Il nulla di fatto dopo 7 giornate di campionato tra Udinese e Genoa diventerà domani in Friuli un esame importante per il futuro della stagione.
Entrambe le squadre devono affrontare una settimana all’ingrasso della classifica. Senza nascondersi nelle parole di facciata anche le panchine, non solo se non farà risultato, ma anche se non si vedranno un’idea di gioco e di squadra. Gotti ha un alibi in meno essendo la squadra friulana mai stata investita dal Covid.
Per entrambi gli allenatori nelle loro rose si sono annoverati perenni infortunati, carneadi e calciatori incompiuti ancora non utilizzati. A queste condizioni per i tecnici non si è ancora visto un “progetto” ma solo la speranza, come quasi sempre, di rimorchiare degli sconosciuti che giochino bene qualche gara o mese.
Gotti e Maran si presentano al ritorno del campionato dopo la sosta per le nazionali con lo stesso quasi identico tabellino. Udinese con cinque gare perse, una pareggiata e una vinta. Gol fatti 6 gol e 11 subiti. Il Genoa con 4 gare perse, una vinta e due pareggiate, con 7 gol fatti e 15 subiti. L’unica differenza è la goleada di Napoli in 45’ per colpa del Virus.
Entrambi i tecnici in sette gare hanno variato moduli e strategie tattiche. L’Udinese ha iniziato le gare con il 3-5-2 finendo in svantaggio con il 4-3-3, il Genoa ha giocato le prime quattro giornate con il 3-5-2, dopo ha virato sul 4-3-2-1 e in tutte le altre coniugazioni del 4-4-2 in corso di partita.
Anche per domani alla Dacia Arena fino all’ultimo Gotti e Maran avranno lo stesso dubbio: per il tecnico friulano sarà quello di giocare con il 3-5-2 o il 4-3-3, per Maran quello di schierare un 4-3-2-1 oppure un 3-5-2. Probabilmente tutto si risolverà quando i due allenatori conosceranno le formazioni dell’avversario.
Se potessero – non l’hanno ancora fatto – sia Gotti sia Maran dichiarerebbero che il loro calcioideale, un’utopia, non sarebbe quello adottato nelle prime sette giornate di campionato, ma devono adattarsi a quello che passa il convento tra infortuni, Covid e scoperta di calciatori.
Entrambi nelle conferenze stampa pre-partita comunicheranno che bisogna sistemare la classifica e portare a casa dei punti essendo più propositivi e partendo da un atteggiamento diverso. Metteranno entrambi in preventivo la settimana non facile con Coppa Italia nel mezzo (Udinese-Fiorentina e Sampdoria-Genoa) e, dopo soli sette giorni, giocarsi nuovamente la classifica con l’Udinese che andrà sotto il Cupolone ad incontrare la Lazio e il Grifone al Ferraris pronto ad ospitare il Parma.
Settimana più difficile per il Vecchio Balordo il derby di Coppa Italia è quasi più sentito dalla tifoseria rispetto a quelli di campionato.
Il tecnico della formazione friulana lo scorso anno si è salvato con una squadra speculativa. Difesa a tre oppure a quattro di sostanza, fisica, bassa, senza grandi compiti di impostazione o di pressing in avanti; un centrocampo muscolare in grado di fare interdizione chiudendo tutte le linee di passaggio e rimanendo dietro la linea del pallone agendo in ripartenza con un calciatore ad accompagnare l’azione; esterni a macinare chilometri, con la stella De Paul libero di inventare e muoversi per il campo in ampiezza e profondità; una punta grande e grossa come Okaka e Lasagna a giragli intorno, pronto a cercare la profondità. Per Gotti il calcio è una cosa semplice.
Di Maran abbiamo già scritto parecchie volte: ancora non si è vista la sua idea di gioco sviluppata con continuità non al Real Madrid, ma con Chievo e Cagliari lo scorso anno prima di essere allontanato.
Con uno Scamacca tornato ancor più lucido dopo le prestazioni in Under 21, contro l’Udinese dovrà trovargli il compagno d’attacco, uno veloce come nelle gare degli Azzurrini alla Sottil o Raspadori. Non avendo visto giocare Asoro, Males, e avendolo visto nella Primavera genoana, uno con quelle caratteristiche c’è e si chiama Kallon, uno che punta l’avversario e la profondità in velocità. Potrebbe toccare anche all’ubzeko non fare la prima punta ed essere utilizzato come seconda punta, ruolo che ha svolto anche nella sua squadra d’origine. Altro compito sarà quello di trovare la giusta posizione a Rovella, qualcuno che davanti alla difesa faccia da libero aggiunto e – perché no – buttare dentro Melegoni, un centrocampista con altre caratteristiche rispetto a quelli che ha disposizione. Difesa a tre o a quattro? Calcolare chi tra i difensori è portato in un numero o in un altro. Se giocherà con gli esterni o quinti a centrocampo, se non verrà recuperato Zappacosta sono ad oggi tre i calciatori a disposizione: Ghiglione, Czyborra e Pellegrini.
La scelta del modulo e quella di formazione sono legate per Gotti all’utilizzo di Stryger Larsen (assente da tempo per infortunio) nella quattro di difesa o quinto a centrocampo. Con Deulofeu l’attaccante mancino spagnolo arrivato dal Watford in campo il 4-3-3. Altri problemi per Gotti a centrocampo con le non buone condizioni di Arslan, il turco tedesco arrivato dal Fenerbahce, che nelle intenzioni friulane avrebbe dovuto sostituire Fofana. Il 4-3-3 con De Paul e Forestieri, ex rossoblù, nel cuore del gioco non lascia tranquillo l’allenatore e fino a domani si porterà a rimorchio il dubbio se non sia meglio ricorrere ad un 3-5-2.
Anche Maran ha gli stessi problemi di modulo. Tutti danno al tecnico trentino la rosa al completo eccetto Criscito, Cassata, Pjaca. Dovrà valutare tramite il GPS le condizioni fisiche di coloro che dovrà utilizzare, essendo una gara nella quale bisognerà correre e avere intensità per oltre 90’ di gioco.
A domani per le formazioni: la strategia tattica si evincerà ad inizio partita per entrambe le squadre, staticamente solo per il numero dei difensori. Quisquilie direbbe Totò: un sistema di gioco rappresenta e spiega le dislocazioni di base, attraverso i compiti e le funzioni dei giocatori in campo, ma alla fine la differenza la farà il concetto che deve essere dinamico e non statico.
I Genoani se fossero presenti domani al Dacia Arena di Udine canterebbero la canzone di Claudio Lolli: “vivo tutti i giorni aspettando Godot, dormo tutte le notti aspettando Godot, ho passato la vita aspettando Godot”. La solita speranza è una cambiale sull’avvenire, che a Udine arrivi il Godot salva-Genoa.
Calvarese di Teramo è il direttore di gara di Udinese-Genoa. Ingegnere del 1976, è il più anziano a disposizione di Rizzoli. Arbitra in Serie A dal 2008. Vanta 143 gare arbitrate, 43 rigori e 36 cartellini rossi. In stagione due partite.
Calvarese negli ultimi anni è stato salvato dal pensionamento perché era uscito dall’anonimato. In questa annata, per via dell’unione di Can A e B, gli è stato affidato un minimo di rotazione per le gare delle big. Tutto ciò è successo perché il professionista abruzzese si è dimenticato di essere non propenso ad ascoltare il VAR.
Con i Friulani ha diretto in carriera 13 gare (4 vittorie, 2 pareggi e 7 sconfitte). Con il Genoa sempre 13 gare (2 vittorie, 5 pareggi, 6 sconfitte).
Primo assistente Costanzo di Orvieto, secondo assistente Di Fiore di Barletta, quarto uomo Paterna di Teramo. VAR Nasca di Bari, AVAR Preti di Mantova.