La dottoressa Maura Ferrari Bravo, direttore igiene e sanità pubblica della Asl 3 di Genova, in un’intervista rilasciata a Il Giornale ha chiarito la posizione del Genoa in merito alla partenza per Napoli dopo aver riscontrato la positività di due tesserati, fino a quel momento Mattia Perin e Lasse Schöne. La società ha regolarmente segnalato i casi di Coronavirus all’interno del gruppo-squadra, come confermato da Bravo: “Abbiamo applicato il protocollo alla lettera – le sue parole – Se avessimo proibito al Genoa di partire per Napoli, avremmo negato alla squadra di usufruire di un loro diritto. Appena arriva la segnalazione di un caso di Covid-19, si apre subito un canale di dialogo con il medico sociale con cui si valuta il tipo di rapporti che il soggetto ha avuto. Nel caso del Genoa, dopo la prima positività, tutti i calciatori sono stati ritenuti contatti stretti da mettere in isolamento domiciliare. In base alla normativa, vengono disposti nuovi accertamenti e viene permesso ai calciatori di continuare ad allenarsi e a giocare, quindi a lavorare, rimanendo in una sorta di bolla. Che significa isolamento, spostamenti con mezzi privati, trasferte con aereo privato, e rientro in isolamento dopo la partita. E così è stato fatto”.
Nel giro di pochi giorni, il numero di tesserati positivi è salito da 2 a 22. Il direttore igiene e sanità pubblica della Asl 3 dichiara: “È stato un caso fortuito, il primo contagiato ha infettato gli altri che hanno avuto tempi differenti nel manifestare il contagio. Di base è tra 3 e 5 giorni ma possono anche essere 7 o 8. Il Genoa non ha commesso leggerezze, hanno rispettato le regole e il protocollo”.
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