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Le Tavole di Allegri

foto Fabrizio Andrea Bertani / Shutterstock.com

Dopo quasi due anni Max Allegri è tornato domenica scorsa nel “boudoir”, salotto di conversazione con giacca e dopo in camicia di Caressa a Sky. Non come Mosè, ma Allegri ha cercato  di far conoscere il suo calcio non come le Tavole della Legge. Alcune decantate come una filastrocca, anche se con un tono di contesa alla credenza o culto calcistico.

  1. Il portiere deve parare, il difensore deve difendere, l’attaccante far gol. 
  2. Giochismo, un credo tattico con molti dogmi a partire dall’inflazionata costruzione da dietro. 
  3. Sono sempre passato per l’avversario dei giochisti, ho avuto la fortuna da imparare da allenatori di vecchia scuola.
  4. Il calcio è una cosa seria riportiamolo dall’abc.
  5. Voglio tornare a giugno: godo  a vedere le giocate dei miei. Questo mi è mancato.
  6. Quando tornerò in qualsiasi squadra sarà il ritorno di un sano buon allenatore all’Italiana. Lontano da tendenze come la costruzione dal basso. Non la demonizzo, ma ci sono momenti in cui non hai pressione e lo puoi fare, momenti in cui lanciare il pallone in avanti non è una vergogna: due secondi il pallone per aria e si ricomincia.
  7. Perché il calcio semplice e senza verità indiscussa? È come il vestito grigio: non passa mai di moda. Si faccia avanti chi ha voglia di un allenatore che è come un bel vestito grigio: più affidabile e vincente delle mode.
  8. Galliani mi fece notare che mai nessuna squadra ha vinto la Champions schierando la difesa a tre. Le grandi vittorie si costruiscono con le grandi difese.
  9. Dobbiamo mettere di più al centro i giocatori. Parlo dei settori giovanili, dove vanno insegnate tattica, tecnica e soprattutto tecnica in velocità. Se ci lamentiamo che andiamo in Europa e gli altri passano il pallone a cento all’ora…mi dispiace dirlo, ma ho l’impressione che i calciatori siano diventati lo strumento per far vedere quanto è bravo l’allenatore.
  10. Gli allenatori bravi sono quelli che vincono e creano valore.
  11. Il calcio è fatto di gesti tecnici all’interno di una organizzazione, bisogna tornare all’abc del calcio
  12. Allenatori dal lunedì al sabato, la domenica è tutta altra roba perché c’è la gestione dell’imprevisto. Non c’è scritto sui libri come si fa. L’allenatore vive di sensazioni per non sbagliare le sostituzioni.

Le acque del calcio non si apriranno miracolosamente dopo le parole di Allegri, ma potrebbero e dovrebbero far riflettere non solo allenatori e calciatori, ma anche gli addetti ai lavori che raccontano le partite con un linguaggio esclusivo, snob come quelli specialisti o laureati in statistica avanzata che mai hanno giocato al pallone e quando le squadre perdono o non fanno risultati mai ci mettono la faccia a spiegare i loro calcoli, indagini per vincere e fare il risultato con l’expected gol e le heat maps.

Allora?Meglio un abito grigio“. Il passato calcistico, il primo amore, non è tutto da buttare. Un abito grigio che ci faccia vedere giocate provenienti da coraggio e fantasia e non meccaniche. Senza più dribbling arrischiati, bombe da fuori area, giocate al massimo,  il calcio diventa piatto, lagnoso e soporifero come le partite in TV. E non si può sempre dare la colpa all’assenza del pubblico.

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