Che partita Genoa-Verona domani sera alle 18 al Ferraris. Per i neutrali potrebbe essere un piccolo spot per il calcio. Per il Genoa e Ballardini invece sarà dura. Sarà la partita dell’attenzione tattica scrupolosa da parte dei due allenatori. Entrambi con la loro strategia tattica cercheranno di operare sui difetti altrui.
A rendere peculiari i risultati del Genoa non c’è solo il compimento di una identità acquisita in continuo miglioramento, la dimensione che attualmente viene riconosciuta più facilmente. Bisogna anche dire e scrivere dell’efficacia di una strategia tattica interessante.
In ogni intervista di Ballardini non è sottinteso quello che auspica: la capacità di giocarsela con tutti e di togliere e fare punti con chi sta dietro in classifica e davanti.
Dall’arrivo di Ballardini la fase di non possesso continua ad essere il fiore all’occhiello del Vecchio Balordo e le squadre incontrate nelle nove giornate sotto la sua guida hanno patito l’intensità genoana.
Per il Genoa non sarà una gara da vezzo estetico, si baderà molto al sodo. L’idea tattica di costruire l’azione partendo dal portiere come evoluzione tattica in risposta al pressing ultra offensivo dell’Hellas sarà ragionata e cercherà di sfruttare parecchio gli spazi alle spalle dei veneti quando si alzano. Perciò il caro, vecchio lancio lungo che parte dai piedi di Perin potrà essere ricercato ed efficiente se riuscirà a lanciare i giocatori offensivi in campo aperto.
Ballardini in questa settimana con il suo staff avrà lavorato anche sulle manchevolezze del gioco di Juric che non può concedere un minimo di errore. Il Genoa cercherà di sfruttare l’errore se qualche calciatore gialloblu sbaglierà i tempi dell’uscita in pressione perché tutto ciò potrebbe creare scompensi a catena e rendere facilmente vulnerabile la squadra. Altro punto critico è la fase di transizione difensiva con gli uomini di fascia che vengono molto coinvolti nella costruzione della manovra e a pallone perso concedono contropiedi in cui restano solo due difensori a protezione della porta di Silvestri.
Ballardini terrà conto anche del fatto che nel gioco del Verona si cerca di occupare una corsia laterale con tanti calciatori per cercare di liberare con un cambio campo la corsia opposta con l’uomo pronto a crossare e tanti pronti a riempire l’area davanti a Perin.
Altre volte abbiamo scritto “Daghe l’éuttu”, dare l’otto. Il numero otto indicava il livello massimo di velocità sui cu poteva essere posizionata la leva del vecchio tram. Contro il Verona per fare risultato bisognerà “dare l’otto” in senso figurato, il che vuol dire impegnarsi al massimo dando fondo a tutte le risorse.
Per la formazione aspettiamo alle 17 di domani, ma non dovrebbero esserci sorprese con il rientro di Badelj. Balla dovrà verificare la condizione di Criscito, pronto Goldaniga, e scegliere chi sarà il compagno di Destro. Scelta che ricadrà sulla strategia tattica da adottare: piedi buoni o forza fisica e corsa negli spazi scaligeri?
L’Hellas di Juric non è più una favola. Se nel campionato 2019/2020 sono stati la sorpresa del campionato , in questa stagione in corso si stanno confermando, nonostante le cessioni eccellenti dei vari Kumbulla, Amrabat, Borini, Rrahmani e Pessina. Solo quest’ultimo ha continuato la strada del Pirata, mentre tutti gli altri fanno fatica a giocare titolari e quelli che lo fanno non rendono come sulle sponde dell’Adige.
La medicina del Pirata è sempre la stessa anche se in 22 giornate di campionato ha dovuto fare i conti con assenze importanti nel cuore del gioco: coraggio, aggressività, pressing ultra offensivo. Modo di giocare che gli sta permettendo di continuare a viaggiare dalla parte sinistra della classifica. I principi di gioco di Juric mettono in condizione chi gioca di rendere nel migliore dei modi.
Difendersi bene non vuol dire essere rinunciatari. L’Hellas in ogni partita giocata ha fatto vedere che la squadra sa come e dove attaccare. Ha idee chiare e la consapevolezza dei propri mezzi continua a fare la differenza.
Uno dei punti di forza degli scaligeri è l’atteggiamento senza pallone per dominare il campo e non il palleggio. Il palleggio sterile non interessa al croato, è fine se stesso e non porta frutti a differenza di una aggressione senza pallone all’insegna del duello fisico uno contro uno in tutte le parti del terreno di gioco, cercando di mettere qualità dopo aver riconquistato il pallone sebbene non sia a disposizione di tutti i protagonisti in campo.
Questo modo di giocare del Verona ha anche un altro obiettivo: costringere gli avversari a giocare in maniera diversa rispetto alle loro credenze e alla strategia di gara preparata.
Per ottenere questi risultati bisogna avere fiato e gamba per tutta la durata della gara, operazione che nei finali di partita non è sempre riuscita. Vincere tutti i contrasti e avere la meglio nei duelli non possono sempre essere punti di energia in questo campionato al Covid senza respiro e senza allenamenti specifici per la forza e la velocità. Senza gamba è difficile fare un pressing fortemente orientato sull’uomo.
Un difetto dell’Hellas è quello di non avere una grande produzione offensiva vista la mole di gioco e di fatica, solamente 25 (3 assegnati a tavolino) sono le reti realizzate, la qualità manca dentro l’area se non viene innescata da Zaccagni, solamente un gol di differenza con il Genoa. Tutto ciò è confermato dalla classifica cannonieri con Zaccagni e Barak a 5 reti ciascuno e 3 gol per Dimarco: i leader sono due mezzali e un terzino sinistro che confermano altra caratteristica della squadra di Juric, quella di attaccare e occupare l’area avversaria con tanti uomini.
Tatticamente il modulo è il 3-4-2-1 e le nuove stelle di Juric sono: Tameze (1994, Camerun-Francia, centrale); Ronaldo Vieira (1998, Guinea-Inghilterra, mediano); Colley (2000 Gambia, ala sinistra); Ilic (2001, Serbia, centrocampista); Magnani dal Sassuolo, Barak dal Lecce, Ceccherini dalla Fiorentina, Favilli dal Genoa, Benassi dalla Fiorentina, Lasagna dall’Udinese; Sturaro dal Genoa. Gli ultimi due arrivati dal calciomercato invernale.
Nella formazione del Verona il ballottaggio è tra Veloso, rientrato dall’infortunio muscolare patito il 6 gennaio contro il Parma all’86° minuto, Ilic e Viera. Sturaro preme in panchina per uno scampolo di partita. In attacco abile e arruolato è solamente Lasagna, alle sue spalle rientra Zaccagni con Tameze, Barak a centrocampo, sugli esterni Lazovic a sinistra, la penultima invenzione di Ballardini nel 2018, e Faraoni a destra rientrato dalla squalifica. Confermata la difesa Cetin, Gunter, Lovato.
Arbitra Matteo Marchetti, sezione arbitrale di Ostia lido, 31 anni, laureando in giurisprudenza, debuttante in Serie A. La carriera di Marchetti ha bruciato le tappe. Nel 2011 solo una stagione alla C.A.I, dal 2012 alla Can D nel 2016 alla Can Pro (serie C), nel 2020 debutto in serie B. Ad oggi 10 partite, tre nell’attuale stagione, con un rigore e 0 espulsi.
Il laziale testato in tutte le gare importanti in B ma anche direttore di gara in molti playoff e playout della serie C. Per debuttare in Serie A dopo dieci gare in B Rizzoli deve vedere qualcosa di particolare e di buono in Marchetti, principalmente pochi cartellini sventolati e zero rigori.
Diffidati Genoa: Destro, Ghiglione, Masiello. Diffidati Hellas Verona: Lovato