All’inizio del campionato 2020/2021 era stato facile associare il Genoa in fondo alla griglia di partenza avendo chiuso il secondo campionato consecutivo in una posizione più che scomoda, con salvezza raggiunta all’ultima giornata.
Alla fine del calciomercato c’è da capire se sono variati i rapporti di forza in questa ipotetica griglia. La sensazione è che il Vecchio Balordo ci abbia messo volontà per colmare il gap dello scorso anno. Peccato molto rovinato dal Covid, in questa prima fase del campionato .
Lo scorso anno, non proprio di questi tempi ma qualche mese in anticipo, il Genoa insieme al Cagliari di Maran erano considerati le rivelazioni del campionato.
Tutto si è perso per strada, non per colpa di Andreazzoli, Thiago Motta e Nicola: in compagnia di stampa specializzata avevano idee che non hanno combaciato con Schöne perché considerato il cervello dell’Ajax. Errore non solo dei tecnici, che volevano dargli il ruolo di play del Grifone. L’Ajax di due anni fa, quello da cui proveniva, è stato unico per la sua complessità di gioco e Schöne ha pagato l’adattabilità al campionato italiano. Problema vissuto da tanti protagonisti del passato che ci hanno messo anche un campionato prima di diventare Le Roi, come Platini.
Schöne attualmente non fa parte dell’elenco dei 25 calciatori presentato in Lega per indicare i partecipanti al proseguo della stagione, però non è fuori rosa, come ha detto Faggiano, e può allenarsi con gli altri della lista.
L’esclusione dell’olandese ha suscitato non solo polemiche, ma anche cause nei tribunali calcistici da parte del suo procuratore e tanta meraviglia per l’estromissione in Olanda e Danimarca.
Adesso solamente la Lega e la FIGC potrebbero far tornare Schöne tra i papabili di una formazione se accetteranno, causa pandemia, di portare da 25 a 30 il numero della lista dei partecipanti alla stagione fino alla fine di gennaio, prossimo giorno di chiusura del mercato invernale.
La critica sull’operazione Schone non poteva e non può essere evitata non dicendo nulla e non facendo nulla e i personaggi coinvolti non possono essere considerati nessuno. Per molti c’è una ritorsione nel confronti del danese: ritorsione non capita e che non può essere solamente figlia del calciomercato e dell’ingaggio elevato, dovendo continuare a pagarlo.
Se Schöne fosse rimasto al Genoa, per Maran avrebbe dovuto essere una carta vincente con la sua vecchia idea di calcio, cercando di non clonare il modello olandese ma andandoci vicino, e Schone sarebbe potuto essere perfetto per esaltarla con Badelj vicino e un’altra mezzala di gamba e da lotta pronta ad avere i cambi di gioco nelle due fasi. Il candidato numero uno, se le condizioni fisiche glielo permetteranno, è Sturaro.
Al di là dei numeri di moduli, il Genoa di Maran dovrà giocare pallone per terra e con verticalizzazioni rapide e dovrà essere votato all’attacco considerato il potenziale sulla trequarti con Pjaca e Zajc, senza dimenticarsi di Pandev.
Davanti ci sono altre scommesse come Scamacca, che non può perdere l’occasione per sfondare definitivamente nel calcio, e Shomorudov. Il tempo nel calcio non è un grande maestro, al Ferraris ha anche il torto di uccidere i nuovi calciatori dopo poche prestazione, occorre calma. Poi c’è Destro dopo la lunga quarantena calcistica dello scorso anno. Se l’uzbeko lascerà intravedere, con il tempo, impressioni favorevoli come Piatek arrivato anche lui da sconosciuto la rivoluzione di Preziosi e Faggiano potrebbe lasciare intravedere prospettive interessanti. Al Genoa negli ultimi due anni è mancato un centravanti di spessore col quale non avrebbe patito le pene della salvezza.
Il centrocampo è ben fornito, ma con un difetto: tutti i protagonisti, eccetto Cassata e Sturaro, hanno la stessa caratteristica: essere poco propensi al cambio passo.
La difesa del Genoa non farà la differenza con l’arrivo di Bani: in più solo tanti centimetri. Zapata, visto il curriculum internazionale, e Criscito dovrebbero mettere e aggiungere qualità senza dimenticarsi l’apporto di Biraschi, Masiello, Goldaniga. Anche se manca il difensore veloce alla Romero, neanche lui però era riuscito lo scorso anno far bucare tante volte la porta di Perin. Il successo dei difensori in ogni team dipende dalla protezione che ricevono nella fase difensiva.
Anche le corsie laterali sono protette bene: Zappacosta, Pellegrini, Ghiglione e Czyborra dovrebbero essere in grado di fare le due fasi di gioco sulle corsie laterali, garanzia di rendimento in grado di giocare anche esterni bassi, arma in più coi cinque cambi.
Senza Covid, il coltello dalla parte del manico alla ripresa del campionato la prossima settimana doveva essere nelle mani di Maran. I tanti calciatori colpiti dal Virus, anche se asintomatici, metteranno il bastone fra le ruote del tecnico trentino. Alla prova del Covid, vista anche la lista dei 25 con calciatori che senza Virus non ne avrebbero fatto parte per questioni di calciomercato, dovrà essere l’occasione per mettersi in mostra.
Maran nella sua carriera -e in particolare al Chievo – è stato abituato a navigare nelle zone basse della classifica dimostrando di saper tenere la barra dritta. I veneti prendevano pochi gol e facevano male in contropiede. In Sardegna ha avuto l’intuizione, non fidandosi della difesa, di alzare i baricentro e spostare Barella alle spalle delle due punte. Al Genoa dovrà ripetere l’operazione col vantaggio di non fare un esperimento. Zajc ha corsa, piedi buoni e tempi di inserimenti sotto porta oltre la qualità dell’assist se sarà utilizzato da mezzala più propensa ad attaccare che a difendere. Shomororudov dovrà imparare alla svelta il tempo giusto per colpire il pallone di testa, muoversi con i tempi giusti negli spazi, supportare l’avanzamento della squadra con il fisico. Pjaca è la ciliegina sulla torta che diventerà dolce se non sarà perseguitato dalla sfortuna, una seconda punta agile con tanta qualità per portare il Grifone a volare in palcoscenici più importanti della classifica.
Maran in carriera è stato un ottimizzatore, adesso ha il compito di mettere a posto i tasselli rossoblu, mettendo in atto la concretezza che lo ha distinto, non lasciandosi fuorviare da moduli che in passato non hanno portato successi alla causa genoana, con allenatori che ne avrebbero fatto anche a meno. Con la rosa a disposizione, finita la pandemia legata al calcio, può giocare con qualsiasi numero di modulo.
Il restyling di Faggiano non solo nella zona tecnica è stato significativo. Non capito quello dietro le scrivanie della sede, poche sono le sue colpe: forse consigliato male. È più che altro sembrato che cominciare la rivoluzione, ossia distruzione senza costruzione, sia stato spogliare il Vecchio Balordo tutto nudo per un buco nel vestito.
a voglia di avere suoi collaboratori è legittima, ma qualcuno che sapeva vita, morte e miracoli non solo della Genova calcistica poteva essere di aiuto, valutato che il calcio del Genoa da molti anni è stato più spine che rose.
Bravo Faggiano calcisticamente ad immettere innesti di qualità e qualche scommessa attraente con un budget ridotto all’osso e le poche occasioni di vendere prima di ingaggiare. Operazioni non facili sia in entrata che in uscita visto anche l’ostracismo non di giocatori, ma di procuratori nel confronti del Genoa. Peccato che il Covid gli abbia rovinato l’ultima settimana di calciomercato con le uscite. È un Genoa che dovrebbe valere più della salvezza.