Diciannovesima giornata di campionato, giro di boa della stagione. In termini marinareschi in pochi, solo il Milan, hanno tentato di issare le vele per darsi alla fuga. Molte squadre dalla parte sinistra e dalla parte destra della classifica sono andate di bolina, controvento. Troppi tempi di ”maccaia”, calma piatta, non solo di gol per errori difensivi da Gialappa’s Band nell’ex campionato più bello del mondo attaccandosi sempre al Covid, agli infortuni pur avendo rose, non pronte, ma composte numericamente da due squadre, se non di più.
Oggi è un giorno particolare e difficile per il Calcio e la Lega di Serie A: si apriranno le buste con le offerte dei diritti Tv del prossimo triennio. La Lega vorrebbe 1,5 miliardi, ma Sky e DAZN vogliono abbassare le offerte degli scorsi anni (pur non avendo ancora finito di pagare), Mediaset spera in Tim e la Rai aspetta gli eventi. Il calcio spera nel pacco di Amazon. In Serie A i conti non tornano, non solo senza il pubblico. Non hanno capito che ogni giorno gare in TV non solo italiane avrebbero potuto stufare. Non è più uno spettacolo con cronache da vocabolario Treccani del calcio. Stasera in campo la Coppa Italia.
La FIFA e l’UEFA hanno rimbrottato pesantemente la Superlega minacciando niente Mondiali, Europei e Champions per chi parteciperà. Non hanno fatto nulla per aiutare il calcio sgonfio, non solo per colpa del Covid, peggiorandolo con calendari super compressi. Solo il Continente Africano ha fatto spallucce e farà la SuperLega .
CR7 dice no all’Arabia Saudita sul campo, ma per essere testimonial del Governo per una Campagna pubblicitaria “Visit Saudi”, con la motivazione dei diritti violati. Prima Messi e dopo CR7 hanno preferito rinunciare ai 6 milioni di euro annui.
Gli scoop del calcio ormai sono le parole, le frasi che si ascoltano negli stadi vuoti. I colloqui tra calciatori e arbitri diventeranno un blob per le TV. Era tutto già nell’aria, soppesato prima di moviolizzarlo o passarlo al Var. Domenica invece si è iniziato con quello successo tra Donnarumma, portiere del Milan, e l’arbitro Mariani. L’errore del Direttore di gara fermare il gioco e andare dal portiere del Diavolo a colloquiare con il sorriso e non ammonirlo. Nel calcio ci sono i richiami solenni a gioco fermo e anche quelli volanti con il pallone in gioco, meglio il secondo se non si aveva intenzione di usare i cartellini.
A Udine la chicca della gara non è il risultato, ma l’arbitro Maresca di Napoli che rivolgendosi a calciatori, Conte e Dirigenti che si lamentavano di uno/due minuti di recupero in meno (dopo la gara che avevano giocato?) ha cantato loro a parole, nell’ingresso degli spogliatoi, una vecchia canzone dei Rockets: “non sempre si può vincere” o giù di lì.
Al venerdì sul campo. Benevento-Torino 2 a 2. Subito una sfida arroventata per Nicola all’esordio sulla panchina del Toro, la differenza è stata fatta dalle parole del tecnico dentro lo spogliatoio granata: “rapporti schietti, urla, responsabilità e comportamenti“ per ripartire. “Chi ci sta ci sta, altrimenti faremo altre valutazioni”. La risposta la ha avuta da un Toro in partita fino all’ultimo per recuperare i due gol realizzati dalla truppa di Pippo Inzaghi che non meraviglia più, ma muove la classifica.
Al sabato Fiorentina-Crotone 2 a 1. Solo a Firenze si illudono di aver raggiunto il centro classifica. I punti sono fondamentali per Prandelli e la sua panchina. Il gol di Bonaventura, una perla, e quello di Vlahovic non hanno domato il Crotone che nella ripresa con una Viola in calo di fiato ha provato a pareggiare. Vittoria festeggiata dagli americani a fine gara come una liberazione.
Udinese-Inter 0 a 0. È psico-Inter che si attacca all’orologio per i tempi di recupero. La rabbia di Conte non aver raggiunto il Milan e laurearsi campione d’inverno per differenza reti. L’Udinese altra squadra che ha fatto strisciare il Biscione semplicemente con ritmo blando, difesa super organizzata, sacrificio, non facendo giocare il centrocampo nerazzurro con Brozovic e Vidal assenti. Davanti Lukaku in bacino di carenaggio per riprendersi dagli sforzi precedenti poco sugo da gol. Da segnalare la solita prestazione nulla di Perisic subentrato al 70’, spettatore non pagante.
Milan-Atalanta 0 a 3. Dopo le ultime due partite di delusioni con il Genoa e l’Udinese con il pallottoliere di gol quasi a secco, a tutto Gaspe contro il Diavolo rossonero. La prova di forza della Dea è stata solo recepita da Ibrahimovic a fine gara, che ha affermato che le seconde linee del Milan oltre essere troppo giovani non sono pronte alla corsa per lo scudetto. Messaggio alla proprietà e Maldini per l’ultima settimana di calciomercato, anche se ha debuttato Mandzukic. Milan campione d’inverno grazie ai cugini, Dea ha tante possibilità da non sprecare per puntare in alto.
Roma-Spezia 4 a 3. Al 93’ minuto di gioco Fonseca salva la panchina con una rete di Pellegrini, dopo che lo Spezia aveva pareggiato 3 a 3 al novantesimo. Partita nervosa, errori difensivi e di nervi con Dzeko in Tribuna per la lite con l’allenatore. Gli aquilotti hanno dato filo da torcere alla Lupa ma non sono stati capaci di approfittare della crisi giallorossa.
Alla domenica, Juventus-Bologna 2 a 0. Il centrocampo gol salva Pirlo e la Signora. La partita contro il Bologna è stata meno facile di quanto annuncia il risultato. Mihajlovic è rimasto sempre in partita sbagliando occasioni da gol. La Juve rosicchia punti a quelle davanti in classifica non per meriti e spera sempre più nel recupero della gara con il Napoli per tentare di riacciuffare la vetta. CR7 all’asciutto per la seconda gara consecutiva.
Verona-Napoli 3 a 1. Juric e i suoi ragazzi per nulla intimoriti dal gol più veloce della storia del Napoli dopo 9 secondi. Il Verona ha dettato legge. Ha pareggiato con Dimarco nel primo tempo per nulla in crisi dell’errore sul gol lampo. Juric si è attaccato al portiere Silvestri per non cadere nel baratro del raddoppio partenopeo. Nel secondo tempo con il gioco e il pressing ha ribaltato il risultato due volte, mentre il Napoli di Gattuso evaporava sul piano fisico tenuto in piedi solo da Lozano. Juric trenta punti in classifica con tanti cerotti nel cuore del gioco, ma anche medie e piccole imprese.
Lazio-Sassuolo 2 a 1. Ci pensa sempre Immobile a rincorrere la zona Champions. Quarta vittoria consecutiva per Inzaghi jR. De Zerbi ci prova ma non riesce a cambiare rotta, la vittoria manca dal 6 gennaio. Dopo il pareggio di Ciro, inerte solo nel cognome, non in campo il Sassol si sgonfia e non reagisce.
Parma-Sampdoria 0 a 2. A Ranieri non interessano i gemellaggi. In nove minuti affossa i Ducali. Si piazza nella parte sinistra della classifica a 26 punti. Il Parma prende due pali prima dei gol doriani ma dopo troppo confusionario. La cura D’Aversa funziona a sprazzi. Il doppio dei punti in classifica si sono visti al Tardini. Parma penultimo in classifica ad un punto dal Crotone fanalino di coda.
Genoa-Cagliari 1 a 0. Già scritto tutto ieri. Il giorno dopo tiene banco la querelle del passato tra Preziosi e Ballardini e quella del rinnovo di Eusebio Di Francesco fino al 2023 anche dopo 6 sconfitte consecutive e non vincendo da 12 giornate. L’intelligenza nel calcio fa la figura di una parente povera, distinta sì ma senza sfarzo se non crea polemiche.