“Mordere nel ferro” ha detto Ballardini in dialetto romagnolo al termine di Genoa-Udinese. In dialetto genovese e marinaro a Parma, anche se il mare è distante, dirà “vira de bordu“: virare di bordo è la manovra che si fa per procedere di bolina (ossia controvento), facendo la partita giusta. Cercare di risalire il vento in modo diretto e fisicamente impossibile in barca a vela, per la nave di Balla invece no perché è in grado farlo anche se le cassandre per tutta la settimana hanno sfiatato di un Parma bestia nera.
Le stesse “belinate” sono state la musica in onda a Parma ricordando che il Genoa ha perso 5 volte su 5 da quando nel 2018 sono tornati in A, dimenticandosi che attualmente la vittoria ai ducali mancava dal 30 novembre, sì contro il Genoa, ma la difesa crociata non ha finito una gara senza prendere almeno un gol da Parma-Cagliari dello scorso dicembre. La smemoratezza più grossa è che domani non giocheranno contro l’allegra Roma dell’ultima giornata di campionato.
I ducali hanno fatto la tabella per fare 19 punti su 33 battendo Genoa, Benevento, Cagliari, Crotone, Torino e Sampdoria e sperano che la quota salvezza si abbassi: l’illusione far passare il calcio come la salsa fa passare il pesce. Per la gara contro il Genoa puntano al recupero di Cornelius perché autore di due triplette in quei cinque risultati positivi. Nei ricordi parmigiani non funziona un occhio dietro la testa: quello fatto in questa stagione fino alla ventiseiesima giornata.
Al Tardini occorrerà un Grifone ancor più tagliente rispetto alle altre gare giocate sotto la gestione Ballardini. Un guaio sarebbe se fosse superficiale e vago.
Il Vecchio Balordo dovrà presentarsi in campo con il risultato già nella testa prima di entrare sul rettangolo di gioco, consapevole che saranno le giocate a fare la differenza. L’esperienza dovrà fare la discrepanza in determinate gare e il Genoa ne ha tanta in squadra. Inutile parlare di tecnica, tattica, qualità, formazione per la gara di domani sera contro i Ducali: basterebbe un Genoa “tripallico” assicurerebbe il Prof. Scoglio.
Domani sera un nuovo Parma contro il Genoa, partita che il Vecchio Balordo perse a domicilio all’andata per troppi errori regalando due gol a Gervinho, ritornato giovanotto solo in quella occasione.
D’Aversa è tornato sulla panchina dei ducali, essendo ancora sotto contratto, a sostituire Liverani. Sostituzione in ritardo perché il matrimonio tra gli emiliani e Liverani non è mai decollato fin dall’inizio. Non tutte le colpe si possono addossare a Liverani vista e considerata la rosa a disposizione che non appariva tale da potersi legare al suo gioco.
A Parma hanno chiesto all’arrivo di D’Aversa un altro miracolo da ripetere come le due promozioni e le due salvezze.
Il tecnico dal suo ritorno non ha fatto miracoli, ha continuato a non vincere come con Liverani. Tutto è successo nell’ultima giornata di campionato domenica scorsa contro la Roma vincendo una gara dopo 17 giornate di astinenza. I meriti dei ducali, oltre far due gol, quello di andare a doppia velocità rispetto ai giallorossi, che non avevano recuperato dallo sforzo di Europa League del giovedì precedente senza dimenticarsi della compattezza crociata, attenti ai tentativi di verticalizzazione degli uomini di Fonseca e alle loro incursioni sulle corsie laterali.
A fare la differenza oltre le grinta e la corsa della gioventù emiliana è stato l’imbuto preparato da D’Aversa nel cuore del gioco difendendo la zona interna e indirizzando la manovra romanista verso le corsie laterali soffocandoli con raddoppio di marcatura. Nella cronaca della partita bisogna aggiungere che D’Aversa ha mandato in campo una squadra inedita viste le assenze di Kucka squalificato; degli attaccanti Gervinho, Inglese, Cornelius attaccanti; dei difensori Gagliolo e Iacoponi.
Tatticamente il modulo di D’Aversa è confermato dal suo ritorno ed è sempre rimasto il 4-3-3 o 4-3-1-2, con Kuko alle spalle dei due attaccanti o in mediana come probabile contro il Grifo.
La volontà del tecnico emiliano è sempre quella di affidarsi ad un tridente offensivo per avere sbocchi in verticale. Gioco poco improntato al possesso e parecchio sulle transizioni. In mezzo al campo i ducali puntano molto su mediani e mezzali fisici e bravi ad inserirsi per riempire l’area avversaria: Kucka, Hernani e Kurtic protetti in fase difensiva da Brugman. La difesa fino alla gara con la Roma, visti gli infortuni, è stata quella del passato collaudata con Alves e Osorio o l’ultimo arrivato dal Genoa, Bani, con Conti e Pezzella sulle corsie laterali.
D’Aversa si è giocato spesso la carta gioventù arrivata nel calciomercato invernale mandando in campo anche uno stopper belga del 2003, Dierckx, arrivato dal Gent, mentre contro la Roma si è affidato a Man, un rumeno di 22 anni ala velocissima, e Mihaila, altro rumeno del 2000 ala sinistra, senza dimenticarsi di altri in panchina come Zirkzee, olandese di origini congolesi e nigeriane in prestito dal Bayern Monaco. Non più giovane nella terra del parmigiano è arrivato anche Pellè dalla Cina che ha giocato dal primo minuto contro la Lupa.
La formazione anti Genoa? Meglio aspettare domani intorno alle ore 20 per capire chi ha recuperato tra gli infortunati Mister D’Aversa. Sicuramente giocherà Kucka.
Diffidati Parma: Bruno Alves, Gagliolo, Pezzella. Diffidati Genoa: Criscito, Ghiglione, Pandev Strootman.