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Bene bene bene

Bologna Genoa 0 a 2. Grazie Ballardini. Balla si è fatto conoscere da Mihajlovic: in conferenza prima della partita, pubblicata il martedì, con la sua filosofia come fisica ricreativa dell’anima aveva detto di non conoscerlo. Invece nella partita di ieri sera lo ha conosciuto bene avendogli levato sia all’andata che al ritorno le sue certezze e stabilità tattiche.

Mihajlovic non da matematico dopo la conferenza stampa di ieri ha affermato che il Genoa ha vinto con un solo tiro in porta. Bisogna riproporre una frase: “la vita è il calcio sono per il 10% cosa ti accade intorno e per il 90% come patisci“.

I tabellini non la pensano come Sinisa: 22 tiri totali di cui 6 in porta dei petroniani, 11 tiri totali di cui 7 in porta del Vecchio Balordo. Partita studiata nei minimi particolari e vincente non solo per i gol, ma anche per l’interpretazione da parte dei suoi calciatori in campo con tanta intensità dal fischio d’inizio. Partita studiata a tavolino anche con i cambi in previsione delle mosse del serbo se fosse andato sotto come gli è successo in altre gare.

La nuova strategia tattica e il 4-3-1-2 sono apparsi equilibrati per la presenza di un numero pressoché uguale di uomini nelle tre zone in cui solitamente si divide il campo, anche se dopo 93’ minuto di gioco ogni discorso sul modulo tornerebbe incoerente, lontanissimo da sembrare cartesiano.

Il Genoa ha vinto perché ha giocato da squadra. Chi entrava nella zona pericolosa del Grifone si trovava davanti una difesa collettiva, una barriera, giocando con due linee compatte.

Il Genoa ha vinto perché quando perdevano il possesso del pallone il movimento in ritirata verso Perin prendeva in considerazione gli spazi intercorrenti fra ciascun calciatore, per merito di undici calciatori funzionali al calcio a tutto campo con gli attaccanti e il trequartista pronti ad essere i primi difensori e i primi attaccanti.

Il Genoa ha vinto contro il Bologna per merito del collettivo interpretato da undici calciatori, tutti funzionali al sistema di gioco a prescindere dal loro valore in un contesto tanto collaborativo quanto ben disposto sul terreno di gioco.

Il Genoa ha vinto per l’organizzazione di squadra che ha coinvolto anche tutti quelli subentrati. Lo scacco matto di Ballardini a Mihajlovic nel secondo tempo è stato quando il serbo provava a giocare alla brasiliana con un sorta di 4-2-4 non nel modulo, ma con tanti attaccanti. Balla semplicemente  ha messo il chiavistello, un muro davanti a Perin facendo entrare Radovanovic vicino a Zapata in una difesa a cinque.

E Ballardini anche a Bologna non ha potuto sottrarsi alle lusinghe alla lunga consigliabili e comprensibili non della fama ma dell’esperienza ed è stato ripagato.

Nel pezzo di presentazione di Bologna-Genoa avevamo scritto i “Ballandamenti“ o comandamenti di Ballardini per uscire indenne dalla trasferta emiliana.

Li copiamo e incolliamo altra volta perché molti  sono stati  visti ieri sera un Mercoledì da Grifoni non aspettato da molti.

1.  Cercare di non  fare degli errori singoli e collettivi davanti a Perin

2.  Non incassare per primi il gol

3.  Dimenticarsi dell’arbitro

4.  Cercare la superiorità fisica sui palloni inattivi a favore e sfavore

5.  Fare un gol su calcio di punizione diretto

6.  Non perdere di vista il pallone.

7.  Chiudere bene gli spazi

8.  Pressione, verticalità e ritmo

9.  Mobilità senza pallone

10.  Concentrazione e coordinazione, autostima, zero ansia che non vuol dire zero adrenalina dal primo minuto di gioco.

Tre punti d’oro, salvezza anticipata di due turni. Quarto prodigio di Ballardini in 10 anni. Un grazie a tutti senza fare pagelle.

Tre punti d’oro non solo per la classifica ma anche per l’umore del Patron che gode in silenzio per i 15 anni consecutivi in serie A.

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