“La sorpresa è stata certamente il Milan: nessuno credo se lo aspettasse capolista alla fine del girone d’andata. Era chiaramente una squadra in crescita, ma non a questi livelli. La delusione è stata la Juventus: rispetto alle aspettative che c’erano su Pirlo, la classifica è ancora abbastanza al di sotto. Va detto che parliamo comunque di un allenatore esordiente ed era da mettere in conto una certa difficoltà e un trofeo bene o male l’ha già vinto, la Supercoppa italiana contro il Napoli”. Abbiamo raggiunto telefonicamente Sebastiano Vernazza, firma de La Gazzetta dello Sport, per chiedergli un commento sul girone di andata di Serie A e sul bilancio che ne possiamo trarre.
C’è un campionato molto diviso. E nella parte destra, anche difficile preventivarlo, in questo momento la lotta salvezza è tutto tranne che scontata. Ti aspetti qualche retrocessione illustra e che girone di ritorno vedi in questa parte della classifica?
“Di illustri ci sono squadre come Torino, Fiorentina e anche Genoa, quarta squadra italiana per numero di scudetti vinti. C’è molta incertezza. L’unica retrocessione abbastanza certa – posso sbagliarmi – mi pare quella del Crotone: ha ambizioni, ha anche una struttura di gioco, ma è squadra che prende molti gol e non è riuscita ancora a trovare un equilibrio alla fine del girone di andata, è dura. Sulle altre, è francamente difficile dire qualcosa: sono tutte in gioco e in ballo e bastano due o tre giornate per sovvertire la fila. Non mi sento di fare un pronostico e dire chi si salverà e chi no. Per esempio, il Bologna ultimamente non è che mi abbia convinto tantissimo: è in cima a questa fila, ma fa ancora in tempo a venire giù se non si dà una raddrizzata. È tutto apertissimo”.
E il girone di andata del Genoa come lo giudichi? Il ritorno di Ballardini ha permesso di svoltare e girare a 18 punti, con una media non “preventivabile” a vedere i dati di prima, ma “preventivabile” vedendo il passato e la storia del tecnico.
“Il girone di andata del Genoa è stato condizionato dal fallimento del progetto Faggiano e ci si è incartati sul mancato ingaggio di Italiano. Se non ho capito male, Preziosi aveva preso Faggiano con la garanzia, più o meno relativa, che sarebbe arrivato Italiano. A quel punto ha preso un allenatore di sua scelta, Maran, che non si è integrato con la nuova direzione Faggiano e sono sorti equivoci, nonché problemi tra Faggiano e Preziosi. A quel punto il Genoa ha rischiato il tracollo, ma il ritorno di Marroccu – e soprattutto quello di Ballardini – hanno rimesso le cose in carreggiata.
Cosa mi ha stupito è Radovanovic difensore centrale, una mossa intelligente e che sta dando grossi risultati, testimoniando di un allenatore in evoluzione. Mettere un centrocampista in difesa è qualcosa che va nel solco delle ultime tendenze calcistiche: tutti sappiamo quello che fa Guardiola al City, che negli ultimi ha schierato come difensori centrali diversi centrocampisti. Ballardini ha avuto questa intuizione e per il momento è geniale: nella partita col Cagliari se il Genoa non ha preso l’uno a uno in parte è merito di Perin, ma in parte di Radovanovic per come ha gestito tutta la linea difensiva. E poi c’è stato l’innesto di Strootman: quando ha giocato, ha alzato il Genoa e lo ha trascinato ad un livello superiore. Queste due combinazioni hanno permesso al Genoa di fare i punti necessari per uscire dal coma in cui era precipitato”.