Coppa Italia Tim, Partite al Vaccino giocate sotto zero e finite alle 23.30.
Partite non giocate, formula che non attira nessuno, sulle poltrone in molti addormentati sbadigliando. Gare giocate in stadi vuoti: non era meglio giocarle alle ore 19? Quando cambierà questa formula vecchia e sbagliata, in particolare in questa stagione con tanti infortuni non solo da Covid, ma muscolari?
Coppa Italia che non ha fatto addormentare i supporter genoani e molti se la sono giocata con la fantasia sognando i quarti che non arrivavano da 39 anni o giù di li.
Dopo la rabbia iniziale tutti attaccati alla Tv o Radio Nostalgia con la voglia matta di fare lo sgambetto alla Signora, che per salvare la ghirba ha dovuto scomodare sua Maestà CR7 all’86esimo che non ha inciso nei 36 minuti di gara restanti.
Solo rabbia per il primo tempo e per i due gol incassati, dove tutti danno la colpa a Dumbravanu, sotterrato nelle pagelle, ma nessuno ha tenuto conto dell’errore collettivo, non solo dell’età. Tanti calciatori di Madama hanno fatto cilecca, in particolare nel secondo tempo, ma nessuno si è preso dei 4 e mezzo in pagella. Questione di fascino, feeling, sudditanza coi colori bianconeri .
Per Ballardini la Coppa Italia non è mai stata un fastidio o un disturbo anche se in questo momento il campionato, la classifica e la prossima gara contro l’Atalanta sono una priorità. Ha chiesto di far correre Madama Juventus e ci è rimasto male per i primi venti minuti in bambola e ha voluto vedere, tastare da vicino in una gara ufficiale la rosa pletorica a disposizione.
Ha avuto risposte dalla gioventù, in particolare dal centrocampo Under 21 in campo con Rovella, Melegoni e Portanova, sull’altra sponda prossimo genoano. Dovranno crescere, compresi Rovella e Scamacca, vittime delle voci di calciomercato.
Ballardini contro la Juventus in Coppa Italia per l’ennesima volta ha assemblato e non inventato nulla. Anche le seconde linee rossoblu, ognuna nel proprio ruolo.
Anche negli ottavi di Coppa Italia è emerso il semplice pensiero di Ballardini che ha confermato come se ogni calciatore gioca nel ruolo più connaturale e adatto alle sue esigenze tecniche dovrebbe giocare meglio e i vantaggi sono di tutta la squadra.
La musica contro la Juventus non è cambiata tatticamente, gli interpreti sì, e i giovani potrebbero aiutare nella salvezza combinati nella miscela giusta coi navigati visti nelle quattro gare di campionato giocate con Balla.
Con i se e coi ma a posteriori, diceva Scoglio, non si va da nessuna parte, ma la domanda è semplice, senza togliere nulla a chi ha giocato e ringraziando ognuno per l’ottima prova: ma cinque cambi all’inizio dei tempi supplementari coi baritoni in panchina e non le riserve avrebbero potuto portare il Vecchio Balordo ai quarti di finale? Ballardini ha risposto: “nessun voleva uscire ed era giusto che si conquistassero la qualificazione con quello fatto”.
Tutti d’accordo: le sostituzioni se fossero avvenute sarebbero state non per demeriti tecnici -tattici, solo per questione di fiato.
Bene per il Genoa la crescita continua anche delle seconde linee, che però devono innescare pressing, intensità, grinta, chiusura degli spazi per giocarsela già da dentro lo spogliatoio e per fare tutto al meglio devono mettere in campo i principi di Ballardini e del 3-5-2 utilizzando bene le corsie laterali, non solo in fase di possesso, e proteggendo la difesa con il centrocampo.
Male i troppi passaggi sbagliati anche in situazioni favorevoli , un po’ di tecnica e precisione in più nei contropiedi non avrebbero fatto arrivare la Signora ai supplementari. Peccato che nel primo tempo si sia rivista la difesa prima di Ballardini per errori di presa di posizione o piazzamento, controllo o marcamento dell’avversario: la foto dei primi due gol bianconeri.
La Signorina dei tempi di Allegri in questo campionato a forza di stress e nevrotica, capace di dare sussulti solo con CR7 in forma e le sterzate di Kulusevski a tempo, come Ilicic della Dea, che mettono a sedere le difese, soffrendo con parecchi avversari, non può sempre accampare l’attenuante delle assenze chiamandosi Juventus e viste le riserve.
Dopo quattro mesi in gare di campionato anche ieri sera con il Genoa ha dimostrato difetti importanti di crescita nel cuore del gioco e anche sul piano del fiato. La classifica a Pirlo sorride per rocambolesche vittorie come contro il Sassuolo in inferiorità numerica per 60’ di gioco e la Coppa Italia per vittorie come quella contro il Vecchio Balordo.
Davide che sfida Golia e a volte lo abbatte, perché il pallone non sarà mai una scelta esatta e si ciba anche di emozioni: la traversa di Pjaca e il salvataggio sulla linea su colpo di testa di Radovanovic. L’unico conforto è che ieri il Grifone è stato eliminato dalla Juventus, immeritatamente, mentre in passato le beffe arrivarono da Virescit Boccaleone, Lumezzane, Alessandria, Entella.
A Bergamo con fiducia, con dentro il motore di centrocampo Strootman e in difesa Onguene: centimetri e forza fisica con il benestare di Ballardini senza dimenticarsi di un Czyborra che la cura Ballardini fa crescere gara dopo gara.
Coppa Italia: Champagne senza bollicine, ma solo un bianco amaro. Peccato…