Nella 36° giornata un Mercoledì da Leoni e un altro non da Lupi vista la fame di risultati per raggiungere obiettivi. La volata salvezza si è quasi risolta quella per la zona Champions ancora è difficile da decifrare e nelle prossime due giornate in cima e in fondo la classifica potrebbe essere avulsa nel conteggiare i risultati.
La Coppa Italia di mercoledì prossimo è una chance per la Juventus, all’Atalanta di Gasperini bastano tre punti su sei per essere nuovamente protagonista nella Coppa con orecchie. In fondo alla classifica nella volata salvezza i calcoli su turnover da fare non conteranno più. Si salverà chi ne avrà di più. Le rose dopo i titolari in tutte le squadre erano e sono rimaste raffazzonate.
Mercoledì da Grifoni per il Genoa di Ballardini, Mercoledì da Leoni per Juventus, Inter, Atalanta, Napoli e Milan, non nei campi del Foro Italico dove sono in scena gli Internazionali d’Italia di tennis: il Diavolo poteva anche fermarsi prima a Torino.
I fatti. Lo scandalo dell’aggressione alla figlia di Grassadonia allenatore del Pescara da due presunti tifosi incappucciati della Salernitana che la minacciano con una frase mafiosa: “Di’ a tuo padre che deve perdere“. La Salernitana è salita in serie A con questa macchia, anche se avrebbe vinto con un Pescara già retrocesso.
Buffon ha tolto il disturbo alla Juventus e il giorno dopo ha parato un rigore Champions a Berardi. Si è messo sul mercato e non molla.
Anche Gravina, il Presidente della FIGC seguendo gli ordini dell’Uefa ha minacciato la Juventus se non farà subito marcia indietro sulla Superlega di non iscriverla al prossimo campionato di Serie A. Come sempre quando non si ha la forza di attuare quello che si urla, la bocca è una virtù e un’altra parte del corpo una necessità. Gravina è pronto a scontrarsi con i 9 milioni di supporter bianconeri in tutta Italia (dato del campionato 2019/2020) e pronto a scontrarsi con le altre squadre, adesso giustizialiste ma quando giocano con la Juventus capaci di fare il record d’incasso?
Napoli-Udinese 5 a 1. Gattuso in formato Champions prima di lasciare il Vesuvio fa quattro vittorie in cinque gare. Troppo facile contro una Udinese in vacanza a Mergellina.
Sassuolo-Juventus 1 a 3. La Signora non abdica e non vuole favorire Ceferin e L’Uefa uscendo da sola dalla Champions. I centenari del gol bianconeri, Dybala e CR7, strapazzano il solito Sassuolo spocchioso che crea ma spreca.
Torino-Milan 0 a 7. Milan demolente per merito di un Toro inesistente non solo sul piano del gioco, ma anche mentalmente. Nicola tradito dalle seconde linee, Pioli accontentato dagli orfani di Ibra. Cairo tremava perché ancora in dubbio il recupero con la Lazio. Il Tribunale del CONI, decisione definitiva, ha deciso ieri che martedì si recupererà la gara.
Atalanta-Benevento 2 a 0. Dea da Champions, Streghe da B, Pippo Inzaghi ci crede ancora e fa bene.
Lazio-Parma 1 a 0. Conta solo la vittoria, troppo brutta per essere vera l’Aquila. Ha giocato meglio il Parma coraggioso e volenteroso, ma D’Aversa non ha Immobile.
Inter-Roma 3 a 1. Conte onora la centesima panchina nerazzurra anche con le seconde linee. Turnover con vista Juventus. La Roma regala il solito oscurante non totale di altre gare, si sveglia sul 2 a 0 ma aveva già perso. Fonseca rischia l’Europa.
Cagliari-Fiorentina 0 a 0. Happy hour per le due squadre che hanno solo fatto atto di presenza.
Sampdoria-Spezia 2 a 2. Italiano gioca una gara coraggiosa e di personalità, i suoi attaccanti non vedono la porta di Audero. Samp vicina ad essere sotto l’ombrellone, anche se il tempo è brutto, senza giustificazioni con contratti da rinnovare compreso quello del tecnico. Keita il Boselli spezzino?
Crotone-Verona 2 a 1. Cosmi sorride, non voleva finire il campionato da ultimo. In Calabria si chiedono perché è arrivato così in ritardo. Juric sperimenta e non fa male. Sperimentazione forzata per qualcuno dei titolari in apnea. Juric preoccupato più per i guai del Presidente Setti, indagato per appropriazione indebita e autoriciclaggio, con un sequestro preventivo di 6,5 milioni di euro.
Bologna-Genoa 0 a 2. Partita da Grifoni doveva essere ed è stata. Partita da Mihajlovic doveva essere ed è stata, solo parole prima e dopo. Tanti proclami del serbo (“faremo 9 punti in tre partite e chiuderemo a 52 punti“). L’unica promessa mantenuta il debutto dei 2004 e 2005 per 4 minuti di partita. Incartato andata e ritorno da Ballardini non lo può sopportare. Pazienza per il “polo del no”, ormai una moda non solo nei confronti del Grifone (pochi), ma non essere capaci di godere neanche quando il Vecchio Balordo vince non è da genoani. Qualcuno ha messo in discussione la vittoria contro il Bologna non per meriti, ma per porte aperte petroniane. La partita non sarà stata vista, altrimenti screditare perché davanti ad un tastiera, altra moda non solo calcistica, senza alcuna voglia di essere positivi. Pazienza se qualcuno dell’altra sponda calcistica genovese, al terzo anno che prepara funerali, è deluso: il legno marcio di una bara non può essere inciso.
Ballardini parla: non chiederà la luna, ma rassicurazioni sul non giocare e allenare un altro anno da inferno. Ora che la salvezza matematica è stata raggiunta non può essere il giorno della verità. Aspettiamo una conferenza stampa di Preziosi sul futuro genoano.
La speranza in questi giorni è che si faccia un esame approfondito da parte di tutti sui troppi errori che sono stati commessi nelle ultime stagioni. Troppe cose non sono andate a buon fine non solo sul campo. Adesso bisogna resettare tutto. Fanno fatica i tifosi a crederci, anche se il loro amore non scemerà mai, anche solo con la voglia di vedere il Vecchio Balordo giocare nella parte sinistra della classifica, non di vincere il decimo scudetto.