Nell’ambito della trasmissione We Are Genoa in onda su Telenord, il direttore sportivo del Genoa, Daniele Faggiano, è intervenuto per trattare le ultime vicende legate al mondo rossoblu. “Ho voglia – e avevo voglia – di fare bene – spiega il ds Faggiano – il campo per ora non mi dà ragione, ma spero che mi darà ragione. Capisco rabbia e nervosismo dopo gli anni passati: anch’io, nel bene o nel male, sono un ultras delle mie squadre. Dobbiamo dare di più perché non ci meritiamo questa classifica. Il Covid, però, come tante altre squadre, ha falcidiato anche noi. Dobbiamo rimboccarci le maniche e non essere “positivi” (ride, ndr), ma concentrati sull’obiettivo“.
Su Rovella e la questione legata al suo contratto: “il mio pensiero è che anzitutto devo dare atto a Maran di averlo fatto giocare senza nessuna pressione o secondo fine. Il ragazzo si è dimostrato, dopo essere sempre stato in ritiro con noi, pronto e importante. E il mister l’ha lanciato con continuità. Anche l’Under 21 lo ha fatto giocare. Sarebbe semplice dire sono arrivato oggi: si sta lavorando per cercare di trovare un accordo tra le parti. Posso dirti che la scadenza a luglio 2021 non si sa da ieri. Io posso assicurarvi che presidente e ad Zarbano e io ci stiamo lavorando, cercando di non fare sperperare un patrimonio del Genoa. Se qualcuno può pensare che a gennaio non debba andare via o che debba rimanere…è un patrimonio del Genoa e dobbiamo cercare di valorizzarlo a livello sia calcistico sia economico nel migliore dei modi. Gli errori, se ci sono stati o ci sono, bisogna metterli da parte. Perché tra la capacità del presidente, il rapporto col suo agente e la voglia di Rovella di giocare nel Genoa, penso che tra persone si possa raggiungere un obiettivo. In questa situazione bisogna ottimizzare il massimo possibile. Ma ripeto: c’è la volontà di tutti di trovare un accordo per il bene del Genoa e per il bene del ragazzo. Se riuscissimo a tenerlo fino a giugno e se ci fossero offerte da club importanti, potrebbe anche andare bene. Che Sbravati e Taldo stiano lavorando bene, non sono io a dirlo, ma il campo. Tanto di cappello a loro: noi cercheremo di dare il meglio anche in prima squadra”.
Su Shomurodov, investimento più importante della campagna estiva: “coi miei osservatori abbiamo visto che era un ragazzo con talento. Ci vuole del tempo. Si è infortunato, ma si allena con diletto e sta cercando di apprendere la lingua. Troppo semplice butta fango o non buttare fango. Io voglio bene al Genoa e voglio fare bene al Genoa. Shomurodov è del Genoa e deve dare di tutto per fargli dare il meglio assieme a Maran, a me, alla società. Shomurodov è come Piatek quando è arrivato qua: nessuno lo conosceva. Prima di Kalinic, era promesso al Verona. Abbiamo un po’ forzato, gli stavamo appresso da prima ed è venuto da noi. È uno che si impegna, aiuta la squadra, fa salire la squadra: è normale che la Serie A è un campionato differente da quello russo”.
Sul finanziamento di una banca per investire anche sul settore giovanile: “si sta lavorando su tutto e i tempi, in Italia, si sa come sono. Qui soprattuto. Cercheremo di sistemare il tutto per il meglio, a partire dalla struttura che c’è qua a Pegli e dagli spogliatoi. Stiamo anche cercando di fare lavorare al meglio Sbravati e il suo staff. Si sta lavorando per cercare di dare una struttura importante. Ma strutturalmente, al Genoa, non è semplice. O dovremo spostarci in qualche comune limitrofo“.
Sulla vicenda Schöne: “sono state fatte delle scelte. Ponderate, con tutti, dalla società all’allenatore, e si è deciso di metterlo sul mercato. Non ho mai risposto alle affermazioni del suo agente, con cui adesso andiamo d’amore e d’accordo dopo che ci siamo visti: perché tra quattro mura vanno fatti questi discorsi senza spiattellarli sui giornali. Io avevo avvisato un mese prima tutti, compreso il suo agente e chi ne gestiva la procura in Italia. In quel ruolo avevamo già Rovella, Badelj, Radovanovic. Schöne oggi serve al Genoa? Ma se io avessi questo dubbio, mi taglio da solo? Perché l’anno scorso era un giocatore normale arrivato dall’Ajax, con una semifinale di Champions League, mentre quest’anno ci può servire. Oggi serve aiutare, non attaccare. Io non ce l’ho con Schöne, lui sapeva di essere sul mercato. Dieci giorni prima io l’ho visto e gli ho detto che restava fuori dai piani. Non abbiamo parlato della lista. Siccome il mercato finiva il 5 e dovevamo completare la lista, ho chiamato e detto che la situazione era questa. Non posso neppure parlare, per il rispetto che ho per Schöne e per tutti. Posso dirvi che Shomurodov in solo un mese e mezzo parla già italiano. A buon intenditor, poche parole”.
Sul momento di Scamacca e la situazione del cartellino: “è un prestito secco. Andremo però a riparlare per cercare di parlarne, ma non era semplice. Nello scacchiere di De Zerbi non era congeniale. Qua Scamacca si trova bene, cerchiamo di fargli da tutor. È ragazzo per bene, ha voglia di fare e, non vi nascondo, avrebbe voluto essere già qua ieri. Ma domani gioca a Pisa”.
Sulla fascia sinistra, dove Czyborra sembra diventata la terza scelta dopo Criscito e Pellegrini: “normale che se giochiamo a 4 o 5 cambia. E potrebbe cambiare anche il mercato di gennaio. Czyborra siamo stati bravi a fare un riscatto a tre anni e un prestito per due stagioni. In Italia lo volevano altre squadre, ma dovessimo continuare a giocare a quattro troverebbe difficoltà. È positivo e propositivo, può avere limiti in determinati moduli, ma ora come ora sì, può darsi che sia passato indietro. Ma deve essere di stimolo per lui, come per altri. Quando si costruisce una squadra, so che si lavora nel tempo: Czyborra è arrivato come terzo, ma gli altri devono dimostrare che sono primi e secondi”.
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