Sassuo…lata al Vecchio Balordo non solo dagli emiliani, ma anche dal VAR – in modo particolare Pairetto – e dai gol incassati su errori che creano amarezza e fanno riflettere.
Non vuole dire essere deboli se si chiede rispetto alla Lega Calcio e giocare sempre alle 12.30, non all’arbitro di turno o al VAR ma a Rizzoli viste le designazioni.
Tutto passa in secondo piano. Non è un paradosso e neanche una logica da umoristi: l’ennesimo gol su errore nei primi 20’ che ha permesso agli emiliani di giocare come volevano.
Il cuore e una corsa meno dinamica del Vecchio Balordo, per di più senza la terza C (c..o), non portano a casa il risultato. Il Sassuolo ha giocato come un libro stampato, letto e riletto in questo campionato, con il baricentro alto per mettere in difficoltà il Grifone che non riusciva a ribattere colpo su colpo nelle praterie sassolesi.
La scelta di Shomurodov dal primo minuto di gioco con gli spazi a disposizione poteva essere più confacente. Eldor negli spazi è in grado di creare scompigli quando Balla decide di giocare alla “brasiliana”, ma senza spazi si perde.
L’assenza di Strootman (e la speranza che sia solo dissenteria) si è sentita come quella di Scamacca, probabilmente tenuto in panchina perché aveva fatto il Vaccino all’inizio della scorsa settimana che non fa sconti a nessuno. Basta controllare le prestazioni di Berardi e Locatelli, gli altri due del giro azzurro vaccinati.
È tornato Zapata e ha fatto il suo, meglio quando il Genoa è passato a quattro. Zapata ha fatto tanta panchina, non a suo agio nella difesa a tre.
Potremmo scrivere non un romanzo calcistico sulla gara contro il Sassuolo, tante parole, troppe, perché il vero nodo nel senso di sentenza arriva sempre dal centrocampo, autentico mare magnum nel quale è facilissimo affogare dopo aver corso e boccheggiare invano. Chi vi si ritrova sempre è un giocatore, oltre di qualità, in grado di dettare i tempi della manovra a testa alta nel bene e nel male. Gli unici con queste caratteristiche nell’attuale Genoa sono Badelj, sempre uomo d’orchestra in tutte le gare, e Rovella in futuro, peccato che in questo campionato gli abbiano voluto dare una vetrina anticipata, illudendolo, non da parte di società e allenatore.
Tutti gli altri schierati a centrocampo da Ballardini sono una aggiunta alla difesa cercando di anticipare con la corsa le mosse avversarie contro un avversario designato nella zona.
Il Sassuolo è una squadra che gioca a memoria, palleggia, va avanti a triangoli. A De Zerbi per mettere il sale sulla coda del Grifone è bastato marcare ad uomo da parte (Djuricic) nella fase di non possesso Badelj spegnendo la luce rossoblu a quarti.
Il Sassuolo nel primo tempo è andato in crisi quando Masiello ha fatto due volte il cambio campo giusto da sinistra a destra servendo Ghiglione con le praterie del Tempio a disposizione. De Zerbi alla Gasperini avrà scelto di non marcare Ghiglione, ma anche i compagni difficilmente lo hanno servito. Ghiglione fuori nell’intervallo quando potevano servire i suoi cross con l’entrata dei colpitori di testa.
Il Genoa nel secondo tempo poteva anche raggiungere l’agognato punto con il cambio di strategia di Ballardini e anche i cambi di De Zerbi per conservare i suoi tenori per mercoledì rivoltando la squadra.
Fare il cronista è malvagio con il Genoa di mezzo. Lo faranno anche Ballardini e il suo staff chiedendosi se il 3-5-2 ha perduto le caratteristiche che lo avevano portato agli onori della classifica, se conviene continuare a giocare così dovendo fare almeno due punti, considerato che nelle ultime 5/6 gare i princìpi della fase difensiva singoli e collettivi non hanno avuto successo visti gli errori? L’unica gara vinta nelle ultime sei giocate dal Genoa quando è passato in vantaggio, contro lo Spezia, come in precedenza le tre vittorie consecutive contro Cagliari, Crotone, Napoli.
Non si può affermare che la squadra e la strategia anti-Sassuolo non siano state logiche, ma la differenza tra i due tempi lascia dubbi. Le colpe non sono di Ballardini perché se la coperta si allunga prendono freddo ai piedi e se si accorcia fanno la solita “cappella” nei primi 25’ di gioco o ballano in campo aperto. Tutto è messo in moto dai soliti difetti di costruzione da calciomercato estivo e invernale.
Le lezioni, signori calciatori, dei mesi di autunno disgraziati e i miglioramenti dal gennaio 2021 bisogna riportarli alla mente e fare un ultimo sforzo per metterli a frutto: l’unica medicina fare risultati. Altrimenti nella farmacia del Vecchio Balordo non bisognerà agitare bene una soluzione prima di servirsene. Guai a cullarsi sui risultati che arrivano dalle altre squadre.
Mercoledì il Bologna. Occorrerà Genoa molto motivato e chissà se Ballardini rivolterà la squadra per trovare un altro assetto congeniale per fare il salto finale auspicato, considerato che il Bologna tatticamente, non in tutto, è il gemello brutto del Sassuolo col 4-2-3-1.