Lunedì sono in programma i sorteggi degli ottavi di Champions e dei sedicesimi di Europa League. Sono 6 le squadre ad aver passato il turno: tutte tranne l’Inter di Antonio Conte, costretto a riversare anima e corpo sul campionato per non rimanere a bocca asciutta per il secondo anno consecutivo. Quest’anno, l’ultimo prima dell’arrivo della terza coppa incomodo (Europa Conference League) in casa UEFA, in quella dalle grandi orecchie ci si è soltanto avvicinati al record di gol (308) messo in fila nell’edizione 2019/2020, prima della momentanea sospensione della competizione. Nel 2020/2021 le reti sono state 289, per una media di 3,01 gol a partita. Si segna leggermente di più nella sorella Europa League, che con 16 squadre in più – ancora per poco – ha fatto registrare 442 reti in 6 giornate. 3,09 a partita, uno ogni 30′. Il Leverkusen, da solo, ne ha fatti 21. Aiutato anche all’assenza del VAR? Entrerà solamente nella fase a eliminazione diretta.
LE ITALIANE – Come già scritto, chi non va avanti è l’Inter. A 7 anni dal gol di Sneijder che condannò la Juventus di Conte al terzo posto nel girone, i nerazzurri non potranno consolarsi neppure con l’Europa League, che lo scorso anno si è rivelata una vitamina E per recuperare energie e provare a sognare in grande. Dal 5-0 contro lo Shakhtar del 17 agosto (semifinale di EL) e lo 0-0 di mercoledì sera sembra passata un’eternità. L’ultimo posto in classifica nella Champions League? Prima volta nella storia dell’Inter, che non brilla neppure nelle graduatorie relative a reti segnate (7) e tiri in porta (20) nelle 6 partite in questione. Dati molto bassi se messi in relazione con l’alta percentuale di passaggi riusciti; se Conte lo ha pagato a caro prezzo il possesso palla, per Roma, Milan, Napoli e Juventus alla fine ha pagato.
Atalanta e Lazio restano sotto la media per passaggi e possesso, ma si regalano due qualificazioni storiche. La squadra di Gasperini è uscita indenne anche per la seconda volta, in un girone contro Ajax e Liverpool che rievoca in qualche modo il cammino del Genoa di Bagnoli nella Coppa UEFA 1991/1992 (anni in cui le italiane la facevano da padrone), eguagliando i record di Siviglia (specialista di coppa) e Villarreal (terza in Liga): due volte in Champions, due volte avanti. Dopo 20 anni Simone Inzaghi torna agli ottavi con la sua Lazio, questa volta da allenatore. C’era già riuscito da giocatore, in squadra con Nedved e Baronio, oggi alla Juventus. La prima Signora di Pirlo, che ha lasciato il ruolo del regista in campo e pian piano comincia a calarsi nella parte di produttore esecutivo sulla panchina, deve aspettare l’ultima giornata per togliersi una soddisfazione e conquistare il primo posto. Da non sottovalutare il fatto che a togliersi un peso dal groppone sia stato anche Cristiano Ronaldo, saltato in aria per due volte contro un Messi piantato con i piedi per terra, quasi senza verve e pericoloso soltanto da fuori area. Che sia la volta buona?
Se Roma e Napoli erano davvero troppo attrezzate per poter fallire, le vittorie del Milan sono ormai divenute normale amministrazione: i giocatori inneggiano a Pioli anche sui social, ma il segreto si chiama anche Jens Petter Hauge salito in auge con 4 reti nel giro di due mesi. Quasi tutti gol della sicurezza, quella che il Diavolo ha ritrovato e mette in campo senza farsi troppi problemi. La qualificazione che più spicca è però quella della Lazio, che avrà anche perso qualche anno di vita nei minuti di recupero ma ha saputo reagire al caos Covid, diventato poi un caso, con risultati pesanti conquistati in un girone mica da ridere. Senza tanti giocatori chiave, i tre punti in trasferta hanno fatto la differenza tanto quanto la traversa colpita dai belgi all’ultimo minuto e in inferiorità numerica. Simone Inzaghi, a braccetto con Igli Tare, si conferma un allenatore con gli attributi.
ALL’ESTERO – Chi in passato ha mostrato in mondovisione di avere i “cojones” è Pablo Simeone, anche lui in quella Lazio del 2000. Anche lui ha faticato più del previsto, ma ha saputo raddrizzare un girone complicato qualificandosi all’ultima giornata. Avrebbe potuto fare la fine dell’Inter, squadra con cui ha in comune diverse statistiche fra cui la media gol…sotto la media.
L’Atletico Madrid potuto fare la fine dell’Inter, invece si ritrova agli ottavi e prima in campionato davanti alla Real Sociedad. Squadra ostica e organizzata, ne sa qualcosa il Napoli di Gattuso, probabilmente la squadra più attrezzata per vincere l’Europa League insieme alle inglesi. In Europa League saranno 4 (5 se si considerano anche i Rangers di Glasgow), una più forte dell’altra: dal Leicester all’Arsenal, dal Tottenham di un Mourinho sempre più social al Manchester United, la grandissima esclusa dalla Champions, dove restano Liverpool, Manchester City e Chelsea. Una menzione per i Blues, che hanno speso una fortuna sul mercato e sperano di trovarne altrettanta nel cammino. Il girone è stata una passeggiata, complice un Rennes partito con grande entusiasmo ma fermatosi alla prima difficoltà. Nel campionato francese brillano Paris Saint-Germain e Lille: la prima ha riconquistato la qualificazione con classe dopo una partenza preoccupante, la seconda si è confermata squadra in continua crescita. Dimenticato in un amen Osimhen, la nuova stella si chiama Yazıcı. Le tedesche da battere sono Bayern e Bayer, una per coppa. Ma nelle coppe così come sul tram: occhio ai portoghesi.
4 – FC Porto will finish inside the top places in their UEFA Champions League group for the fourth consecutive participation, their longest such streak since another run of four between 2006-07 and 2009-10. Consistency. #UCL pic.twitter.com/6RyNI0QDbQ
— OptaJoao (@OptaJoao) December 9, 2020