Perentoria vittoria del Genoa nel derby ligure contro lo Spezia di sabato scorso. Una partita ben giocata dalla squadra rossoblu che come in tante altri match ha avuto in Zappacosta l’uomo di spicco.  Tutte le azioni più pericolose hanno avuto lui come protagonista, è stato l’autentico dominatore della fascia sinistra e in questo momento è sicuramente l’uomo in più di Ballardini.
Nel launch match di domani all0ora di pranzo il Genoa affronta la Lazio di Simone Inzaghi, squadra impegnata nella lotta per un posto in Champions League. Nell’ultima partita la Lazio si è sbarazzata facilmente del Milan e si è ritrovata dopo un breve periodo di appannamento: la squadra di Inzaghi Jr gioca un calcio frizzante e di qualità e ha un centrocampo di notevolissimo spessore e due attaccanti di alto lignaggio.

Uno sguardo d’insieme sulla Lazio.

Simone Inzaghi, allenatore biancoceleste da più stagioni, è diventato uno degli tecnici più in vista nel panorama italiano. La formazione romana scende in campo con il 3-5-2, modulo ormai consolidato negli anni. La gran parte della rosa gioca insieme da tempo, va ricordato che anche il Genoa usa il 3-5-2 e che in campo si avranno molti duelli uomo contro uomo.

L’analisi reparto per reparto. Partiamo dalla difesa.

Lo spagnolo Reina è il portiere del momento. Partito come riserva, è subentrato a Strakosha a stagione inoltrata e con buone prestazioni e con la sua forte personalità ha conquistato i galloni da titolare. Svelto, reattivo tra i pali e bravo con il pallone tra i piedi, non ama molto uscire sulle palle alte. Patric, uno tra Hoedt e Parolo (provato in settimana come centrale) e Radu sono i tre difensori centrali. La Lazio perde per squalifica Acerbi, il vero leader della retroguardia, forte di testa e con buone qualità tecniche, il quale possiede un ottimo senso della posizione. Patric, il “braccino” di destra, è rapido e forte nell’ anticipo: nato come esterno, con Inzaghi è stato impiegato molte volte come marcatore e con buoni risultati. Radu, il “braccino” di sinistra, in questa stagione ha palesato qualche incertezza e non sta attraversando un ottimo periodo di forma. Anche lui usa bene il sinistro ed è giocatore intelligente, ma non è un fulmine di guerra. Di nazionalità romena, è un veterano laziale.

Il centrocampo.

Lazzari e Marusic sono i due “quinti”. Lazzari, sulla fascia destra, se in giornata può essere devastante: ad un’esagerata velocità unisce una buona tempistica negli inserimenti. Pericolosi i suoi assist da fondo campo, ma in fase difensiva non garantisce buone letture di gioco. Marusic, sulla fascia opposta, è anche lui veloce, ma ha meno propensione all’ inserimento. E’ forte sulle gambe ed essendo destro difficilmente crossa con il sinistro: a differenza di Lazzari a volte cerca anche il taglio verso l’ interno del campo. Escalante, Milinkovic Savic e Luis Alberto formano la mediana. Lucas Leiva è un centrocampista per lo più difensivo, ma il vero cervello della squadra biancoceleste in entrambe le fasi. Bravo nei contrasti e nel recupero della palla, agisce come frangiflutti davanti alla difesa. Ha tecnica discreta e poca fantasia, doti che invece abbondano in Luis Alberto, ispiratore delle manovre più pericolose. Le sue avanzate palla al piede sono gioie per gli occhi e i suoi assist sono delizie per i compagni, soprattutto per Immobile. Milinkovic è il braccio armato, impone il strapotere fisico e una buona tecnica, valori conditi da un ottimo stacco aereo e da un tiro al fulmicotone dal limite. E’ un giocatore richiesto da tutte le big europee.

L’attacco.

Carrera e Immobile sono le due punte. Immobile è il cannoniere per eccellenza, sempre pronto allo smarcamento e a proporsi per il passaggio. Bravo e furbo dentro l’area di rigore, veloce, ama essere lanciato in profondità e tira in porta appena gli si presenta l’ occasione, anche da fuori area. Correa è il suo partner d’attacco ideale, reduce dalla grande partita disputata contro il Milan dove è stato autore di una doppietta.

Come si comportano sulle palle inattive?

Su quelle a sfavore difendono a zona, ma prima di Natale a San Siro contro il Milan hanno subito due reti in situazioni di corner. Su angoli e calci piazzati a favore Hoedt e Radu salgono per colpire, Milinkovic è il pericolo numero uno, Immobile va sul secondo palo a caccia di eventuali spizzate. I corner e le punizioni sono quasi tutte di Luis Alberto. Anche dal limite dell’ area sulle punizioni dirette il maggior indiziato a calciarle è Luis Alberto, ma a volte si cimenta anche Radu con il sinistro o Immobile, quando serve un calcio potente.

Quali accorgimenti per imbrigliare la Lazio?

È una squadra che predilige il palleggio e quando può esce dalla propria area con la palla. Se sono sotto pressione, Hoedt/Parolo e Radu cercano Immobile in profondità o Milinkovic per la spizzata. Parliamo di una compagine esperta, guidata con maestria da Inzaghi, e portatrice di un calcio semplice, bello da vedere, che si sposa perfettamente con le qualità dei propri giocatori. A mio parere neutralizzare o limitare le giocate di Luis Alberto sarebbe molto importante, come sarebbe cruciale isolare la fisicità di Milinkovic-Savic.

In conclusione?

Partita quasi proibitiva per i rossoblù che comunque dovranno fare di tutto per uscire dallo stadio Olimpico con qualche punto, facendo vedere di essere formazione omogenea e difficile da affrontare. Dovranno far vedere che in una maniera o nell’altra sapranno conquistare quei punti che ancora mancano per raggiungere la tanto agognata salvezza.
P.S.: Una domanda nasce spontanea. È così difficile trovare un giocatore con caratteristiche simili a Zappacosta sulla fascia opposta? Ricordando sempre che Zappacosta è arrivato al Genoa come esterno di destra.
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Mario Ponti
Sono nato a Genova il 10 gennaio 1964. Ho fatto tutto il settore giovanile nel Genoa: 3 anni di primavera, esordio in serie A in Genoa -Napoli nel 1983. Poi esperienze nel Carbonia, Omegna, Casale e Mondovì in Serie C2; poi Dilettante in squadre della provincia di Genova. Un grave infortunio al ginocchio destro mi ha condizionato per tutta la carriera. Quattro operazioni. Una volta terminato di giocare ho iniziato a fare l’allenatore, prima nelle giovanili rossoblu e successivamente per 10 stagioni sulle panchine di Arenzano (il mio paese d’origine), Cogoleto, Lagaccio, Molassana e Pegliese. Infine, la sclerosi multipla è avanzata e ho dovuto abbandonare la panchina motivo per cui ho fatto per tre anni il direttore sportivo. Ora voglio fare solo lo spettatore e il tifoso. Nel 2014 la T.O mi ha premiato come tifoso rossoblu dell’anno, cosa di cui vado molto, molto orgoglioso.