“Stop al possibile ingresso di un investitore in Giochi Preziosi“. La notizia rimbalza dalle pagine del Sole 24 Ore e potrebbe rispondere ad alcune delle domande che si legano anche alla cessione del Genoa, alle mancate risposte agli ultimi acquirenti appena ritiratisi (Boulgoute e Gestio Capital, ndr) e alle molte mail che ci sono state inviata da lettori in merito alla situazione.
“Mentre sono attese in questi giorni, in Lega Serie A, decisioni cruciali da parte dei presidenti (tra cui lo stesso Enrico Preziosi, che è il patron del Genoa) sull’investimento dei private equity nel settore dei diritti televisivi – scrive il quotidiano specializzato in economia e finanza – su un altro tavolo di discussioni l’imprenditore, nato ad Avellino e poi fondatore alla fine degli anni 70 del gruppo leader nei giocattoli, avrebbe alla fine deciso di non cedere alle avance dei private equity, che puntavano a entrare come partner, oppure a comprare la maggioranza della sua azienda“.
“Scaduta da circa un mese l’esclusiva al fondo californiano Oaktree, Enrico Preziosi ha avviato in settembre anche altre discussioni con gruppi finanziari, ma alla fine la decisione presa sarebbe stata quella di continuare in autonomia“. Il motivo di questa decisione, molto simile a quella presa in chiave cessione Genoa non accettando le offerte poste sul tavolo, sarebbe una questione relativa alla valutazione della società. “Il nodo principale sarebbe stata la valutazione del gruppo Giochi Preziosi, colpito dalla pandemia come tutto il settore dei giocattoli, con un sensibile calo del giro d’affari: le valutazioni si sarebbero focalizzate infatti attorno a 550 milioni, qualche centinaio di milioni in meno rispetto ai numeri che circolavano solo un anno fa. La decisione su una vendita sarebbe quindi stata rinviata al prossimo anno“.
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