“Costante utilizzo dei calciatori delle squadre Primavera nelle cosiddette prime squadre“. Ieri ha colpito questo passaggio finale del comunicato della Lega Serie A che annunciava la proroga al prossimo 10 gennaio della sospensione del campionato Primavera. Ha colpito non tanto per la frase in sé, che già così invertirebbe in parte la tendenza italica di andare a pescare all’estero anche i giovani da gettare nella mischia del campionato, ma soprattutto perché è la prima volta che viene messa nero su bianco, a testimonianza di un’annata che, falcidiata a tutte le latitudini dal Covid e lanciata al ritmo di tre partite in una settimana, inevitabilmente chiama in causa forze fresche. Fresche e giovani.
In Serie A, l’età media del campionato è poco al di sotto dei 27 anni, per cui trovare schierati giocatori classe 2000 (o ancora più giovani) è un evento più unico che raro. A rompere questa cultura ha provato il ct Mancini con la sua Nazionale e forse ha servito l’assist ai club per fare lo stesso. C’è chi può rischiare di più per ragioni di classifica; chi vuole rischiare di meno per analoghe ragioni; chi, ancora, mette da parte le ragioni e privilegia comunque la linea verde.
Ne è testimonianza più di tutti l’Hellas Verona di Juric, per il secondo anno consecutivo bravo a rischiare con lungimiranza su calciatori dalla carta d’identità assai giovane. Kumbulla (classe 2001) è subito stato avvicendato da un altro coetaneo, Lovato (e pure dal 2002 Amione). Anche nel mezzo si è scelta una linea verde per dare riposo a Veloso e sopperire all’addio di Amrabat: già più volte schierato Ilic, centrocampista classe 2001.
Che il trend sia stato invertito, con più fiducia nei confronti di calciatori cosiddetti “millenial”, è però un dato di respiro europeo. Come certifica il CIES analizzando un parco di 12.088 giocatori spalmati su 31 campionati, in Europa è cresciuto di quasi l’uno per cento (da 3,2 a 4 per cento) il dato sui calciatori Under 19 schierati nell’ultimo anno solare. C’è chi ha fatto di più, come Bundesliga e Premier League, ma anche la Serie A si è data da fare passando da 0,8% e arrivando a 1,8%. Resta un po’ indietro il nostro Paese nel dato dei calciatori cresciuti nei vivai e lanciati nel calcio di Serie A: il dato è sceso dell’uno per cento rispetto al 2019 passando da 8,6 a 7,6.
Se il campionato Primavera fosse continuato, ci sarebbero state probabilmente meno elargizioni verso le prime squadre. O non tutte assieme. Perché è pur vero che l’obiettivo dei vivai è crescere giocatori che possano sfociare nel calcio professionistico, ma è altrettanto vero che negli ultimi anni il format del campionato Primavera lo ha reso un torneo assai competitivo, dove nulla va lasciato al caso. Invece, tra la sospensione definitiva dell’annata 2019/2020 e l’ormai acclarato stop che sta colpendo quella in corso, le occasioni per i giocatori Under 19 di allenarsi con le prime squadre sono incrementate notevolmente. Di riflesso, anche le occasioni di vederli esordire.
Non è casuale quindi che in Italia come in Europa, sempre secondo il CIES, nell’anno 2020 sia stato raggiunto un picco storico di calciatori debuttanti: il 5,4%. L’anno scorso si contò un 4,5%, due anni fa il 3,1%. Un punto di svolta per il calcio europeo e mondiale del futuro? È la vera domanda. Il Bayern Monaco oppure il Liverpool, regine d’Europa già qualificate agli ottavi, dimostrano che si possono vincere anche le partite più dure di Champions League, contro Atletico Madrid e Ajax, schierando due terzi di formazione giovane ed esordiente nelle competizioni europee. Il “ce lo possiamo permettere” di queste big europee dovrà essere esteso anche ad altri campionato e altre competizioni.
Affidandoci alle rose di Transfermarkt, abbiamo provato a radunare in un elenco tutti i 49 giocatori che, nati dopo il 1° gennaio 2000, tra questa stagione e la passata hanno esordito in Serie A (o sono stati acquistati per giocare in prima squadra, pur non avendo ancora brindato alla prima in Italia). Mancheranno alcuni nomi comparsi in questo campionato (si veda Frabotta preferito da Pirlo a Pellegrini sulla corsia di sinistra della Juventus): non sono presenti in lista perché nati prima della data sopra indicata (Frabotta, nello specifico, è un classe ’99). L’unica squadra senza millenial in rosa risulta essere il Napoli di mister Gattuso.
- JUVENTUS: Portanova (2000)
- MILAN: Colombo (2002), Maldini (2001)
- ATALANTA: Ruggeri (2002), Amad Diallo (2002), Sutalo (2000)
- ROMA: Calafiori (2002), Kumbulla (2000)
- FIORENTINA: Dalle Mura (2002)
- LAZIO: Armini (2002)
- SASSUOLO: Turati (2001), Steau (2001), Traorè (2000), Raspadori (2000)
- TORINO: Singo (2000), Adopo (2000), Millico (2000)
- CAGLIARI: Luvumbo (2002), Carboni (2001), Caligara (2000), Walukiewicz (2000), Tramoni (2000)
- BOLOGNA: Vignato (2000), Baldursson (2002), Hickey (2002)
- PARMA: Nicolussi Caviglia (2000), Sohm (2001), Balogh (2002), Mihailla (2000), Adorante (2000)
- HELLAS VERONA: Colley (2000), Lovato (2000), Pandur (2000), Ilic (2001), Salcedo (2001), Amione (2002), Udogie (2002)
- SAMPDORIA: Rocha (2001), Askildsen (2001), Damsgaard (2000)
- GENOA: Males (2001), Rovella (2001), Eyango Eboa Ebongue (2001), Cleonise (2001)
- SPEZIA: Piccoli (2001), Agoume (2002)
- BENEVENTO: Di Serio (2001)
- CROTONE: Rojas (2002)