La morte di Maradona all’ordine di tutto il calcio mondiale. Il dieci intercontinentale non se n’è andato in silenzio. Nessuno lo ha discusso come calciatore ma in tanti come uomo. Tanti bigotti ancora non era stato tumulato che avevano istituito l’Inquisizione. L’arte in qualsiasi ramo, da pittori a uomini di spettacolo o di teatro non può fare morale non avendo nulla da insegnare. Il Genio in qualsiasi arte non è prova di certo. Maradona ci entra di diritto tra questi artisti ì, non solo per i piedi.
Giorno 25 novembre 2020, giorno mondiale sulla violenza delle donne, anche il calcio ha cantato la famosa canzone di Nino Manfredi: “Viva le donne, viva le donne che sono le colonne dell’amor“. Oltre festeggiarle su tutti i campi con il rossetto sulle guance sono state festeggiate dal mondo del calcio maschile con la prima designazione di un arbitro femminile domani in Juventus-Dynamo Kiev, la francese Frappart, in campo solo con un motto nella testa. “Non conta il sesso, solo le decisioni“.
Altro tabu al femminile nell’AIC (Associazione Italiana Calciatori): la vice presidente è Sara Gama, leader della Juventus e della Nazionale femminile. Calcagno è il nuovo Presidente facendo il pieno di preferenze nei confronti di Beppe Dossena, ex Toro e Samp, neanche entrato nel Consiglio Direttivo.
Il colore rosa sempre protagonista sui campi di calcio. Una calciatrice spagnola in una partita iberica si è rifiutata di rispettare il minuto di silenzio per Maradona, sedendosi di spalle motivando tutto: “nessun omaggio per un violentatore delle donne”.
La nona giornata conferma il Milan attualmente squadra da battere. Semplicemente perché Pioli rispetto ad altri colleghi che inseguono la Champions e lo scudetto ha trovato la vecchia formula che fa viaggiare le squadre, giocare al massimo con i 15 elementi, con lo stesso modulo, con le giuste gerarchie dentro lo spogliatoio. Ibra è il Diavolo rossonero e i suoi richiami hanno svegliato calciatori che sembravano persi, quasi impaurendoli.
Tutte le altre basta guardare i tabellini alla voce formazioni e cambi con l’utilizzo dei 5 consentiti fanno fatica ad assemblare i centrocampi, la zona nevralgica di una partita di calcio.
Sassuolo-Inter 0-3. Senza Lukaku Conte ha trovato il “frizzantino” con l’attacco mini Sanchez-Lautaro, tre gol al Sassuolo. Sarà riscatto di Conte dopo la Caporetto da Champions? Per De Zerbi il sogno non è finito, ma dovrà chiedersi come mai contro le squadre che lottano per l’Europa ha fatto solamente 2 punti.
Benevento-Juventus 1-1. Pippo Inzaghi fa vedere le streghe a Pirlo senza CR7. Decisa la difesa del Benevento contro una Signora molle in pantofole. Punto d’oro per il Benevento, quinto pareggio per Pirlo che non ha trovato il bandolo della matassa nel cuore del gioco. Ha cercato e trovato Morata, ma ha perso Dybala.
Atalanta-Verona 0-2. Juric non ha fatto uno sgarbo al maestro Gasperini, ha solamente approfittato delle deficienze della Dea che paga la Champions. Superare il turno porterebbe a Bergamo un bonus di 9,5 milioni di euro, anche se l’Uefa ha deciso di spalmarli in 5 anni dopo il flop della Final Eight inventata e giocata d’estate. Bravo Juric: ha lavorato prima ai fianchi Gomez e compagnia che non segnano più a raffica come nelle prime giornate per piazzarsi in zona nobile della classifica a 15 punti con protagonista Veloso, autore di un gol su rigore e una assist perla a Zaccagni, autore del gol vincente.
Bologna-Crotone 1-0. Ci pensa Soriano leader e capocannoniere al quinto gol stagionale a risollevare e togliere dagli impicci Mihajlovic e il Bologna. Il Crotone con tante assenze ha tenuto banco facendo soffrire i petroniani che dopo 41 giornate non hanno incassato un gol. Peccato che i pitagorici si siano spenti alla distanza senza cambi giusti a sostituire i titolari.
Cagliari-Spezia 2 a 2. Gol e buon calcio. Emozione per il ritorno al gol di Pavoletti non di testa ma di tacco dopo il doppio infortunio al crociato della scorsa stagione. Lo Spezia era andato in vantaggio confermandosi squadra più tosta in trasferta, superata e raggiunta dai sardi di Di Francesco ancora da carburare, alle prese con il Covid a centrocampo, ha pareggiato al 95’ con un rigore non mollando mai.
Lazio-Udinese 1-3. Il colpo che nessuno si aspettava. L’Aquila non ha volato ed è sbattuta contro le zebre friulane. Friulani perfetti trascinati dal solito De Paul. Nei momenti topici la Lazio vanifica gli sforzi per agganciare, come sempre, il treno Champions.
Milan-Fiorentina 2-0. Il Milan non si nasconde più e tenta la fuga anche con Ibra infortunato, ma in campo a fulminare i compagni ad ogni errore e non il telefonino. Il Milan gioca con disinvoltura. L’esatto contrario della Fiorentina in cui Prandelli fatica a trovare un gioco anche se ha impegnato severamente Donnarumma più su errori rossoneri che attraverso una giocata collettiva.
Napoli-Roma 4-0. Canta Napoli e non poteva che essere così con la maglia albiceleste di Maradona e dell’Argentina. Nel futuro Stadio titolato al Pibe de Oro, Insigne e compagnia hanno recitato da soli nella serata partenopea dedicata a Maradona, travolta una Roma rimasta nella Capitale e orfana nel primo tempo per infortunio di Mancini e Veretout.
Al lunedì Torino-Sampdoria 2 a 2. Quattro gol, quasi anche spettacolo. Pareggio che serve pochissimo al Torino per uscire dalle secche della retrocessione. Punto importante in trasferta per Ranieri squalificato in tribuna modello ultras. Non gli è servito il telefonino per dare le sue istruzioni. Non contento Ranieri ha effettuato 4 sostituzioni all’inizio del secondo tempo riportando la squadra in partita e ribaltando il risultato, approfittando del solito momento del Toro tornato nella stalla e non in campo.
Genoa-Parma 1-2. Il Parma gode. Il Genoa riflette sui punti gettati via con rimorso, l’indigestione dell’anima a tutti i livelli dentro e fuori dal campo e i rimpianti dei punti persi sono ricordi di brutti tempi passati. Incassata la quarta sconfitta consecutiva, 8 gol incassati e 3 realizzati in preda alla propria debolezza strategica. I problemi incalzano e i nodi non vengono sciolti. La speranza che dopo aver regalato punti alle bestie nere Giampaolo, De Paul, Parma non venga concesso la cinquina a Prandelli, che ancora non ha fatto un punto dal suo arrivo a Firenze.