dei nostri ragazzi che avevano il desiderio di tornare a scuola e giocare”.
Lo Stato, come ha promesso il ministro Spadafora, sta dando una mano alla società?
“Quest’anno le iscrizioni sono gratuite in seconda e in terza categoria, per le categoria superiori – dalla prima all’Eccellenza -, ci sono sconti. In Eccellenza, ad esempio, l’iscrizione l’anno scorso costava 3000 euro ora, costa meno. C’è stato intervento diretto della LND, assieme alla Federazione. Dal punto di vista delle istituzioni, abbiamo avuto un grande sostegno dalla Regione e dal Comune, che hanno messo a disposizione 218.000 euro a favore di tutte le società liguri che avevano le caratteristiche per ottenerli. Il credito sportivo ha messo a disposizione 25.000 euro di finanziamento a tasso zero a cui hanno potuto accedere molte società. I soldi del ministro al momento non li abbiamo ancora visti, se non attraverso i rimborsi di 600 euro ai collaboratori sportivi. I soldi sono importanti, però nonostante non siano arrivati siamo cresciuti: temevamo un caldo del 30%, invece siamo cresciuti del 10%. Sicuramente senza soldi non vai nemmeno a De Ferrari, ma è la passione che va avanti”.
Sono venuti a mancare i tifosi, i bar, le feste di paese. Come si fa ora a pagare i rimborsi spese nelle categoria inferiori?
“Credo ci sia stato un ridimensionamento, le feste sono mancate ma adesso i bar sono riaperti. Dal primo settembre i genitori possono tornare. Abbiamo passato un brutto periodo, i primi quindici giorni di lockdown sono stati duri, ma bisogna guardare avanti e buttare il cuore oltre la siepe, oltre la griglia”.