A Pegli, Ballardini e i giocatori non hanno digerito la sconfitta contro il Sassuolo per tutti immeritata, eccetto per i cronisti nazionali del giorno dopo. Contro il Bologna altra partita da B&B: Balilla-Ballardini con Grifoni in campo.
Il Vecchio Balordo anche coi felsinei se la giocherà. Dopo tre gare con Ballardini la squadra ha dato l’impressione di essere una squadra che non abbassa mai le armi e prova a fare la partita contro qualsiasi avversario. Già contro il Bologna bisognerà continuare a progredire non solo sul piano del gioco, ma anche sull’aggressività e l’intensità. Ballardini anche domani sera in zona rossa vorrà sorseggiare non uno Champagne, ma un “bianco amaro”.
Vorrà vedere una squadra non solo statica e disciplinata, ma qualcosa che dovrà dimenticarsi della fatica di giocare troppo spesso. La profonda capacità di Ballardini e del suo staff nel ricostruire una squadra con compartecipazione ha dato dei risultati anche a Reggio nell’Emilia contro il Sassuolo.
Nello spogliatoio del Genoa hanno capito che Ballardini è colui che vede la squadra, la valorizza e, naturalmente, le individualità che la compongono si esaltano e non si sentono estranee. Ballardini alla terza gara giocata sulla panchina rossoblù a quarti ha fatto vedere di poter e sapere variare l’identità tattica. Non è ancora sfacciato per il timore di perdere certezze tattiche e non avendo ancora la scioltezza giusta nel gioco.
Contro un Bologna che la metterà sul fisico e sulla corsa, operazione difficile giocando ogni tre giorni, il Grifone aspetterà con pazienza che i felsinei perdano lucidità non solo sottoporta consumando molte energie in fase di non possesso. Il Vecchio Balordo contro i felsinei dovrà cercare con qualche buona qualità di palleggio riuscire a superare il primo pressing offensivo avversario, trovando spazi e superiorità in zona di rifinitura e punta la linea difensiva emiliana non irreprensibile, considerato che nella scorsa stagione e in quella che si sta giocando ha sempre incassato delle reti in ogni partita, eccetto una.
Il calo di tensione degli uomini di Mihajlovic unita alla distanza tra i reparti nell’ultimo scorcio di gara è un difetto che Ballardini cercherà di sfruttare. La formazione del Genoa dovrebbe variare poco con Destro e Behrami subito in campo. Probabile Zappacosta a sinistra e Ghiglione a destra. Manca all’appello della prova alla Ballardini il giovane Melegoni, gamba e fiato dopo tre partite giocate sul piano fisico. Sturaro scalpita per giocare non solo in campo, ma anche in Tribuna come un ultras al gol di Eldor. Con la prossima settimana senza tre partite domani ci penseranno di rischiare.
Bologna sempre nel segno del marchio di Mihajlovic. Il serbo con in rosa 34 calciatori di tanti paesi diversi prima del calcio ha voluto far capire chi fosse il capo e cosa fosse la disciplina, dopo ha dovuto insegnare a calciatori del Mali, del Giappone e dell’Islanda cosa vuol dire calcio organizzato. La sfuriata prima di Inter-Bologna per capire chi era la spia, addirittura facendo finta di cambiare il modulo tattico, è stato il segnale definitivo che il Boss è Lui.
Ha sempre dichiarato che i gol subiti non lo preoccupano, semmai a impensierire è quello di fare un gol in più dell’avversario. Domenica scorsa, quando pareggiò 0 a 0 in casa della Fiorentina, era contento. Non subire gol dopo 466 giorni avrà ripensato alla sua mentalità filosofica: “gioco sempre per vincere”.
Tatticamente il 4-2-3-1 del Bologna è un gioco divertente, dinamico, votato all’offensiva ma il salto di qualità auspicato ad inizio stagione è un optional. I vuoti d’aria durante le partite nel cuore del gioco e in difesa, al di là delle massime del serbo, arrivano perché da quando è subentrato a Pippo Inzaghi non è riuscito ad imporre una registrata alla fase difensiva. I felsinei adottano il 4-2-3-1, però durante le partite cambiano la disposizione della squadra a seconda del risultato e degli avversari. Il Jolly giocato da Mihajlovic è Soriano che da trequartista nella fase difensiva di abbassa infoltendo il centrocampo .
A Mihajlovic piace il controllo del pallone, costruire il gioco attraverso il palleggio e trovare il buco verticalizzando alle spalle della difesa avversaria e lanciando Orsolini, qualche dribbling inutile, e Barrow, un potenziale che ancora non è esploso. L’unico che è sempre all’altezza è Palacio, la classe non invecchia mai, anche se la stanchezza non aiuta.
Questo modo di giocare con il baricentro molto alto si scontra con la qualità non alta nel cuore del gioco e con la squadra sbilanciata; l’errore individuale dietro è probabile come è successo in altre gare e anche in questo campionato. Anche la formazione del Bologna è da divenire con Svamberg squalificato, con De Silvestri, Mbaye, Medel, Sansone, Santander, Skorupski infortunati.
Arbitra Doveri di Roma. Nato nel 1977. Internazionale in deroga dal 2017 per non fargli appendere il fischietto al chiodo a 39 anni non avendo avuto il lasciapassare al ruolo da internazionale sul campo, dopo aver diretto 10 anni in Serie A.
Vanta 171 gare con 59 rigori e 42 espulsi. In Stagione 8 gare in A, una in B, un rigore e zero rossi sventolati. Ventidue gare di cui 10 vittorie, 4 pareggi, 8 sconfitte con il Genoa. Con il Bologna 20 gare (4 vittorie, 7 pareggi, 9 sconfitte).
Primo assistente Cecconi (Empoli), secondo Lanotte (Barletta), quarto uomo Santoro(Messina). VAR Mariani di Aprilia, AVAR Ranghetti di Chiari.
Diffidati Genoa: Badelj, Bani, Masiello. Diffidati Bologna: Tomiyasu, Danilo, Schouten.