Quattordici giornate di campionato 2020/21 in archivio. I 10 giorni una volta di festa faranno poco ragionare su quello accaduto, tutti preoccupati del prossimo calciomercato.
La stagione 2020 è stato un giallo nel finale dello scorso campionato, ma anche all’inizio di quella attuale. Un giallo che affascina solamente gli scommettitori che indovinano i risultati altalenanti. Il Campionato 2020/2021 è ripartito anche se non era il più atteso dalle masse dei tifosi e sta confermando di non essere il più bel campionato del mondo da molti anni.
Campionato ripartito per volere della FIFA e dell’UEFA, come in tutto il mondo, per salvare le competizioni internazionali di giugno. Campionati che saranno compressi anche nel 2022/2023 considerate tutte le varie Coppe in programma di Fifa e Uefa e il Mondiale in Qatar dal 21 novembre al 18 dicembre 2022.
Campionato 2021 che sarà sempre all’ordine del giorno per il Covid e gli infortuni causati dai ritmi frenetici in campo ogni 60 ore al massimo.
Il comune denominatore della stagione in corso è solamente uno: aver sbagliato la campagna acquisti estiva da parte di Presidenti, dirigenti sportivi e allenatori, per non aver tenuto conto che si doveva giocare ogni tre giorni e non essere riusciti a convincere la FIGC nel rimpinguare la lista dei 25 consegnata ad inizio stagione, pur avendo in rosa più di 30 calciatori. Come minimo.
Attenzione: il sorteggio del calendario è avvenuto il 2 di settembre, il calciomercato iniziato il 1 di settembre e finito il 5 di ottobre: c’era il tempo per preoccuparsi e calcolare che i calciatori, anche se ben pagati, non sono robot.
Presidenti, Direttori sportivi, Allenatori non hanno fatto i conti sulle rose che avrebbero dovuto affrontare il tour de force basandosi sulla qualità, ma non sulla carta d’identità.
Questo ritmo di calcio giocato ha fatto sparire dai campi la fantasia. I numeri 10 o fantasisti non hanno inciso in nessuna squadra. Il calcio dei culturisti si è mangiato il talento. Il numero 10, quello della fantasia al potere, della giocata in grado di confezionare un gol e anche un risultato con una sola giocata e rompendo gli schemi tattici, è stato sorpassato dai giocatori box to box, capaci di salvare un contropiede avversario e subito dopo farsi trovare al limite dell’area avversaria, tutti uguali, anche con scarsa tecnica.
L’errore degli allenatori non essersi preparati ad uscire dal cliché del passato secondo cui le squadre sono bloccate con i titolarissimi, prima a 14 elementi e dopo le cinque sostituzioni, non utilizzate neanche tutte e bene, a 16.
Barcamenarsi nei commenti e giudizi post gara e nei risultati fuori programma, rifugiandosi nella mancanza di spettatori e del fattore campo, non regge più.
Un esempio: in 56 ore la Juventus è stata magnificata per aver vinto a Parma con il gioco e la strategia di Pirlo dopo è stata mortificata dalla critica per aver perso 3 a 0 allo Stadium con la Fiorentina, che la gara precedente aveva fatto appassire il giglio al Franchi per mancanza di gioco contro l’incerottato Verona.
Al di là del Covid che sarà un alibi per la tutta la stagione, difficile giocare con gli over 30, se non di più, ogni tre giorni. Difficile se non si usano o se si ha paura di utilizzare i giovani per non mettere a rischio il risultato, anche se non arrivati.
La Formula estiva della stagione 2019/202o, riposo e giocare, poteva reggere solo per un mese ma non per 9 mesi. Senza tempi di preparazione, solo aerobica e carenza di potenza utilizzando poco la palestra, sono causa dei tanti infortuni muscolari, in particolare per gli over 30 senza poter recuperare le forze e anche per il pallino dell’allenatore come fare giocare tre/quattro partite in 10 giorni a giocatori provenienti da lunghi infortuni.
I calciatori esperti – basta vedere le gare attentamente – si gestiscono con la loro esperienza valutando in corso di partita quando accelerare o fare lo scatto senza utilità. Il Genoa sta pagando questa classifica deficitaria, al di là dei 18 infettati dal Covid, per i motivi sopracitati, essendo anche la squadra più longeva del campionato.
Gli allenatori quando ripartirà il campionato, e già dal giorno 3 di gennaio, con altre tre gare in 8/9 giorni dovranno cercare una soluzione sottraendosi alle lusinghe sempre sconsigliabili, ma umanamente comprensibili, della fama. I campioni bisogna farli rifiatare o utilizzandoli in corso di partita quando si saranno stancati gli avversari impiegando giovani e atleti specializzati per il ruolo affinché la squadra non risulti monca e squilibrata non solo sul piano del gioco, ma anche fisico.
Giorno 3 gennaio si gioca la quindicesima giornata, giorno 4 inizia il calciomercato. Bisogna pensarci adesso per non essere in ritardo.
Non si potranno aspettare per qualche squadra, vedi il Vecchio Balordo, i saldi pallonari della fine di gennaio perché ci saranno da giocare 6 giornate, 5 prima della fine del girone di andata e una, quella dell’inizio di quello di ritorno: 18 punti in palio che possono far cambiare la classifica.