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Balilla Genoa

Hellas Verona–Genoa 0 a 0. Giusto il pareggio. Partita bloccata per merito del Genoa. Il Verona di Juric voleva fare il suo solito gioco, bloccare gli avversari sulle partenze, cioè farlo giocare male, ma non ci è riuscito nel primo tempo. Un Vecchio Balordo quasi eroico poteva anche sfiorare l’impresa. Un pareggio conquistato con il cuore per lo spirito messo in campo e con le unghie di Grifone. Nel vedere e seguire le gare del Genoa si continua a soffrire per un motivo o per un altro.

Il pareggio è da applausi dopo 27 giorni di lockdown, considerato quello che hanno passato nelle ultime due settimane nel quartiere generale di Pegli, dove ci sono stati più tamponi per quelli negativi che palloni in circolazione e orfani di tutti gli altri protagonisti in quarantena. Maran a Verona ha portato 23 calciatori di cui 3 portieri e altri 13, tutti possibili titolari, davanti alla tv. Anzi 14 con Schone fuori lista. I 7 che ancora non sono usciti dalla pandemia più Sturaro e i 5 risultati negativi della scorsa settimana. Qualcuno si aspettava che il Genoa venisse centrifugato dal Verona di Juric. Anche quello del Pirata, con 4 assenze pesanti (Veloso, Barak, Benassi e Gunter) non per la forza attuale della squadra veneta, è un altro cantiere da mettere in piedi dopo e uscite eccellenti che lo avevano accompagnato al nono posto in classifica lo scorso anno. Il  Covid, maligno come la malattia, ha inciso sull’andamento della gara nel secondo tempo del Vecchio Balordo, però superato solamente nei calci d’angolo.

Bravo Maran nel primo tempo a non accettare che Juric potesse decidere come avrebbe dovuto e voluto giocare. Maran ha indirizzato la gara e non ha voluto adattarsi all’avversario per non soccomberete sulle corsie laterali. Rovella, Radovanovic e Badelj nel cuore del gioco non hanno perso il gioco. Rovella non è più una sorpresa. Al Bentegodi è piaciuto anche da mezzala a tutto campo. Rovella, se il Joker vuole fare una plusvalenza il prossimo anno, è meglio che lo blindi subito allungandogli il contratto. Radovanovic mediano, come era stato impostato da Nicola, ha confermato di avere gamba e non essere lento. Badelj, reduce dagli impegni con la nazionale, il meno pimpante. Rovella e Radovanovic bravi anche ad aiutare Czyborra e Ghiglione sulle corsie laterali a piantonare il gioco tanto caro a Juric con le sovrapposizioni, riuscite solo poche volte.

Il Covid non ha abbattuto Tarzan Perin. Ottime le parate, come nel difendere la squadra e la categoria dei calciatori dalle polemiche di bella vita. In difesa Zapata non può più essere messo da parte. Masiello un professionista che tutti gli allenatori vorrebbero avere in formazione. Il debuttante Bani quello che ha fatto più fatica. Goldaniga dal primo minuto o dal 90’ in campo  sempre in bolla con grinta e attenzione. Sulle corsie laterali Ghiglione ha fatto più del suo e bene per tutti i quasi 100 minuti che si è giocato annullando Lazovic, il trascinatore di Juric dello scorso anno. Czyborra al debutto dal primo minuto ha fatto vedere di avere buone prospettive.

Pandev si è disperato per aver mancato un gol facile costruito con maestria e classe: giocare ogni tre giorni fra Nazionale e Genoa potrebbe far rifiatare anche un highlander come il macedone. Shomurodov, non sparate sull’uzbeko. Ha fatto meglio quello che poteva fare. Ricordarsi che giocare prima punta nel Genoa negli ultimi due anni è stato difficile per tutti i bomber accreditati. Chissà quante sono state le loro colpe,  al di là  dei gol falliti o dei moduli sparagnini del primo non prenderle. L’ultimo a fare gol a raffica è stato Piatek e l’allenatore è stato licenziato – Ballardini – perché ne incassava qualcuno in più anche se i risultati gli sorridevano. Le pagelle insufficienti all’uzbeko, non tenendo conto della lingua del nuovo modo di alimentarsi, sono state come mettere un cavallo da corsa sopra un tapis roulant. Non sarà come James Bond dalla Russia con gol, però vista la volontà, la forza fisica e la voglia di imparare, se supportato da un gioco più garibaldino potrebbe dare soddisfazioni: sarà il tempo il giudice e non la prima gara di un Genoa in trincea, giustamente, già da dentro lo spogliatoio.

Tutte queste considerazioni si fermano alla fine del primo tempo, che dopo il Covid ha fatto fare la differenza agli uomini di Juric sul piano fisico e preparazione. Solo il cuore, lo spirito e la personalità dei difensori hanno fatto la differenza nel pareggio portato sotto la Lanterna. Maran ha fatto i cinque cambi per riequilibrare la discrepanza di corsa ma Parigini non si è visto, Behrami ancora convalescente non ha inciso, Eboa Ebongue tradito dall’emozione del debutto è rimasto fuori dal gioco. Sul 2001 arrivato dal Bordeaux due anni fa si potrebbe garantire che ha possibilità di emergere avendolo visto giocare parecchie volte nella Primavera rosso blu a quarti.

Maran, con il permesso del virus, che considerava il suo credo tattico un dogma intoccabile, cercherà di rimetterlo in ballo ritornando al passato di Chievo e Cagliari. Terrà anche conto che qualcosa con la strategia tattica attuale che combacia con quella degli ultimi due anni non funziona sempre al meglio in fase offensiva, perché è incompatibile con la realtà Genoa e la rosa disposizione dal centrocampo in su. Nel calcio le cose funzionano in base al lavoro che si fa e da ciò discende la fiducia nei giocatori che devono credere nell’allenatore e nel lavoro svolto. Tutto ciò ad oggi si è visto poco per colpa di un virus che ha voluto colpire la squadra più vecchia d’Italia.

Il pareggio di Verona non deve essere un brodino ma un minestrone carico di vitamine. La situazione continua ad essere delicata non solo sul fronte sanitario. Il Vecchio Balordo in 20 giorni circa dovrà giocare 6 partite tutte al Ferraris, visto che il derby è in casa della Samp, fino all’8 novembre quando il campionato si fermerà per altra sosta per gli impegni della nazionale: l’Inter sabato prossimo, mercoledì 28 in Coppa Italia con il Catanzaro, l’1 novembre il derby, il 4 novembre la gara da recuperare con il Torino, l’8 novembre con la Roma. In ballo c’è già un pezzo di futuro. Balilla Genoa continua così , senza paura del virus e degli avversari.


Rassegna Stampa del 20 Ottobre, un punto di orgoglio al Bentegodi. Le analisi di Verona-Genoa

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